Ms. Marvel

Kamala Khan è una ragazzina musulmana, di origini pakistane, che vive a Jersey City e frequenta la high school. La sua principale preoccupazione è partecipare, contro il volere dei genitori, alla Avengers Con, per la quale si è preparata per mesi realizzando un costume da Capitan Marvel, la sua eroina del cuore. Pochi giorni prima riceve per posta un bracciale dalla nonna e questo la rende capace di generare cristalli di luce solida, con i quali diventa, non senza incidenti, una sorta di supereroina. L'agenzia governativa Damage Control vuole arginare i giovani supereroi e quindi inizia a cercarla, ma anche un misterioso gruppo di individui ha bisogno di lei, perché il bracciale può riaprire il portale verso il loro mondo...

Ms. Marvel è la più teen delle serie Marvel-Disney ed è anche una delle più riuscite: spigliata e stilizzata è fieramente multiculturale, capace di portare temi nuovi e inattesi nel Marvel Universe Cinematografico.

È stata infatti una vera sorpresa che, a differenza della "più adulta" Moon Knight con l'Egitto, Ms. Marvel abbia preso sul serio le tematiche connaturate alla sua protagonista immigrata, andando a raccontare una questione tragica e difficile come quella della Partizione tra India e Pakistan. Non è il tema che ci si aspetta da un prodotto d'intrattenimento per ragazzini e se anche l'episodio numero 5, ambientato in larga parte nel secolo scorso, è stato meno vibrante e più didascalico di altri, si apprezza il coraggio di raccontare la Partizione in Tv a un pubblico che probabilmente non ne sa nulla o quasi. Oltretutto la questione è stata tematizzata anche sul fronte fantastico, dove il gruppo di "clandestini" che vuole il bracciale di Kamala e i suoi poteri è in sostanza a sua volta vittima di una analoga Partizione, per cui non può tornare dal Paese da cui proviene.

Al di là dei nobili intenti, Ms. Marvel funziona e conquista soprattutto per la freschezza dello stile, con incursioni grafiche e di formati da social media rispetto al più consueto stile Marvel televisivo. Il pilot in particolare è ricco di interventi di grafica sui muri di Jersey City, ad accompagnare la vicenda con una sorta di racconto visivo parallelo. Queste animazioni scompaiono nelle puntate successive, forse per risparmiare sul budget, ma più probabilmente perché la reiterazione avrebbe rischiato di togliere freschezza e risultare ripetitiva.

Ms. Marvel riesce comunque a mantenersi leggera in virtù dei personaggi e delle loro dinamiche, tra teen e family drama, con partecipazioni di attori di Bollywood e con attenzione a raccontare la moschea come luogo di culto e soprattutto di ritrovo, sorta di cuore di un vitale vicinato. Anche l'ambientazione proletaria è benvenuta: Kamala non vive in ville o appartamenti di lusso (come la giovane Hawkeye) e neppure in una città glamour come New York (come il più vicino Spider-Man), bensì in un quartiere dove i punti di riferimento sono, oltre alla moschea, il kebabbaro e la scuola.

Che la serie sia tra le più riuscite si deve probabilmente alla vicinanza anagrafica tra la protagonista e le produzioni Disney Channel: c'è molta esperienza pregressa nel raccontare questa età e queste situazioni, inoltre la Tv è un contesto naturale per le avventure a misura di teen di Ms. Marvel. Il che non significa sia una serie povera, anzi le scene d'azione sono piuttosto ben realizzate, con un investimento notevole in particolare nell'inseguimento a Karachi nella quarta puntata. Anche gli effetti speciali dei cristalli di luce solida risultano più efficaci di altri superpoteri visti in Tv.

Dove la serie mostra la corda è, ancora una volta con la Marvel, nel finale. Gli showdown tra supereroi sono difficili da portare in Tv senza il super-budget cinematografico, ma il problema qui non è solo di spettacolarità. La sottotrama della Damage Control che insegue l'eroina porta i giovani protagonisti a essere braccati da truppe speciali simili alla SWAT, con avveniristiche armi non letali. Ovviamente c'è una assoluta disparità tra i due gruppi e le soluzioni da Mamma, ho perso l'aereo utilizzate sono davvero troppo infantili - anche per il pubblico adolescente. Più in generale tutta la questione della Damage Control è poco integrata nella storia e ci riporta al più tipico limite delle serie Marvel: l'accumulo di trame prese dal fumetto che poi però non vengono sviluppate in modo equilibrato. Immancabili comunque i colpi di scena finali che rilanciano il futuro del personaggio - e uno è davvero molto molto grosso - così come la scena post-titoli di coda, che regala un cameo di lusso e prelude al ritorno di Kamala in The Marvels, l'anno prossimo al cinema. 