Il regista napoletano torna dopo Il cattivo poeta con il film Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta. Dal 21 novembre al cinema.
di Fabio Secchi Frau
Se c'è qualcosa che molti registi partenopei hanno in comune, quella è la forte inclinazione verso quei temi che sono legati alla decadenza, che diventa misura della complessità della condizione umana.
Lo ha fatto Sorrentino, quando in La grande bellezza, riprende la Roma felliniana per aggiornarne l'immagine e restituirla ai contemporanei, popolandola di volti e vite decadenti, ma pieni di una bellezza superficiale e vuota di significato. Lo fa Antonio Capuano, quando presenta la sua critica sociale alla Napoli moderna e all'Italia intera, mettendo in luce le contraddizioni e le difficoltà della vita urbana, attraverso una narrazione cruda e diretta, perché la decadenza delle periferie diventi un obiettivo realistico. Lo ha fatto visivamente anche Matteo Garrone, che prende di petto le fiabe italiane, soffiandoci via la polvere seicentesca e ottocentesca che si era accumulata sopra i suoi pizzi e i suoi arredi. E non ultimo, lo ha fatto anche Pappi Corsicato, che utilizza uno stile visivo distintivo, pieno di colore e immagini forti, che riflettono la vivacità di una decadente società campana.
Non ultimo, si unisce al gruppo anche Gianluca Jodice, che sceglie di parlare e di rappresentare personaggi o situazioni decadenti per esaminare le fragilità umane e il fascino che solo in alcuni momenti di declino pare emergere nell'esistenza. Come se questo elemento diventasse un prisma attraverso il quale riflettere luci appena appena accennate che entrano in una stanza buia, permettendo di proiettare sui muri, ingrigiti dal tempo e dalla noncuranza, film come sbiaditi arcobaleni.
Dal 21 novembre il regista napoletano porterà al cinema il nuovo film, ambientato alla corte di Francia, Le déluge - Gli ultimi giorni di Maria Antonietta.