Titolo internazionale | Ordinary Justice |
Anno | 2019 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Italia |
Durata | 84 minuti |
Regia di | Chiara Bellosi |
Attori | Daphne Scoccia, Bianca Leonardi, Sarah Short, Nicola Rignanese, Giovanni Anzaldo Andrea Lattanzi, Simone Moretto, Diego Benzoni, Roberto Sbaratto, Cinzia Morandi, Michele Franco, Marco Mastrantuono. |
Uscita | giovedì 22 ottobre 2020 |
Tag | Da vedere 2019 |
Distribuzione | Cinecittà Luce |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,07 su 10 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 7 dicembre 2023
Fuori da un'aula di tribunale, due figlie aspettano di sapere il giudizio riservato ai padri. Il film ha ottenuto 2 candidature ai Nastri d'Argento, In Italia al Box Office Palazzo di giustizia ha incassato 8,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Interno del tribunale di una grande città italiana. In Corte d'Assise, sezione penale, è in corso un'udienza. Il caso è quello di un benzinaio che ha ucciso uno dei suoi due rapinatori. L'altro rapinatore assiste da dietro le sbarre, mentre la sua compagna Angelina segue i procedimenti. Fuori, nel corridoio del tribunale, restano in attesa due minorenni: Domenica, la figlia dell'imputato per omicidio, e Luce, la figlia del condannato per rapina. Intorno a loro il via vai del personale, degli avvocati e di chi è coinvolto in altri processi. E un giovane operaio chiamato a riparare un termosifone guasto.
Chiara Bellosi, al suo primo lungometraggio di finzione dopo il corto che faceva parte del documentario collettivo "Checosamanca"racconta questa umanità sospesa e un processo di quelli che infiammano le cronache dei giornali, con un lavoratore e padre di famiglia che spara al suo rapinatore.
Sarà la giustizia a decidere se è stata legittima difesa o giustizialismo fai da te. Ma alla regista e sceneggiatrice non interessa tanto il procedimento legale quanto i "tempi morti" dell'attesa interminabile delle due figlie fuori dell'aula di tribunale. Due minorenni incolpevoli il cui destino sarà comunque segnato dalle scelte dei padri.
È in questo scarto, in questo capovolgimento dello sguardo e dell'attenzione che risiede l'originalità di Palazzo di giustizia, che dietro la facciata del courtroom drama racconta una storia di microresilienza giovanile e femminile che non può non fare fronte comune, al di là dei due lati opposti del corridoio e del processo, delimitata dagli spazi austeri e irrealmente geometrici di un tribunale che pretende di rendere quadrato e razionale ciò che è magmatico e primordiale. Bellosi mette a fuoco mille dettagli, frammenti di volti e di corpi, con una regia pulita e attenta, fisica e tattile.
La fragilità semmai è nella scrittura, e in particolare nel personaggio del secondo rapinatore, il padre di Luce, che ha ben poco da fare perché è il pretesto narrativo per includere la bambina nella vicenda: sarebbe stato più logico che Angelina fosse la vedova del rapinatore ucciso, ma a quel punto non avrebbe avuto senso la presenza della bambina in tribunale. E il personaggio di Angelina, ben interpretato da Daphne Scoccia, è eccessivamente monocorde nella sua rabbia e nella sua impazienza verso la bambina.
Per contro un altro punto di forza, oltre alla regia e alla scelta di concentrare la narrazione su chi sta fuori dalle aule di tribunale, sono le due giovanissime interpreti: Sarah Short nel ruolo di Domenica e soprattutto l'irresistibile Bianca Leonardi in quello di Luce. La naturalezza di entrambe rende ancora più efficace la loro improbabile alleanza. A completare il quadro la fotografia "sporca" e contrastata di Maurizio Calvesi e le musiche originali di Giuseppe Tranquillino Minerva. Molto interessante il lavoro sul sonoro, in particolare in presa diretta, di Christophe Giovannoni e Xavier Lavorel con il montaggio di Vito Martinelli.
Nel tribunale di Torino sta per cominciare il processo ad un benzinaio che ha ucciso, mentre fuggivano, uno dei due rapinatori che gli avevano sottratto l’incasso; l’altro, sopravvissuto, si trova anch’egli in aula, dietro le sbarre. Fuori aspettano Domenica, figlia del benzinaio, e la compagna del rapinatore Angelina con la figlia Luce.
