Titolo originale | Deux ou trois choses que je sais d'elle |
Anno | 1966 |
Genere | Documentario |
Produzione | Francia |
Durata | 95 minuti |
Regia di | Jean-Luc Godard |
Attori | Anny Duperey, Marina Vlady, Roger Montsoret, Jean Narboni . |
Tag | Da vedere 1966 |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,49 su 2 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 25 luglio 2017
"Lei" non è un personaggio femminile, ma la città di Parigi, ripresa durante i lavori di ristrutturazione che la renderanno più rispondente alle esige...
CONSIGLIATO SÌ
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"Lei" non è un personaggio femminile, ma la città di Parigi, ripresa durante i lavori di ristrutturazione che la renderanno più rispondente alle esigenze della società moderna. Tra una scena e l'altra si inserisce la storia di una donna, moglie e madre, che per permettersi i capricci imposti dalla società dei consumi di tanto in tanto si prostituisce.
DUE O TRE COSE CHE SO DI LEI disponibile in DVD o BluRay |
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€12,99 | – |
Immaginate che la verita' esista ma noi non la vediamo per via della nostra troppa routine della vita di citta' piena di svaghi,eccessi,e per certi aspetti monotonie illusorie che servono solo a depradare un nostro lato interiore.Se non riuscite abche solo lontanamente ad immaginare tali situazioni questo film forse puo' aprirvi una porta per riflettere sulla vita come non l'avete forse mai vista da [...] Vai alla recensione »
Con questo film del 1967, in piena epoca contestataria, alle scaturigini dell’incendio del 68, con la guerra del Vietnam che imperava anche nelle varie consorterie politico-culturali occidentali e di cui si odono gli echi nel film, Godard inizia l’opera di rottura del mezzo cinematografico interrogandosi al tempo stesso sulle sue possibilità di essere portatore di senso e significati.
la recensione sotto era la mia cara lucre..cmq davvero un film intenso e ricco di significati criptati che portano a riflettere sulle problematiche della societa' sempre piu' fuori dall'individuo singolo e chiusa in un consumismo sfrenato incurante dell'essere.
Il regista ha ripetuto spesso che il personaggio centrale del suo film non è la donna, come il titolo potrebbe far supporre, ma la città, Parigi, la "ristrutturazione" dei grandi quartieri popolari voluta dal governo gollista. E infatti uno dei motivi più pungenti e inquietanti del film è costituito dai ripetuti inserti di questa città sventrata, sconvolta, ricostruita da operai, tecnici, ingegneri [...] Vai alla recensione »