Volto noto di Hollywood, la si ricorda per il soprannome 'fidanzata d'America' e il suo talento nel canto.
Se ne va all'età di 97 anni l'attrice e cantante Doris Day. A darne la notizia è la fondazione che aveva creato per la protezione degli animali. Con quasi quaranta film all'attivo, Doris Day si era fatta notare a Hollywood negli anni '50 arrivando ad essere diretta da Alfred Hitchcock in L'uomo che sapeva troppo (1956) per cui intonerà il classico "Whatever will be (que sera sera)", entrato poi nella storia del cinema.
Faceva parte della tradizione alta di Hollywood, i talenti che uscivano da scuole molto dure, e così sapevi muoverti, recitare, cantare e ballare. Ma per lei non era un marchio di fabbrica, lei era nata per quello, e poi si era affinata nel sistema. Puoi frequentare tutte le scuole che vuoi ma non basta per diventare "la più bella voce del mondo", com'era successo a lei. Era nata bene, sotto un presagio che poi era un sortilegio: il 3 aprile del 1924, mentre a Cincinnati nasceva Doris, a Omaha nasceva Marlon. Non era solo un'attrice che, se necessario, sapeva "anche" cantare e "anche" ballare, era un magnifico talento all'altezza dei maggiori specialisti del canto e del ballo.
Una carriera che negli anni si è alternata tra dramma e commedia, stabilendosi su quest'ultima attraverso opere come Il letto racconta (1959), Amore, ritorna! (1961), Il visone sulla pelle (1962) e Non mandarmi fiori (1964). Una filmografia che le aveva fatto guadagnare il soprannome di "fidanzata d'America" che continuò a portarsi dietro quando, alla fine degli anni '60, abbandono il grande schermo per dedicarsi alla televisione.