Anno | 2009 |
Genere | Commedia, |
Produzione | USA |
Durata | 87 minuti |
Regia di | Suzi Yoonessi |
Attori | Vanessa Marano, Melissa Leo, Elaine Hendrix, Meaghan Martin, Beth Grant Shayne Topp, Zane Huett, Chase Wright Vanek, Kari Nissena, Emma Noelle Roberts, Eleanor Hutchins, Savanah Wiltfong, Bob McCracken, Elaine Mani Lee, George Bass, Maia Lee, Rick Turner. |
Tag | Da vedere 2009 |
Distribuzione | Wave Distribution |
MYmonetro | 3,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 30 giugno 2011
Fairbanks, Alaska. Ness si iscrive alla scuola dell'ex fidanzatino Philip per tentare di raggiungerlo ma finisce col superarlo.
CONSIGLIATO SÌ
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Vanessa Lemor ha 13 anni e un grande amore, l'intellettuale Philip, che non esita ad abbandonarla a se stessa quando giunge per lui il momento della scuola superiore e della popolarità. Dopo un'estate col cuore spezzato, Ness s'iscrive alla stessa Nichols Academy del ragazzo, a Fairbanks, Alaska, ma si ritrova presto catapultata tra gli ultimi dell'istituto, i cosiddetti Fubar ("F***ed Up Beyond All Recognition). Nonostante la posizione di svantaggio, la ragazzina decide di concorrere con i nuovi amici alla Snowstorm Survivor, la manifestazione sportiva della scuola che richiama le tradizioniali olimpiadi degli indiani nativi, nel nome della multiculturalità e della cancellazione del pregiudizio. In questo modo, crede di poter mutare l'opinione che Philip ha di lei e poterlo riconquistare.
Dear Lemon Lima tematizza dunque immediatamente la questione dell'identità come una questione tutt'altro che risolta o data in partenza e l'adolescenza come niente meno che una gara di resistenza.
Mentre Philip e i perfettini della sua squadra si cimentano in un campionato di imitazione, che della cultura a cui s'ispira fa letteralmente il verso, Ness e il suo gruppo fa propria la cultura del posto non solo reinterpretandola ed adattandola al proprio corpo e temperamento, come nella sequenza della danza, ma immergendosi letteralmente in essa attraverso il contatto con la natura, l'erba, l'acqua. Il fatto che lui e i suoi non riescano ad adattarsi all'eccezionale trasformazione delle olimpiadi sulla neve in competizioni sotto il sole dice molto della loro poco autentica sintonia con il terreno di gioco e racconta allo stesso tempo il grado di maturazione dei Fubar, che arrivano al termine del percorso (e del film) preparati da una lotta vera, perché della loro giovane vita hanno sperimentato "i pesi" e fronteggiato l'ostacolo più alto, la morte.
Tra cuoricini disegnati e sassolini colorati, Suzi Yoonessi fa scorrere dei rigagnoli gelidi che sussurrano parole di emarginazione, solitudine e inadeguatezza (c'è poco da ridere della madre di Hercules, che ha paura che il figlio si faccia delle amiche ma gli mette in mano volentieri un fucile) e dà vita ad un racconto per immagini che ha il grande merito -pur incanalandosi in un modello narrativo che è un vero e proprio stampino e dunque una garanzia almeno di struttura- di non accontentarsi mai di facili tipizzazioni (del perfido Philip non si nega lo smalto né una certa capacità di comprensione e di stimolo) e di tracciare una parabola di crescita non semplicemente mettendosi all'altezza della protagonista ma misurandosi con le sue forze e le sue capacità, senza gonfiarle e senza mai sminuirle.
Mi è davvero piaciuto molto, tenerissimo, divertente e commovente. Oltre alla sceneggiatura ho gradito anche gli attori, la regia e la colonna sonora. Tratta di temi adolescenziali e dinamiche familiari delicate, un film molto sensibile e originale, bello anche qualche accenno a tematiche animaliste. Peccato che dopo tanto tempo non sia ancora uscito in Italia, mi piacerebbe vederlo al cinema [...] Vai alla recensione »