Tardo autunno

Film 1960 | Drammatico, +13 129 min.

Titolo originaleAkibyori
Anno1960
GenereDrammatico,
ProduzioneGiappone
Durata129 minuti
Regia diYasujirô Ozu
AttoriYoko Tsukasa, Setsuko Hara, Mariko Okada, Keiji Sada, Miyuki Kuwano, Shin'ichirô Mikami Shin Saburi, Chishû Ryû.
Uscitalunedì 13 luglio 2015
TagDa vedere 1960
DistribuzioneTucker Film
RatingConsigli per la visione di bambini e ragazzi: +13
MYmonetro 3,52 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Yasujirô Ozu. Un film Da vedere 1960 con Yoko Tsukasa, Setsuko Hara, Mariko Okada, Keiji Sada, Miyuki Kuwano, Shin'ichirô Mikami. Cast completo Titolo originale: Akibyori. Genere Drammatico, - Giappone, 1960, durata 129 minuti. Uscita cinema lunedì 13 luglio 2015 distribuito da Tucker Film. Consigli per la visione di bambini e ragazzi: +13 - MYmonetro 3,52 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 9 ottobre 2015

Un film che, impregnato di agrodolce nostalgia, mette in scena i maneggi di tre vecchi amici. In Italia al Box Office Tardo autunno ha incassato nelle prime 3 settimane di programmazione 15 mila euro e 15 mila euro nel primo weekend.

Tardo autunno è disponibile a Noleggio e in Digital Download
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Consigliato sì!
3,52/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,03
CONSIGLIATO SÌ
Opera-sintesi dell'ultimo Ozu, in cui il regista convoglia le riflessioni di una vita.
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 13 luglio 2015
Recensione di Emanuele Sacchi
lunedì 13 luglio 2015

Ritrovatisi a commemorare la scomparsa dell'amico Miwa, tre uomini si preoccupano dei destini della vedova Akiko e della figlia Ayako e decidono di proporre loro dei buoni partiti affinché si sposino. Ayako, pur trovando gradevole la compagnia del pretendente Goto, si rifiuta di sposarlo per non lasciare da sola la madre. Quando però viene a sapere che anche Akiko potrebbe risposarsi, Ayako va su tutte le furie, convinta che la memoria del padre sia stata tradita.
Il terzultimo film del maestro giapponese è anche il compendio del suo ultimo periodo, quello dell'Ozu a colori, caratterizzato da toni da commedia, che ha inizio con Fiori d'equinozio. Ogni situazione, discordia, evento affrontato in Tardo autunno rimanda ad almeno un'altra opera dell'autore, così come il cast, popolato da tutti i volti che hanno contraddistinto le opere precedenti. In una sintesi dell'Ozu-pensiero, che prende le mosse da una sorta di remake di Tarda primavera del 1949, il fulcro della vicenda non può che essere rappresentato dai matrimoni, pianificati e mai realizzati, e dallo scontro tra una generazione smarrita di fronte all'occidentalizzazione esasperata e una con le idee chiare sulla propria identità e sul proprio futuro. In un ribaltamento straniante della consuetudine, sono infatti i genitori vedovi a chiedere il da farsi ai figli, in cerca di una loro approvazione. Come se i primi fossero consapevoli dei gravi errori commessi, al punto da non volerne provocare altri. Una riflessione su una generazione che ha ridotto il Giappone in frantumi esercitata da un Ozu maturo, in dubbio lui per primo - si arguisce - sulle sue stesse scelte di vita, che lo hanno portato a scegliere il celibato e a rimanere vicino alla madre. Se nel primo periodo dell'autore il matrimonio infatti conduceva all'infelicità o all'apatia, ora è il veicolo essenziale di una società sana e consapevole di mescolare elementi della tradizione e una nuova prospettiva sull'esistenza.
Ritorna la coppia trainante di attori di Viaggio a Tokyo, formata dall'"eterna vergine" Setsuko Hara e da Chishu Ryu. Ma se quest'ultimo è limitato a un ruolo di contorno, la diva dà vita alla figura archetipica di Akiko, che sceglie la solitudine e il ricordo della persona amata senza ostacolare il naturale corso degli eventi (passando qui dal ruolo della figlia in Tarda primavera a quello della madre).
Fedele a se stesso e al proprio stile consolidato nell'uso della macchina da presa, in Tardo autunno Ozu privilegia l'uso di campi vuoti, quasi a concedere allo spettatore il tempo di riflettere su quanto visto e aumentare così la sensazione di una messa in scena quasi teatrale, in cui il pubblico è destinato a svolgere un ruolo attivo di fronte alla rappresentazione in corso. Mai come in Tardo autunno, infatti, la sensazione è di assistere a una pièce e mai come qui sono evidenti le composizioni corali con cui gioca il regista-demiurgo, che predispone azioni quasi gemellari per aumentare e rendere visibile l'empatia tra i personaggi, siano essi i tre uomini che confabulano e pianificano nozze a tavolino o Akiko e Ayako, unite da un destino inscindibile. Nella frase "La vita è semplice, sono le persone a complicarla" la sintesi essenziale dell'opera di un'esistenza e la conferma del ruolo di Tardo autunno come summa del corpus autoriale di uno dei più grandi registi di ogni tempo.

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