Rubando Bellezza

Film 2015 | Documentario 94 min.

Regia di Fulvio Wetzl, Laura Bagnoli, Danny Biancardi. Un film Da vedere 2015 con Bernardo Bertolucci, Lucilla Albano Bertolucci, Fabrizio Gifuni, Sonia Bergamasco, Morando Morandini. Genere Documentario - Italia, 2015, durata 94 minuti. Uscita cinema giovedì 17 novembre 2016 - MYmonetro 3,35 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento venerdì 9 dicembre 2016

In Italia al Box Office Rubando Bellezza ha incassato 8,4 mila euro .

Consigliato sì!
3,35/5
MYMOVIES 3,50
CRITICA 3,50
PUBBLICO 3,06
CONSIGLIATO SÌ
Il documentario restituisce allo spettatore il calore della vita che percorre e investe l'attività artistica della famiglia Bertolucci.
Recensione di Marzia Gandolfi
Recensione di Marzia Gandolfi

È il 'romanzo di famiglia' il modello narrativo e metrico che Fulvio Wetzl, Laura Bagnoli e Danny Biancardi assumono per raccontare la costruzione dell'identità familiare dei Bertolucci. Le loro divagazioni sapienti, le loro forme diramate e ampie, le loro autobiografie romanzesche, dichiarate in un titolo domestico ("La camera da letto"), dissimulate dietro la luna o accordate col dolce rumore della vita. Avviato dal poema e dall'intima stanza di Attilio Bertolucci, appassionato lettore della Recherche, Rubando bellezza restituisce allo spettatore il calore della vita che percorre e investe l'attività artistica della famiglia Bertolucci, tagliando la prosa e scolpendola ritmicamente fino a creare una zona franca al confine tra biografia, racconto, riflessione, testimonianza, recitazione, omaggio.
Tre sguardi e tre videocamere per rubare la bellezza e non perderne nemmeno un frammento, per trattenere quello che per sua natura non si lascia afferrare. Interviste, letture, materiali d'archivio, sequenze, lampi drammaturgici, tessono i tempi e gli spazi dei Bertolucci, alternando la poesia alla prosa, le impennate liriche ai respiri elegiaci, la geometria alla geografia. Perché la storia di Attilio, Bernardo e Giuseppe Bertolucci parte dalla campagna parmense e muove verso Roma dove i figli del poeta riconquistano l'eredità paterna facendo originalmente loro ciò che di loro era stato fatto dal padre. Ricevono il dono del genitore attraverso un atto soggettivo di ripresa che si deposita sui movimenti di macchina di Bernardo e su quelli scenici di Giuseppe. "Materia di canto" del padre, che sublima nei versi il mondo domestico e la conflittualità generazionale, restituendoli come Stendhal "fantasticati" nella luce della memoria involontaria, Bernardo e Giuseppe praticano rispettivamente centro e margine del mondo con la consapevolezza che la storia non comincia da loro ma che a loro spetta esaltarla nel presente e consegnarla al futuro come eredità di valori.
Wetzl, Bagnoli e Biancardi intercettano quel movimento attivo di riconquista del lascito paterno che innerva le ragioni del cuore e il cuore delle loro imprese e ne fanno l'architettura di un documentario che insegue con accanita volontà amatoriale l'estetica del super 8. La forma abbraccia il suo contenuto restituendo un patrimonio familiare che è insieme patrimonio nazionale. Ma più dei versi, dei film, dei testi che i Bertolucci hanno prodotto, gli autori cercano quello che si suppone latente, scritto sul rovescio, il paesaggio della reminescenza e della favola in cui hanno coltivato la loro arte. Nella Padania, luogo fisico e mentale, tra pianure di campagna e interni domestici, luoghi di lavoro e architetture vegetali, paesaggio agrario e fluviale, emergono i temi dell'identità, del tempo e della memoria che ciascuno di loro ha declinato nel corso della carriera.
Rubando bellezza pesca in quel passato biografico e poetico un sentimento estetico collettivo scaturito da un luogo, da un ambiente e da un periodo storico-sociale. Sentimento isolato, riutilizzato e attualizzato. Con i piedi ancora saldi nell'erba, alla maniera dei loro spettacolari soggetti, Wetzl, Bagnoli e Biancardi ripercorrono quel paesaggio di figure nascoste e prodigi, il volto e la storia di chi, perduto alla forma terrena, sopravvive in quella lirica, nelle testimonianze esecutive e appassionate di Bernardo Bertolucci, Lucilla Albano, Sonia Bergamasco e Fabrizio Gifuni.
Un movimento dolce e sinuoso di risalita verso le sorgenti del Cinghio di Attilio, dentro il Novecento di Bernardo, nelle cose da dire di Giuseppe. Davanti allo spettatore si spalancano finestre che affacciano sulla vita delle forme che hanno modellato la loro relazione e definito la coincidenza dello sguardo. E i prati di Casarola sono il territorio in cui rientra quello sguardo e da cui (ri)parte, aprendo nuovi orizzonti, allontanando la fuga riparatrice, "volgendo i passi fuori". Declinando dolcemente lungo la linea poetica emiliana, il documentario svolge il tempo della quotidianità guardando a un orizzonte geografico e morale condiviso da Alberto Bellocchio, che si misura anni dopo col romanzo in versi di Attilio Bertolucci, proseguendo la tradizione del viaggio proustiano verso le radici e la rappresentazione fisica e idilliaca di quell'universo di bagliori e legami profondi compreso tra Parma e Piacenza ("Il libro della famiglia").
Poesia che cade nella prosa per rinnovare la poesia e rinnovarci alla poesia, Rubando bellezza avanza con la quiete colta della famiglia Bertolucci, definendo la costituzione di una loro patria poetica che abbraccia la felicità privata e l'angoscia della Storia, unite dal sentimento e dallo sguardo che le ripensano. Con lingua di gioia, umanissima e scandalosa in faccia a una nazione che ha spento luce e lucciole.

