Mi rifaccio il trullo

Film 2016 | Commedia,

Regia di Vito Cea. Un film con Uccio De Santis, Lorena Cacciatore, Pietro Genuardi, Stefano Masciarelli, Umberto Sardella. Cast completo Genere Commedia, - Italia, 2016, Uscita cinema giovedì 3 marzo 2016 distribuito da Adriatica Film. - MYmonetro 2,63 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento mercoledì 31 gennaio 2018

La storia prende spunto dal fenomeno reale dei furti di trulli, smontati pezzo per pezzo, pietra per pietra, nelle campagne della Puglia. In Italia al Box Office Mi rifaccio il trullo ha incassato 103 mila euro .

Consigliato nì!
2,63/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA
PUBBLICO 3,25
CONSIGLIATO NÌ
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Una commedia brillante che rischia d'inabissarsi sotto il peso della gag televisiva.
Recensione di Olivia Fanfani
Recensione di Olivia Fanfani

Michele Modugno è un muratore pugliese famoso per essere un inguaribile Don Giovanni. In costante ritardo con le rate del mutuo, lui e la sorella sono costretti ad affittare il trullo di famiglia ad un'anziana signora settentrionale per saldare un grosso debito che altrimenti rischia di rovinarli. Un imprevisto costringe la donna ad annullare la partenza e, al suo posto, Michele viene sorpreso dall'arrivo di una giovane e bella ragazza milanese, Giada, avvezza all'aperitivo -"l'ape" per gli amici - e agli inglesismi. Le differenze tra i due sono subito evidenti e le incomprensioni si trasformano presto in irresistibile desiderio, ostacolato da una comare innamorata di Michele per cui il nostro è costretto a fingersi francescano. In tutto questo intanto il trullo di famiglia viene letteralmente rubato, e la bella milanese sarà costretta a soggiornare nella casa/trullo che il protagonista condivide con l'anziana madre.
In un paesino dell'entroterra pugliese, la classica storia del ragazzo di paese innamorato di una donna abituata agli ambienti mondani trova la sua originalità nel giallo della sparizione della tipica costruzione dal tetto a cono, smontata pezzo per pezzo e destinata a ornare la villa lontana di un ricco uomo d'affari.
Sullo sfondo di una puglia da cartolina, si mischiano elementi contraddittori in grado di rappresentare ciascun personaggio nella sua specificità: un commissario alle prese con uno strano metodo per smettere di fumare; un prete in grado di carpire per primo gli umori dei compaesani; turisti un po' superficiali in cerca di svago e affari non propriamente leciti. Trait-d'union tra le vicissitudini personali che popolano il ridente paese è l'indagine sul furto anticonvenzionale degli antichi mattoni, attorno al quale si riunisce una serie di caratteristi elevati a simbolo paradigmatico dell'Italia tutta.
Gennaro Uccio De Santis si cala alla perfezione nel ruolo del caricaturale ragazzo di provincia dal dialetto fortemente marcato, instancabile nel sognare un futuro idilliaco in America. Ciononostante l'impressione è del brillante teatrale prestato al cinema, che si dimena tentando invano di creare un immaginario visivo, per inciampare, ahinoi, sull'abuso grottesco del parlato. Infatti, tra i luoghi comuni di atteggiamenti parossistici, con cui si vorrebbe scardinare lo stereotipo, il film ritrova una spiccata verve comica solo quando la scrittura si concentra sui passaggi in cui si svolge l'azione, abbandonando le gag da varietà di matrice televisiva.
Con un marcato messaggio di unità nazionale, il film di Vito Cea tenta di rilanciare il fortunato genere della commedia made-in-sud, peccando di autoreferenzialità laddove Miniero (Benvenuti al Sud) giocava ironicamente sui cliché regionali. L'attenzione alla caratterizzazione estrema dei protagonisti è un arma a doppio taglio che rischia di penalizzare l'equilibrio narrativo, con la commedia rosa fulcro della narrazione fino ai tre quarti buoni del film. Nonostante l'impostazione registica classica, poco avvezza ai virtuosismi tecnici e linguistici, la genuina semplicità degli intenti scade nella perentorietà di qualche affermazione che risulta come uno scambio meccanico di battute già sentite - ti presento IL Giampy e LA Roby-, a tratti prevedibili. L'unica vera rivelazione di un'opera comunque godibile, è il paese di Cisternino, il perimetro entro cui il regista, senza pretese di autorialità, riscopre le meraviglie della valle dell'Itria insieme a una milanese "liquida", in un viaggio spassoso alla ricerca di nuove radici.

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RECENSIONI DALLA PARTE DEL PUBBLICO
sabato 14 luglio 2018
Sellerone

il punto di forza di questo film, a mio avviso sono i protagonisti e l'ambientazione. detto questo, c'è qualche esagerazione che rende il gusto acerbo, ma si recupera cammin facendo, battute eccezionali sopratutto grazie allo slang pugliese e comici a kilometro zero. il finale ha una parte di sorpresa che non guasta. bella commedia all'italiana con poche parolacce e tanto divertimento. [...] Vai alla recensione »

venerdì 11 marzo 2016
Gianni Arnese

Non concordo con la recensione del sito. A me è sembrata una commedia ben scritta e ben girata. Non la definirei un capolavoro, ma negli ultimi mesi ho visto commedie di attori molto famosi decisamente meno riuscite di questa. Dire che "Benvenuti al sud" giocava e ironizzava con i luoghi comuni sul nord e il sud mentre questo film, invece, cade nei luoghi comuni, non mi trova assolutamente d'accordo. [...] Vai alla recensione »

venerdì 11 marzo 2016
pierri93

Piacevole commedia. ben diretta dal regista Cea. Molto bravo Uccio de Santis e tutto il suo cast. Bella la Cacciatore! Stupende immagini della nostra amata Puglia . Ve lo  consiglio per passare una bella serata! 

lunedì 7 marzo 2016
emmemme

Non sono molto d'accordo con la recensione del critico Olivia Fanfani, che liquida il film con un po' di sufficienza. Premetto che non sono un'estimatrice di Uccio De Santis (ad esmepio non sopporto le scenette del Mudù) e che sono andata a vedere il film insieme a un gruppo di amici, per passare una serata in compagnia. Inaspettatamente, invece, il film mi è piaciuto [...] Vai alla recensione »

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