Titolo originale | Futatsume No Mado |
Anno | 2014 |
Genere | Sentimentale |
Produzione | Giappone |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Naomi Kawase |
Attori | Makiko Watanabe, Hideo Sakaki, Jun Murakami, Miyuki Matsuda, Tetta Sugimoto Fujio Tokita, Nijirô Murakami, Jun Yoshinaga. |
Tag | Da vedere 2014 |
MYmonetro | 3,24 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento martedì 3 marzo 2020
Con Still the Water Naomi Kawase descrive la natura ciclica della vita, della morte e dell'amore.
CONSIGLIATO SÌ
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Dopo il passaggio di un tifone il giovane Kaito, che abita con la madre divorziata nell'isola giapponese Anami Oshima, trova vicino alla riva il cadavere di un uomo coperto di tatuaggi. Quel cadavere inneschera' una serie di congetture sulla vita amorosa della madre del ragazzo dopo il divorzio che Kaito non ha mai veramente accettato. Dal canto suo la fidanzatina di Kaito, Kyoko, sta attraversando un momento drammatico: sua madre è malata terminale e torna dall'ospedale per finire a casa i suoi ultimi giorni. La madre di Kyoko è una sciamana che vive "al confine fra gli dei e gli esseri umani" e accoglie con serenita' la prospettiva dell'estremo passaggio, ma Kyoko non sa rinunciare alla presenza corporea della mamma per accontentarsi di quello spirito che, per chi resta, "non e' abbastanza".
Naomi Kawase costruisce un fragile micorocosmo umano incastonato all'interno di un ambiente naturale potente e incontrollabile, raccontando con la sua consueta visione olistica una storia minima ma di grande impatto emozionale. La descrizione intima della famiglia di Kyoko comprende anche un padre surfer di grande profondità filosofica, e uno zio anziano che incita Kyoko e Kaito a rivendicare la propria giovinezza, buttandosi con coraggio nella vita confidamndo nella certezza che "noi anziani vi raccoglieremo, se cadete".
Da molto tempo non si vedeva sul grande schermo un ritratto di armonia domestica così realistico e così profondamente commovente, una testimonianza di interazione amorevole fra genitori e figli così naturale e organica, lontana anni luce dalle innumerevoli descrizioni di famiglie disfunzionali minate da rivalità e rancori che il cinema occidentale dispensa a piene mani. L'intreccio affettivo (e fisico) interno alla famiglia di Kyoko è un esempio di interdipendenza fra esseri umani che vivono con gioia il proprio reciproco potenziamento. E anche il giovane Kaito, che ha perduto questa fonte di energia positiva con il divorzio dei genitori, sarà invitato a ritrovare un equilibrio all'interno della sua nuova geografia famigliare.
Kawase affronta di petto, ma con infinita delicatezza e poesia, il tema dell'accettazione della vita e della morte attraverso la comunione con gli altri esseri viventi (non solo umani) e con l'ambiente. La fotografia luminosa e trasparente di Yutaka Yamazaki, fedele D.O.P. di Hirokazu Kore-eda, contribuisce alla nitidezza del messaggio, veicolato attraverso le immagini e i silenzi molto più che attraverso i dialoghi. Il risultato è una sorta di breviario consegnato agli spettatori per accompagnarci nella difficile impresa di vivere, seguendo il flusso naturale delle cose (l'acqua è l'elemento ricorrente in tutta la cinematografia di Kawase) e riconoscendoci come parte di un "tutto" allo stesso tempo immanente e trascendente, con umiltà e rispetto.