A Ischia Festival, estate ciak film sui De Filippo da giovani
ROMA, 28 GIU - "Noi del cinema siamo una categoria
dimenticata, l'ultima a tornare a lavorare dopo la pandemia. Non
ci considerano un bene di prima necessità. Eppure, sono convinto
che il mondo acquisterà la vera normalità quando noi che non
siamo necessari torneremo ad esserlo, quando si potrà andare al
cinema e a teatro senza le norme stringenti e respingenti di
questo periodo balordo". Così il regista e attore Sergio Rubini,
che ha ricevuto il premio alla carriera nella serata inaugurale
della diciottesima edizione dell'Ischia Film Festival al
Castello aragonese. Presto tornerà sul set. "Da anni lavoro a un
film sulla storia dei tre fratelli De Filippo, che si conosce
poco, e che inizierò a girare a fine estate: vorrei raccontare
come questi tre monumenti del teatro e della cultura italiana
siano stati giovani, svincolandomi dal ricordo che domina il
nostro immaginario, con la visione di loro vecchi e museali.
Hanno avuto la forza di affermare il loro cognome, che era anche
la loro ferita, grazie a talento e tenacia, rivoluzionando il
teatro e liberandolo da uno sguardo ottocentesco". Nel
centesimo anniversario della nascita di Federico Fellini, Rubini
ha regalato un intenso ricordo del regista, con il quale ha
lavorato nel film "Intervista": " Uomo bizzarro, un compagno di
banco monello in grado di insegnare cose magiche: iniziava le
giornate all'alba, da uomo insonne, leggendo giornali e
manoscritti e capitava che ti chiamava alle 6 del mattino. Io mi
mettevo la sveglia e facevo i miei vocalizzi: non volevo
mostrargli una voce impastata dal sonno. Amava soprattutto
tessere tele di relazioni in cui trasmettere i suoi pensieri".
(ANSA).
(ANSA)