Anno | 2016 |
Genere | Teatro, |
Produzione | Gran Bretagna |
Durata | 184 minuti |
Regia di | Kenneth Branagh, Rob Ashford |
Attori | Derek Jacobi, Lily James, Richard Madden . |
Uscita | martedì 29 novembre 2016 |
Tag | Da vedere 2016 |
Distribuzione | Nexo Digital |
MYmonetro | 3,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 30 novembre 2016
La faida tra Montecchi e Capuleti porta a conseguenze devastanti per i due giovani amanti coinvolti nel conflitto.
CONSIGLIATO SÌ
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La vicenda dei due giovani innamorati di Verona scritta da Shakespeare viene portata sulla scena da Kenneth Branagh e Rob Ashford al Garrick Theatre di Londra collocandola negli Anni '50 e affidando la regia cinematografica a Benjamin Caron.
Che Kenneth Branagh sia un esperto di messe in scena shakespeariane è noto a tutti anche perché si fece conoscere sugli schermi mondiali con uno straordinario Enrico V. È altrettanto noto che ha realizzato adattamenti che rispettavano da un punto di vista storico l'epoca in cui vennero rappresentati per la prima volta così come trasposizioni in tutt'altro contesto. Si può quindi immaginare come si sia presa poca cura di chi, con il sopracciglio alzato, avrebbe potuto mettere in discussione l'idea di trasferire le vicende di Capuleti e Montecchi nell'Italia a metà del ventesimo secolo. D'altronde lo stesso Shakespeare si prendeva un rischio non da poco rivelando agli spettatori sin dal prologo come sarebbe andata a finire la vicenda. La sicurezza nei suoi mezzi di narratore gli consentiva anche questo azzardo.
Branagh qui decide di azzardare a sua volta muovendosi su due livelli. Perché se le foto di scena ci rimandano a un'Italia (anzi potremmo dire a una Roma più che a una Verona) che fonde le canottiere di Poveri ma belli con le Vacanze romane avendo però al centro il Fellini de La dolce vita e di 8 e ½ avvalendosi di tonalità in cui prevalgono abiti scuri su camicie bianche ma in cui non mancano anche dei blu e delle luci ambrate, nel film tutto cambia. Perché la scelta è quella di rifarsi rigorosamente al cinema italiano di quegli anni trasferendo tutto in un rigoroso bianco e nero di grande efficacia. Ecco allora scomparire la giacca color carta da zucchero di Romeo o la capigliatura di un rosso acceso di frate Lorenzo per immergere lo spettatore in un mood che fonde iconografia del passato e stile recitativo del presente.
Preceduto da una serie di interventi di adolescenti che si rapportano ai temi eterni della tragedia shakespeariana sulla base del loro sentire attuale, il testo teatrale viene portato in scena praticamente nella versione integrale che ci regala interventi che spesso (sia in teatro che nelle trasposizioni cinematografiche) sono stati tagliati. Questo favorisce la scelta (anch'essa azzardata ma vincente) di affidare il ruolo di Mercuzio a Derek Jacobi. Ecco quindi non l'agile e scattante (con la lingua come con la spada) provocatore che più volte ci è stato proposto ma un uomo anziano che la sa lunga sulla vita e sulla morte. Questa assegnazione nasce da una reminiscenza di lettura giovanile di Branagh a proposito dell'insolito incontro tra T.E. Lawrence ed Oscar Wilde. C'è poi la scelta vincente di affidare i ruoli di protagonisti ai due attori a cui aveva chiesto di essere Cenerentola e il Principe nel suo ultimo film (Richard Madden e Lily James) chiedendo loro un affiatamento che già avevano ma contestualizzandolo in modo ovviamente molto diverso.
In particolare Lily James affronta il personaggio con un'intensità che si era cominciato a vedere nella miniserie War and Peace prodotta dalla BBC in cui aveva interpretato il personaggio di Natasha Rostova ma che qui si esplicita in modo efficace portando in scena anche fisicamente il tumulto adolescenziale che turba Juliet partendo dalle sue viscere.