Anno | 1998 |
Genere | Thriller |
Produzione | USA |
Durata | 89 minuti |
Regia di | Jeff Bleckner |
Attori | Christopher Reeve, Daryl Hannah, Robert Forster, Ruben Santiago-Hudson, Anne Twomey Ritchie Coster, Allison Mackie. |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Remake televisivo del capolavoro di Hitchcock, con il ritorno di Christopher Reeve davanti alla cinepresa dopo l'incidente che lo ha paralizzato. Ha vinto un premio ai SAG Awards,
CONSIGLIATO SÌ
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Jason aveva tutto. Un futuro brillante come architetto, le belle donne, una casa magnifica, prestigio e potere. Ma un brutto incidente stradale gli ha spezzato la vita, nella stessa identica maniera in cui si è spezzata la sua colonna vertebrale, costringendolo alla paralisi. Con la costante idea di riprendersi un'esistenza che era sua, Jason si impegna nella fisioterapia e, in un lasso di tempo abbastanza breve, riesce comunque a ritrovare un po' della sua indipendenza, sebbene ancora in sedia a rotelle. Costretto a stare a casa, con due infermieri al suo fianco, non trova di meglio da fare che occupare il suo tempo spiando i vicini da quella finestra che "dà sullo stesso muro di mattoni di sempre". Tuttavia sarà quella finestra sul cortile a spezzare - ancora una volta - la sua immobile esistenza: non solo sospetterà che il suo vicino di casa scultore abbia ucciso la moglie alcolizzata, ma troverà la complicità (e l'amore?) della collega Claudia, vero e unico braccio destro di questo Sherlock Holmes con crisi respiratorie.
Remake televisivo e più moderno (il protagonista si avvale degli ultimi ritrovati dell'high-tech e della tecnologia più in generale per ritrovare l'autonomia perduta) del capolavoro del re della suspense Alfred Hitchcock, il film segna il ritorno di fronte all'obiettivo dell'attore Christopher Reeve, il più celebre Superman cinematografico, dopo la caduta da cavallo che lo rese veramente invalido nel 1995. Perfettamente calato nella parte, tanto da indurre lo spettatore a provare un misto di pena e solidarietà per quel senso di impotenza che aleggia su tutta la pellicola, Reeve si guadagnò una nomination ai Golden Globe come miglior attore in un filmtv. Nonostante le buone intenzioni e la buona qualità del film (diretto da un regista con una brillante carriera televisiva, ma soprattutto teatrale alle spalle), mancano quelle componenti che resero l'originale finestra sul cortile (1954), quel capolavoro che è. Dove sono gli splendidi dialoghi? Dove è quel senso di voyeurismo così acuto? Ma nonostante Christopher Reeve sia molto meno perverso di James Stewart e Daryl Hannah non abbia l'irresistibile carica erotica di Grace Kelly, il film è comunque godibile sotto ogni punto di vista. Piccola particolarità: Allison Mackie ricopre due ruoli: quello della moglie alcolizzata dello scultore e della sorella di questa.
Mentre lo guardavo, mi domandavo: "ma perché ci sono cascato?" Ora invece sono contento di averlo visto. Dalla scelta degli attori -povero Reeve, forse mal doppiato, certo un bel volto di cera- alla sceneggiatura, ai bei ritrattini degli inquilini osservati da Stewart, alcuni quasi indimenticabili, non un solo dettaglio è lontanamente paragonabile al modello.
Se "ci si" dovesse star zitti per ogni attore morto...