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Cosa deve avere un film per vincere Tokyo 2015?

I giurati spiegano i criteri su cui baseranno le loro scelte e raccontano la loro esperienza con il cinema giapponese.


venerdì 23 ottobre 2015 - Festival

Si è tenuta ieri, in una sala affollata di giornalisti e curiosi, la conferenza stampa della Giuria del 28th Tokyo International Film Festival.
I sei giurati sono stati chiamati a fornire una loro opinione circa i criteri da considerare per eleggere il miglior film. La più grande sfida, secondo il presidente Bryan Singer (provato, a suo dire, dal jet leg) sarà sicuramente quella di riuscire a mettere a confronto film molto diversi tra loro - anche e soprattutto per genere - e provare a coglierne (e valorizzarne) tutti i singoli aspetti. Nel ribadire le stesse difficoltà avanzate da Singer, il regista e sceneggiatore norvegese Bent Hamer ha invece evidenziato come la scelta sia una questione molto soggettiva. Secondo il regista Tran Anh Hung, la chiave di tutto sta nel linguaggio utilizzato, che deve essere perfettamente adeguato alla storia. È necessario, insomma, trovare il linguaggio giusto per ogni specifico film, a prescindere dagli argomenti trattati. Per il produttore hongkonghese Nansun Shi, è fondamentale che il film riesca a toccare le corde giuste, che la sua visione arricchisca lo spettatore e lo renda migliore di com'era prima di averlo visto. Susanne Bier, dal canto suo, sottolinea come sia importante che un film non costringa il pubblico alle emozioni ed evidenzia come uno dei principali vantaggi di poter assistere a un film in un contesto come quello del Festival sia che essi sono (finalmente) slegati da logiche prettamente commerciali. Il regista Kazuki Omori, unico giapponese in Giuria, ha preferito infine concentrarsi sulle trasformazioni che hanno coinvolto negli ultimi anni l'industria del cinema e la fruizione dei film, e si è detto incuriosito dal modo in cui professionisti provenienti da tutto il mondo stiano affrontando tale cambiamento.
Quando ai giurati è stato poi chiesto se i film giapponesi abbiano in qualche modo influenzato la loro carriera, le risposte affermative non si sono fatte attendere. Tra i registi più citati: Kurosawa, Ozu, Naruse e Kenji Mizoguchi. Citato naturalmente anche Godzilla, che Singer ha affermato essere, escludendo naturalmente la parte la piccola parte di studenti di cinema, un sinonimo di cinema giapponese per 300 milioni di americani.

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