César Acevedo indaga con occhi (im)pietosi e lucidi il presente e il recente passato del suo paese, la fase acuta di una crisi sociale esplorata da un cinema intraprendente, vivo, necessario.
Drammatico,
Colombia,
Francia,
Paesi Bassi 2015.
Durata 97 Minuti. Consigli per la visione:
Un vecchio contadino torna nella sua casa natale ma non riesce a sentirsi a suo agio a causa di una devastazione del mondo attorno che non riconosce più. Espandi ▽
Alfonso, anziano
campesino che ha lasciato la sua famiglia e la sua terra diciassette anni prima, ritorna a casa. A muoverne i passi la salute del figlio, che versa in condizioni precarie a causa di una malattia respiratoria. Tollerato a fatica dalla vecchia consorte, che non gli perdona il passato, Alfonso partecipa con valore e pudore all'economia domestica famigliare, accudendo figlio e nipote in assenza delle donne, occupate in una piantagione di canna da zucchero. Subentrate nella raccolta a Geraldo, suocera e nuora combattano ogni giorno contro l'asprezza del mestiere e l'illegittimità di un regime lavorativo che pretende produttività in cambio di un salario prorogato. Esperanza vorrebbe andar via ma Geraldo è bloccato dall'affezione e dall'affetto che porta a quella madre ostinata a restare e resistere nella sua fattoria mentre la campagna intorno brucia sotto il vento del 'progresso'. Tra un incendio che avvampa e una vita smorzata, tra un aquilone che si solleva e troppa polvere che si posa, Alfonso infilerà nuovamente la strada per scampare il nipote e mettere in movimento il domani.