Anno | 2009 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Giappone |
Durata | 119 minuti |
Regia di | Jun'ichi Mori |
Attori | Ryo Kase, Fumiyo Kohinata, Masaki Okada, Yoshinori Okada, Kyoka Suzuki, Atsuro Watabe Yuriko Yoshitaka. |
Tag | Da vedere 2009 |
MYmonetro | 2,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 5 ottobre 2011
Due ragazzi si mettono sulle tracce di un incendiario seriale. Gli incendi sembrano avere un collegamento con altri delitti avvenuti anni prima e che nascondo un terribile segreto che li riguarda
CONSIGLIATO NÌ
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Un incendiario seriale terrorizza una cittadina giapponese. Due fratelli si mettono sulle sue tracce e scoprono dei collegamenti con dei graffiti apparsi nei luoghi degli incendi che nascondono un messaggio. L'incendiario è collegato con un'altra serie di delitti avvenuti 24 anni prima, quando uno studente stuprò 30 donne. Intanto la vita dei ragazzi è sconvolta dalla scoperta del cancro del padre che lascia riaffiorare i ricordi della madre morta in un incidente automobilistico e della loro infanzia, in cui si annidano dei segreti.
La premessa di Gravity's clown ha le chiare stigmate del thriller, del classico film horror orientale in cui il germe della follia, del misterioso, si nasconde dentro la famiglia, nei legami di sangue. Però, il regista Jun-ichi Mori mette dentro tanti altri spunti: l'ossessione continua dell'aspetto esteriore mai appagata come la fame di sesso che sembra consumare alcuni personaggi (il tentativo di stupro iniziale, la ragazza che perseguita Haru che fa una plastica per poterlo sedurre, lo stupratore seriale); il conflitto tra la natura degli uomini, il genoma e l'educazione familiare che lascia un'impronta sugli esseri umani forse maggiore di quella del dna; il senso della perdita e la fiducia decisamente orientale di tenere al proprio fianco le persone che amiamo anche se non ci sono più.
Così il fiume della narrazione di Gravity's clown si spezza in tanti piccoli rivoli carsici dando vita a un flusso multiforme, un dramma familiare, che si intreccia con la caccia all'uomo fino a scavare nella profonda conflittualità tra la natura, le pulsioni, l'amore parentale e i figli che diventano specchio dei genitori che li crescono. L'approccio stilistico, però, rimane chiaro e uniforme, così nei momenti intimisti i personaggi divampano in tutta la loro forza, capaci letteralmente di volare, strappandosi alla forza di gravità che li spinge a terra grazie alla capacità di ispirare un sorriso nel ricordo di un genitore che non c'è più.