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FEFF 24 Online. 28 anteprime italiane in streaming su MYmovies

Il cinema asiatico di qualità torna con un programma che garantisce grande spettacolo. 24 film saranno disponibili dal 22 aprile e per tutta la durata del Festival. 4 film saranno invece in Gala Show.
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di Emanuele Sacchi

mercoledì 13 aprile 2022 - mymoviesone

Con coraggio e senso spiccato per la fruizione contemporanea di materiale audiovisivo, il Far East Film Festival di Udine per la sua 24esima edizione torna sì in presenza ma senza rinunciare alla componente online. Dopo un’edizione totalmente in streaming come quella 2020 e una ibrida, ma con diverse limitazioni nel 2021, il principale festival europeo dedicato al cinema dell’Estremo oriente torna al Teatro Nuovo ma non spreca il “capitale” accumulato dalle scorse esperienze digitali. 

È ancora una volta MYmovies.it a ospitare FEFF Online, forte quest’anno di 28 titoli estratti dalla selezione complessiva. I film, tutti in anteprima italiana, saranno attivi dal 22 aprile e per tutta la durata del Festival (dal momento in cui si effettua il primo click, si avranno 24 ore di tempo per terminare la visione), con 4 Gala Show, eventi speciali per cui occorrerà collegarsi a un orario preciso per assistervi.
 

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GIAPPONE
Cominciamo l’esplorazione del programma da uno dei titoli più attesi dai fareasters, Popuran di Shinichiro Ueda. L’autore di Zombie contro zombie (guarda la video recensione), produzione a bassissimo budget e inatteso successo cult, è atteso alla nuova prova, che si annuncia esilarante già dal soggetto: un pessimo elemento e peccatore incallito si sveglia un giorno e si scopre privato del proprio sesso. Come "Il naso" di Gogol’ ma con parti anatomiche ben più inclini alla risata scollacciata. Rimanendo in Giappone, altro habitué del festival è Ryuichi Hiroki (Tokyo Love Hotel). Il suo Noise è un thriller ambientato in una comunità isolata, in cui le menzogne coprono uno strano accordo tra tre uomini. Si confronta con la tragedia invece One Day, You Will Reach the Sea di Ryutaro Nakagawa, sulla complicata elaborazione di un lutto che non è mai stato reso ufficiale: quello delle migliaia di dispersi del terremoto abbattutosi sul Giappone orientale, morti presunti ma non certi che lasciano i famigliari o i congiunti nella più drammatica delle situazioni. Chiude il gruppo di film nipponici Love Nonetheless di Hideo Jojo, sex comedy che intende rinverdire i gloriosi fasti dei generi roman porno e pinku eiga, aggiornandoli alla sensibilità e alle esigenze di parità tra i sessi del presente. 

CINA
Garanzia di spettacolo con il blockbuster Schemes in Antiques, film d’avventura diretto da Guo Zijian e Han Sanping, con una misteriosa testa di Buddha al centro di una disputa culturale e misteriosa tra famiglie rivali. Regia dell’hongkonghese Derek Kwok, beniamino del pubblico di Udine (Gallants, The Moss). Coproduzione sinohongkonghese anche Caught in Time, noir basato sulle gesta del ladro e serial killer Zhang Jun. Cast di primordine, con il veterano Daniel Wu, e regia affidata a Lau Ho-leung. Più propriamente di Hong Kong invece la produzione di The First Girl I Loved di Candy Ng e Yeung Chiu-hoi, sull’amore saffico e impossibile tra due studentesse di una scuola cattolica. Un titolo molto atteso è il vincitore dello Shanghai International Film Festival, Manchurian Tiger del cineasta indipendente Jun Geng, storia di un uomo strozzato dai debiti che finisce per coinvolgere nel gorgo anche parenti, amici e amanti. 

COREA DEL SUD
Immancabile e nutritissima la compagine sudcoreana a FEFF 24 Online. Non possono mancare i noir-thriller, come il tesissimo Hostage: Missing Celebrity, in cui un famoso attore viene rapito da malviventi disposti a tutto per ottenere un riscatto adeguato, o Special Delivery, su un’infallibile corriere interpretato dalla Park So-dam di Parasite che va incontro alla peggior serata della propria vita. Faccende di gangster e violenza garantita in Tomb of the River del debuttante Yoon Young-bin (da non confondere con Yoon Jong-bin di Nameless Gangster: Rules of the Time). Altro genere onnipresente a quelle latitudini il thriller politico, qui rappresentato da Kingmaker di Byun Sung-hyun, su un impareggiabile spin doctor che aiuta un politico nel tentativo di cambiare il mondo. Visione resa ancor più interessante dalle recenti e convulse elezioni tenutesi in Corea del Sud. Atmosfere più rilassate per Perhaps Love (nessuna parentela con il film di Peter Chan con Takeshi Kaneshiro), sull’incontro tra uno scrittore in crisi e un aspirante autore che lo aiuterà a uscirne.

FILIPPINE
Ormai giunto sino al concorso internazionale di Venezia, Erik Matti non è più un mistero per nessuno, ma resta una scoperta del Far East di molti anni fa. Rabid rappresenta il suo ritorno a Udine, con un horror a episodi incentrato sui traumi della pandemia. La capitale delle Filippine, popolosa e funestata dalla criminalità, è poi al centro di un peculiare focus retrospettivo di quattro titoli: Manila by Night, Metro Manila, Neomanila e Tirador di Brillante Mendoza mostrano altrettanti volti di una spietata metropoli, densa di miseria e morte.

INDONESIA E TAILANDIA
Ma il meglio forse sta nei titoli provenienti dalle cosiddette nazioni “minori”. Arriva dall’Indonesia Yuni, già acclamato al Toronto International Film Festival, su una ragazza che rifiuta due proposte di matrimonio combinate e deve subire i pregiudizi di una società restia ad accettare l’autonomia di una donna. Per i più attenti il nome di Nattawut Poonpiriya dovrebbe ricordare qualcosa. Già autore dell’acclamato Bad Genius, ora torna al FEFF con la produzione di nientemeno che Wong Kar-wai in persona. One for the Road, ultimo viaggio con un amico per un malato terminale, ha tutta l’aria di essere un serio candidato per i premi finali.

DOCUMENTARI
Non manca una piccola ma pregevole sezione di documentari, guidata da Citizen K, dedicato a vita e opere del super-ospite di quest’anno Takeshi Kitano, e Satoshi Kon: The Illusionist, sul maestro dell’animazione prematuramente scomparso. infine Finding Bliss: Fire And Ice - The Directors' Cut racconta le vicende della band capitanata da Josie Ho, attivista per la democrazia a Hong Kong.


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