Titolo originale | J'ai perdu mon corps |
Titolo internazionale | I Lost My Body |
Anno | 2019 |
Genere | Animazione |
Produzione | Francia |
Durata | 81 minuti |
Regia di | Jérémy Clapin |
Attori | Victoire Du Bois, Patrick d'Assumçao, Hakim Faris, Alfonso Arfi, Hichem Mesbah Myriam Loucif, Bellamine Abdelmalek, Maud Le Guenedal, Nicole Favart, Quentin Baillot, Céline Ronte, Deborah Grall, Pascal Rocher, Bruno Hausler, Jocelyn Veluire, Raymond Hosni, Guillaume Desmarchellier, Brooke Burgstahler, Tucker Chandler, Sarah Lynn Dawson, Charles Fathy, Barbara Goodson, Dennis Kleinman, Mark Lewis (III), Jonny Mars, Tipper Newton, Dev Patel, Jarrod Pistilli, Tara Sands, Alia Shawkat, Anouar H. Smaine, Wolfie Trausch, George Wendt. |
Uscita | lunedì 16 dicembre 2019 |
Tag | Da vedere 2019 |
MYmonetro | 3,43 su 7 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 5 dicembre 2019
Una mano corre alla ricerca del suo corpo. Il film ha ottenuto 1 candidatura a Premi Oscar, 1 candidatura agli European Film Awards, 3 candidature e vinto un premio ai Cesar, 3 candidature e vinto un premio ai Lumiere Awards, 1 candidatura a Critics Choice Award,
CONSIGLIATO SÌ
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A Parigi, la mano recisa di un giovane uomo evade da un laboratorio di dissezione anatomica decisa a ritrovare il corpo a cui appartiene. Il viaggio sarà funambolico e impervio ma sostenuto dalla presenza persistente di Naoufel, con cui la mano è cresciuta e a cui ripensa costantemente risalendo il tempo fino alla sua infanzia felice. Un'infanzia bruscamente interrotta da un incidente che lo ha reso orfano e lo ha affidato a un anaffettivo parente prossimo. La mano avanza lungo la strada e dentro il tempo fino a incontrare Naoufel e Gabrielle, una cliente a cui il ragazzo consegna la pizza e il cuore. Perché suo malgrado Naoufel è un corriere, impiegato in una misera pizzeria da cui vorrebbe fuggire per esistere. Ad accarezzarne il sonno e a favorirne il destino sarà la sua mano, ostinata nella ricerca e nel 'legame'.
C'è qualcosa di perturbante e 'scapigliato' nel racconto di Jérémy Clapin, illustratore francese indipendente che conferma il suo talento passando al lungometraggio. In una Parigi lugubre e piovosa, infestata da piccioni e topi, disegna la storia di una mano che ha perduto il suo corpo, una storia organica che rivisita in chiave estetizzante il materiale anatomico.
Parallelamente, l'intrigo rintraccia la storia del corpo agognato con emozione sensoriale, emergendo dal bianco e nero dei flashback i ricordi di un passato assimilato in profondità, nei tessuti, lungo i nervi che rispondono a un richiamo e la trascinano dove tutto è cominciato. Dove 'lei' e Naoufel si sono bruscamente separati. Alternando gioia e malinconia, temporalità e registri, animazione 3D e disegni in 2D, I lost my body è un movimento convulsivo, lo stiramento nervoso di una mano per mettersi a posto, per rimettersi al suo posto. Jérémy Clapin traccia una promenade fisica che incrocia il destino di due orfani sui tetti di Parigi, una mano e un corpo separati da un trauma.
Trasposizione in immagini del romanzo di Guillaume Laurant ("Happy Hand"), I lost my body è una storia a due voci, quella della mano in prima persona e quella del 'corpo' che vediamo crescere, soffrire, innamorarsi. Il film si concentra sull'essenza della percezione umana, affondando il racconto in quella 'patologia misteriosa' che alimenta da sempre il dibattito scientifico e quello dell'immaginario collettivo.
Ma Clapin va più in là, volgendo la teoria dell''arto fantasma' in 'memoria dell'arto', perchè è la mano destra del protagonista a conservare una 'body image'. È lo sguardo della mano a guidare lo spettatore e a costituire una modalità di accesso al mondo che non si riduce per lei a una semplice acquisizione di informazioni.
