L’evento fiorentino si è concluso registrando un grande successo di pubblico.
Si è chiusa con oltre 7000 presenze complessive la XVII edizione di France Odeon, segnando un successo straordinario di pubblico e partecipazione per il festival del cinema francese contemporaneo a Firenze. Un’edizione che ha visto le sale del Cinema La Compagnia costantemente gremite e un coinvolgimento vivo che ha confermato France Odeon come appuntamento imprescindibile nel panorama culturale italiano.
La giuria 2025, presieduta da Antonio Piazza e composta da Colapesce e Celeste Dalla Porta, ha decretato i seguenti riconoscimenti:
Il Premio Foglia d’Oro France Odeon 2025 per il miglior film è stato assegnato a L’inconnu de la Grande Arche di Stéphane Demoustier (Distr. It Movie Inspired), film intenso e raffinato che ricostruisce la vicenda poco nota dell’architetto danese Otto Von Spreckelsen, progettista della Grande Arche della Défense. “Un film che fa riflettere su ogni creazione artistica, sottolineando la tensione inevitabile tra la purezza dell’idea e i compromessi dettati dalla realizzazione pratica, tra la coerenza a se stessi del creatore e i continui adattamenti al contesto e ai committenti, in equilibrio tra la ricerca della perfezione e l’ombra dell’ossessione autodistruttiva. Un cast perfetto in ogni ruolo dona leggerezza e profondità a un racconto che unisce perfezione formale e umanità”.
Allo stesso titolo è andato anche il Premio Foglia d’Oro per la Miglior Colonna Sonora Originale, attribuito al compositore Olivier Marguerit: “L’intera soundtrack aderisce perfettamente alla storia e dialoga con efficacia con la dimensione diegetica: un lavoro di sottrazione sul tema principale, adattato ai diversi contesti emotivi vissuti dal protagonista, dal suo senso di frustrazione espresso tramite l’ottimo uso del contrappunto ai tappeti sonori d’ambiente, quasi impalpabili, oltre ad un finale che vede il suono dissolversi lentamente, insieme al grande Architetto”.
Il Premio Foglia d’Oro speciale (menzione speciale della giuria) è stato conferito a Dans la cuisine des Nguyen di Stéphane Ly-Cuong (Distr.It. Kitchenfilm), “una commedia musicale vibrante e sincera, che dipinge con autenticità la comunità vietnamita di Parigi e il piccolo universo di un ristorante dove si scontrano due generazioni. Tra canzoni e involtini vietnamiti, il film smonta con ironia gli stereotipi che troppo facilmente affibbiamo alle minoranze e ai mondi lontani, raccontando il rapporto tra appartenenza e libertà, tra radici familiari e desiderio di essere se stessi, con un cast perfetto, che mescola attori professionisti e non professionisti, donando al film una vitalità travolgente”.
Il Premio della Giuria Giovani, composto da studentesse del liceo internazionale Machiavelli Capponi, ha incoronato Dalloway di Yann Gozlan, un thriller psicologico ambientato in una Parigi del futuro, dove un’intelligenza artificiale – inquietante e invisibile – accompagna una scrittrice in crisi creativa. “La potenza del film risiede nella geniale idea di fare leva sul sentimento di paura delle conseguenze di un uso smisurato e incontrollato delle nuove tecnologie stimolando nel pubblico una riflessione sul rapporto fra uomo e macchina”.
Una menzione speciale della Giuria Giovani è andata a La venue de l’avenir di Cédric Klapisch (Distr.It. Teodora Film), un racconto che segue un gruppo di sconosciuti che scoprono di essere parenti e co-eredi, in un viaggio che attraversa la Parigi contemporanea e la Francia ottocentesca sulle orme della fotografia e dell’arte pittorica. Un premio assegnato “per la grande maestria artistica con cui il regista è riuscito a mettere in scena una doppia narrazione simultanea, dando luce al periodo d'oro dell'Impressionismo”. Il film è stato insignito anche del Premio Foglia d’Oro del Pubblico.
Les filles désir di Prïncia Car, potente racconto collettivo nato nei laboratori teatrali dei sobborghi marsigliesi, ha vinto il Premio Sguardi Mediterranei – Regards Méditerranéens.
France Odeon ha conferito anche il Premio Foglia d’Oro d’onore a Olivier Assayas, autore eclettico dallo sguardo sempre aperto alla contemporaneità. Il festival ha dedicato un focus speciale al suo ultimo film, Le Mage du Kremlin, che conferma la lucidità del suo sguardo nell’affrontare le ambiguità del potere politico.
Accanto alle premiazioni, l’edizione si è distinta per una partecipazione vivace agli incontri con gli autori. In primis, il primo giorno, il premio Oscar Michel Hazanavicius, ha presentato il suo libro "Carnets d’Ukraine (Allary Éditions)", diario-ritratto del suo viaggio sul fronte ucraino, i cui proventi sono interamente devoluti a United24, per la ricostruzione dell’Ucraina.
Emmanuel Carrère e Olivier Assayas sono stati protagonisti dell’appuntamento domenicale “Scritture – Le Mage du Kremlin: dal romanzo al film”, moderato da Ritanna Armeni. L’incontro ha messo al centro il passaggio dalla narrazione letteraria alla sceneggiatura, affrontando la complessa parabola del personaggio di Vadim Baranov, figura chiave nel racconto della Russia post-sovietica e dell’ascesa di Putin. Si è discusso di potere, manipolazione, mediazione narrativa e del ruolo della finzione nel raccontare il reale. Il film – in uscita a febbraio per 01 Distribution – è stato presentato in anteprima come evento speciale del festival, con grande affluenza e partecipazione.
Il pubblico ha inoltre riempito la sala per i Q&A con Prïncia Car, Stéphane Ly-Cuong, e la coppia Laure Calamy e Fabien Gorgeart, protagonisti di un dialogo ironico e intenso sul loro film, C’est quoi l’amour, la divertente storia di un’ex marito e moglie che si rivedono per chiedere l’annullamento ecclesiastico del loro matrimonio alla Sacra Rota.