Pare che presentando Wolverine - L'immortale negli Stati Uniti il regista James Mangold (classe 1963) abbia ironizzato sul fatto che gli studios hollywoodiani lo chiamino per risollevare "brand" di blockbuster in declino. Dopo molti rifiuti, avrebbe questa volta accettato l'impresa per affetto nei confronti del personaggio, Wolverine, del cui fumetto era lettore da ragazzo. Prendiamo per vera la battuta per sottolineare quanto Mangold, classe 1963, appartenga a quella generazione di cineasti americani che negli anni 90 esordirono con altre ambizioni, certamente più autoriali. Il suo primo film Dolly's Restaurant (1996), presentato al Sundance Film Festival di quell'anno vincendo il premio per la miglior regia, andava in una direzione precisa, minimale, certo lontana dalla dimensione hollywoodiana. Un esordio totalmente indipendente con uno stile già piuttosto marcato che guardava alla Nuova Hollywood e all'autorialità Usa degli anni 70. Ma è il secondo titolo della sua filmografia a gettare un ponte con l'industria, Cop Land (1997). Un cast strepitoso su cui svetta Sylvester Stallone in un ruolo inedito. Sceriffo mezzo sordo di una cittadina del New Jersey scelta come "buen ritiro" da un gruppo di poliziotti corrotti capeggiati da Harvey Keitel, Sly accetta di collaborare con Robert De Niro, detective degli affari interni di New York, per incastrare la combriccola a costo di perdere la posizione e persino la vita. Una storia dura, con venature malinconiche, raccontata da Mangold, anche sceneggiatore, in modo molto classico.

Il successo internazionale fa in effetti pensare alla nascita di un nuovo autore misurato, coraggioso, capace di reinventare narrativamente icone del cinema americano in controtendenza rispetto ai loro ruoli abituali. Dal punto di vista commerciale va anche meglio con Ragazze interrotte (1999), melodramma al femminile che vale a una delle attrici, Angelina Jolie, il premio Oscar come migliore non protagonista. Ma si intravedono compromessi, il film è meno omogeneo e interessante del precedente, Mangold stesso ammetterà di avere accettato di dirigerlo nonostante i dubbi sul soggetto, dietro le insistenze della protagonista Winona Ryder, anche produttrice. Ragazze interrotte imprime una svolta alla sua carriera, destinata a concludersi proprio con l'ingresso dalla porta principale dei blockbuster, prima con il mediocre Innocenti bugie (2010) interpretato da Tom Cruise e Cameron Diaz, e ora con Wolverine - L'immortale, nelle sale italiane dal 25 luglio.

Restano i due titoli centrali della sua filmografia, forse i più ambiziosi. Quando l'amore brucia l'anima (molto meglio l'originale Walk the Line, 2005) è un biopic su Johnny Cash (Joaquin Phoenix) e June Carter (Reese Witherspoon), la loro storia d'amore attraverso gli eccessi e i successi. Un ritratto che forse fa poco i conti con l'ambiente musicale nel quale si mosse il musicista, ma che recupera lo slancio "provinciale", persino minimale e intimo, dei primi due film indipendenti dell'autore. I fan di Cash apprezzano soprattutto la prova mimetica di Phoenix. Il secondo titolo controverso è Quel treno per Yuma (2005) rifacimento del capolavoro di Delmer Daves del 1957. Rispetto al modello il confronto è impietoso, anche perché Christian Bale, scelto per il ruolo che fu di Van Heflin, è assai poco convincente. Meglio Russell Crowe/Wade, ma anche qui nulla da spartire con l'originale Glenn Ford. In ogni caso, uno dei pochi western recenti ad avere avuto anche un riscontro importante al botteghino.