Film che sembra che accada poco ma quel poco e' tutto.
Film che sembra che accada poco ma quel poco e' tutto.
Film che sembra che accada poco ma quel poco e' tutto.
Dalla seconda scena, si capisce il finale! Un po' deludente! La tesi è che siamo tutti vittime! In un certo senso, ultimo, è vero... Una tesi che pacufica la società!
Racconta Chiara Bellosi che prima di girare il suo film ha passato molto tempo nel Tribunale di Milano osservando quanto accadeva in quel luogo «spersonalizzante e insieme più carico di umano che esista». E da quei molti giorni, con le loro epifanie, è nato Palazzo di Giustizia, il suo primo lungometraggio, da oggi in sala dopo la presentazione alla scorsa Berlinale - e lo stop distributivo imposto [...] Vai alla recensione »
Interno giorno. Sta per iniziare un processo di Corte d'Assise nel tribunale di una grande città. Imputato il maturo benzinaio Viale che, vittima di una rapina, ha reagito sparando e uccidendo uno dei due rapinatori; ingabbiato, è presente in aula Magìa, il malvivente superstite. Ma è quello che accade appena fuori, nei lunghi e tetri corridoi, ad attirare l'occhio della cinepresa: attendono l'esito [...] Vai alla recensione »
Nella sezione penale di un grande tribunale si dibatte il caso di un benzinaio che ha ucciso un rapinatore: dietro le sbarre, è presente anche il complice. Si direbbero le classiche premesse di un «legal drama», ma Palazzo di giustizia sfiora solo il dilemma morale - legittima difesa o violenza arbitraria? - lasciando sullo sfondo toghe e avvocati. Il clou del film dell'esordiente Chiara Bellosi è [...] Vai alla recensione »
Se, come si suol dire, a volte abusando, il buongiorno si vede dal mattino, la carriera di Chiara Bellosi potrebbe essere luminosa. Qui, alla sua prima prova da regista, in un film da lei anche meravigliosamente scritto, la cineasta milanese, diplomata (non è un caso) in drammaturgia alla Paolo Grassi, confeziona un piccolo gioiello che sembra pescare dalla tradizione più gloriosa del nostro Neorealismo. [...] Vai alla recensione »
Angelina (Daphne Scoccia), insieme alla vivace figlia di 7 anni Luce (Bianca Leonardi), aspetta di poter incontrare Magia (Giovanni Anzaldo), che ha commesso una rapina ai danni del benzinaio Viale (Nicola Rignanese). L' uomo ha sparato e ucciso l' altro rapinatore. Ad attenderlo, fuori da un aula di tribunale mentre è in corso il processo, c' è la figlia Domenica (Sarah Short).
Viale, padrone di una stazione di servizio, per fermare chi lo ha rapinato con pistola giocattolo spara alle spalle e uccide uno dei due fuggitivi. Omicidio in flagranza di telecamera fissa. Quasi ogni sera al tg c'è però chi glorifica l'eccesso di legittima difesa. Si va in corte d'assise. Gli avvocati consigliano la linea difensiva standard: «Proteggevo moglie e figlia!».
Un giorno di ordinaria giustizia processuale nel composito, squadrato spazio di un claustrofobico tribunale. Nella cui Corte d'Assise ecco l'udienza col già condannato giovane rapinatore e il maturo benzinaio imputato per averne ucciso il complice in fuga. Ma la storia si anima soprattutto fuori l'aula nell'attesa amorosa e agitata di tre diverse femminilità: compagna e figlia piccola dell'ingabbiato [...] Vai alla recensione »
Presentato nella sezione Generation del Festival di Berlino, Palazzo di Giustizia segna l'esordio nel lungometraggio di finzione di Chiara Bellosi. Come in tutte le produzioni di Carlo Cresto-Dina, anche qui si percepiscono quelle caratteristiche che rendono del tutto singolari i film curati dalla sua Tempesta. Lo scrupoloso Cresto-Dina, lo sappiamo, è un produttore diverso dagli altri.
Nella sezione Alice nella città spunta un film che tenta un'incursione nelle aule buie di un palazzo di giustizia, il luogo sacro della legge e del legal thriller, un sottogenere che possiede una grande tradizione negli Stati Uniti, ma storicamente poco frequentato dalle nostre parti. In mezzo a larghi corridoi senza fine, seguiamo una storia di cronaca culminata nell'omicidio di un benzinaio che [...] Vai alla recensione »