Figlio di un magistrato dell'impero austro-ungarico, iniziò la carriera militare, raggiungendo il grado di capitano nell'esercito ungherese. Nel 1899 conseguì la laurea in Giurisprudenza all'Università di Genova; ma la sua passione per il teatro lo indusse a entrare nella Compagnia De Sanctis - Pieri come "attore brillante". Da allora fu presente in varie compagnie, ma senza rimanervi a lungo, fino a quando, nel 1909, divenne egli stesso capocomico, associandosi a Flavio Andò e a Evelina Paoli, con i quali rimase per un triennio, durante il quale raggiunse una ben consolidata popolarità. Dal 1912 al 1915 recitò con Lyda Borelli e Ugo Piperno, affermandosi come uno degli attori brillanti più richiesti dal pubblico e più apprezzati dalla critica, finché, dopo altre esperienze, nel 1918 formò una propria compagnia che durò fino al 1930, quando decise di associarsi con Dina Galli. Fra gli anni Trenta e Quaranta recitò al fianco delle più famose attrici di quegli anni (Anna Magnani, Laura Carli, Kiki Palmer, Cesarina Gheraldi. Nel 1950, poco prima di scomparire, formò un complesso con Nino Besozzi e Laura Solari, mettendo in scena L'avaro di Molière, in cui recitò in modo memorabile il ruolo del protagonista Arpagone. La sua presenza nel cinema risaliva ai tempi del "muto"; infatti, nel 1917 era apparso in Strana di Alfredo Robert, mentre nel 1920 aveva recitato nel Romanzo di un giovane povero, di Amleto Palermi; ma Gandusio continuò la sua attività anche dopo l'avvento del "sonoro"; nel 1932 lo troviamo infatti ne La signorina dell'autobus (Nunzio Malasomma). In seguito interpretò vari film, spesso tratti dai suoi stessi successi teatrali, come la commedia di Carlo Veneziani L'antenato, o quella di De Benedetti, Milizia territoriale.