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PUBBLICO
RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
domenica 30 ottobre 2016
Alberto Benedetti

 Di questo suggestivo documentario sul percorso artistico della famiglia Bertolucci colpiscono la delicatezza e le attenzioni con cui Wetzl, Bagnoli e Biancardi hanno lavorato. Quasi a ribadire che la poesia è un tramite tra cielo e terra. E che esistono famiglie straordinarie che riescono a coltivare figli come fossero rose. Il richiamo alla poesia La rosa bianca di Attilio Bertolucci [...] Vai alla recensione »

STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Valerio Caprara
Il Mattino

E' naturalmente un'ottima notizia quella che registra la sempre più impetuosa affermazione dei documentari non più parenti poveri, bensì declinazione linguistica preziosa del cinema di finzione. E se il rischio è che si faccia una certa confusione tra le ormai copiose offerte (che non è detto siano tutte allettanti e necessarie), l'interesse del pubblico è destinato a rafforzarsi enormemente quando [...] Vai alla recensione »

Silvana Silvestri
Il Manifesto

Una precisa geometria fatta di elementi creativi e affettivi compone Rubando Bellezza di Fulvio Wetzl che con Laura Bagnoli e Danny Biancardi ha ricreato l'eredità poetica trasmessa dal padre ai figli nella famiglia di Attilio Bertolucci. È un patrimonio culturale che appartiene a tutti, da ritenersi prezioso in un periodo di grande povertà intellettuale, un legame ricreato con tanti sottili collegamenti, [...] Vai alla recensione »

Alessandro Izzi
Close-up

Forse il filtro psicanalitico è veramente d'obbligo quando ci si accosta a un vissuto problematico e denso come quello della famiglia Bertolucci. Un padre poeta tra i più sommi dell'Italia novecentesca getta, infatti, un'ombra lunga su due figli, amatissimi, eppure ricercati nella distanza di uno sguardo adulto che è già sul viso del bambino quando la luce è quella giusta.

SHOWTIME
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