La mano perduta di Naoufel è consapevole, concepisce gli stimoli e applica nei loro confronti la propria viva e struggente intenzionalità. È stata una mano che ha accarezzato e nel contempo ha sentito la carezza. L'immaginazione grafica del regista e la finzione mentale della mano compensano la mancanza del corpo, avanzando verso l'interezza primaria e dentro un mondo conquistato nella fatica e nell'incertezza. I lost my body è un'opera densa che tocca temi di incredibile profondità, immergendoli abilmente nel mondo, nel linguaggio della filosofia e della letteratura.
Scapigliato come un racconto di Igino Ugo Tarchetti ("Storia di una gamba"), il film raccorda con l'animazione notturna e orrorifica, organicistica e lirica, il racconto della memoria sensoriale e la ricerca di ciò che ci ha lasciato. Come lo spettatore, la mano segue le tracce audio ed emozionali dentro un décor urbano e ordinario, ripercorrendo la scia fatale che l'ha tranciata.
Il suo dolore, mobile e tattile, le sue tribolazioni, deve vedersela da sola contro cani, rovesci e cadute, rivelano indizi per una comprensione più profonda degli uomini, forzando il senso comune e costringendoci a cercare a fondo, nei bassifondi e dietro a porte ostinatamente chiuse. A cercare dove non avremmo mai immaginato per trovare anche il fantasma di una risposta. Una risposta appesa all'orlo di un abisso mentale. Perché Naoufel è a un passo dal rinunciare a vivere quando il destino lo prende 'per mano' per condurlo dove tutto (ri)comincia.
Un cartoon di animazione tradizionale,che sceglie un'idea tanto bizzarra quanto azzeccata e a suo modo toccante per parlare di temi come solitudine,dolore del passato,difficoltà nei rapporti quotidiani e la forza di volontà per andare avanti.La narrazione in parallelo alterna le dolenti vicende del protagonista a quelle dalla mano in balia della metropoli sviluppando la storia in [...] Vai alla recensione »
Trasmesso in Italia da Netflix, Dov'è il mio corpo? è un'opera costruita intorno a un'immagine tanto semplice quanto potente: una mano, senza il resto del corpo attaccato, che si lancia in una corsa precipitosa, dopo aver (ri)preso coscienza in seguito a un incidente in un ospedale. La mano cerca la persona a cui era attaccata in origine, un ragazzo di origini arabe la cui vicenda seguiamo in un lungo [...] Vai alla recensione »
Sembra impossibile ma dentro Netflix, in uno stesso film, troverete una mano amputata che cerca di sgattaiolare verso il suo padrone attraversando tutta Parigi e poi un adolescente marocchino occhialuto traumatizzato dalla morte dei genitori innamorato perso di una bibliotecaria appassionata de Il mondo secondo Garp di John Irving. Si possono unire magia e realismo? Certo che sì se l' autore del racconto [...] Vai alla recensione »
Il cinema d'animazione - forse soprattutto quello europeo - ha da sempre un vantaggio, anche se non sempre sfruttato, dato dal fatto che concretamente l'autore può avere il controllo pressoché totale sulla materia di cui e fatta la sua storia. Sulla sostanza, sui corpi, sui suoni, e può ragionare liberamente su distorsioni, su deformazioni, su schiacciamento e rilievo, su 2D e 3D, su ribaltamenti [...] Vai alla recensione »
Una mano si risveglia in un laboratorio di medicina, si libera affannosamente del sacchetto in cui è imprigionata e scappa. Attraversa Parigi per ritrovare il proprio corpo, quello di Naoufel, un giovane che la mano ricorda quando era ancora bambino e le faceva toccare la sabbia in spiaggia, oppure quando le insegnava a suonare. Mentre la mano sfugge ai ratti e a compattatori di rifiuti, vediamo Naoufel [...] Vai alla recensione »
Parigi. Una mano riesce a scappare da una sala di dissezione, determinata a ritrovare il suo corpo. Durante il viaggio attraverso la città, ricco di insidie e ostacoli, la mano ricorda tutta la sua vita insieme al suo corpo, quello del giovane Naoufel, fino all'incontro con Gabrielle... La sequenza dei topi, il corpo a corpo tra i binari della metropolitana.
È una sorpresa molto bella il primo lungometraggio di Jeremy Clapin, per la storia che racconta e soprattutto per il modo in cui la racconta, attraverso un'animazione realistica e poetica allo stesso tempo, che si fa dimenticare nel fluire del racconto e riemerge nelle aperture surreali. I Lost My Body è prima di tutto la storia di una mano, tenuta conservata in un frigo che fugge dal suo sepolcro [...] Vai alla recensione »