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Giffoni Experience 2013: Jessica Chastain

L'attrice americana ha conquistato il pubblico di Giffoni.
di Fiorella Taddeo

In foto Jessica Chastain a Giffoni.
Jessica Chastain (Jessica N. Howard) (47 anni) 24 marzo 1977, Sacramento (Brasile) - Ariete.

lunedì 22 luglio 2013 - Incontri

Di grazia e bellezza ne ha da vendere. Ma ovviamente non le bastano. E ripete com un mantra "studiare, studiare, studiare". Ci ha messo veramente poco Jessica Chastain a conquistare il pubblico di Giffoni, dove ieri è stata la protagonista assoluta. L'attrice americana, Golden Globe per Zero Dark Thirty di Kathryn Bigelow, ha incontrato i giovani giurati del festival, accompagnata dal fidanzato italiano, il manager trevigiano Gianluca Passi, e dalla nonna. Tre i film che la vedono coinvolta nei prossimi mesi, tre generi diversissimi che testimoniano l'evidente versatilità dell'interprete californiana. Sarà, infatti, diretta da Ned Benson in The Disappearance of Elenor Rigby: His e The Disappearance of Elenor Rigby: Hers, un originale progetto diviso in due parti, che affronta la crisi sentimentale di una coppia di New York, raccontandola da due punti di vista: il femminile e il maschile. Per il 2014 è, invece, prevista l'uscita di Miss Julie, tratto dalla tragedia di August Strindberg, con la regia di Liv Ullmann, e di Interstellar di Christopher Nolan. Nel cast anche Anne Hathaway, Michael Caine e Matthew McConaughey. "Abbiamo iniziato a fare le prove trucco per questo film- spiega- Ma per il resto è ancora tutto top secret".

Jessica, lei ha studiato alla Juilliard School e, prima di arrivare al cinema, ha lavorato molto a teatro. Quale ambiente preferisce di più?
Amo sia il teatro che il cinema. Quello che conta di più è il tipo di personaggio che devo interpretare. Sicuramente preferisco fare teatro in piccoli spazi, recitare in sale più intime. Magari con gli spettatori seduti sul palcoscenico. Trovo sia la dimensione ideale e mi ricorda le lezioni che seguivo alla Juilliard.

Come è stato lavorare con Kathryn Bigelow?
Adoravo già questa regista. Avevo visto da piccola Point Break e quando mi chiamò per il ruolo di Maya sono letteralmente saltata dalla sedia. Ero sul set di Mama di Andrès Muschietti. Lavorare su Zero Dark Thirty è comunque stato difficile proprio per il carattere della protagonista, una donna ossessionata per tutta la vita dalla vendetta, molto diversa da me. Ma è stato duro anche promuovere la pellicola. Le critiche sono state tante e, francamente, non le ho capite. Kathryn ha realizzato un affresco e non ha imposto una sua tesi a tutti i costi. E per questo l'ho difesa.

Ha mai pensato di fare la regista?
Sinceramente no, ma sicuramente mi piacerebbe insegnare. Magari alla Juilliard. Ma non adesso. Tra qualche anno potrei avere l'esperienza giusta per aiutare i giovani attori a superare i loro blocchi.

Cosa ha pensato quando ha letto la sceneggiatura di The Tree of life di Terence Malick?
Ho amato a subito il personaggio della madre, l'ho trovato pieno di grazia. E non nascondo di aver avuto paura di non essere all'altezza del ruolo. Credo che la sceneggiatura sia meravigliosa e meriterebbe di essere pubblicata sotto forma di romanzo. Malick è senza dubbio una delle persone che ammiro di più al mondo. Ha un approccio geniale al suo lavoro: scientifico e spirituale allo stesso tempo. È anche riuscito a ricreare un'atmosfera incredibile sul set: per tre mesi abbiamo vissuto in una dimensione altra dalla realtà di tutti i giorni.

Ha vinto un Golden Globe, ha sfiorato l'Oscar. Ma a quale riconoscimento professionale ambisce di più?
Non ho mai inteso questa professione come raggiungimento di fama e denaro. Amo l'esplorazione dell'animo umano che l'arte permette. Se non ragionassi così, non potrei mai scegliere film come Miss Julie, che non sono esattamente il genere che i miei agenti mi consigliano di considerare. Ho avuto l'onore di lavorare con Vanessa Redgrave. Continua ad avere uno sguardo curioso e fanciullesco sulla vita. Ammiro la sua capacità di non restare mai ferma. Ecco, conservare questo stato d'animo con il tempo potrebbe essere il massimo per la mia carriera.

Che rapporto ha con la popolarità e il successo?
Innanzitutto mi considero una privilegiata. Essere invitata a manifestazioni come Giffoni mi fa capire quanto sia fortunata a fare questo mestiere. Nella mia vita cerco di conservare una certa normalità, senza paparazzi e fotografi. Ogni tanto mi ritaglio delle pause. Mesi fa mi sono iscritta a un corso di cucina a New York. Sono rimasta in incognito per qualche giorno. Poi una ragazza mi ha chiesto: "senti ma tu assomigli tantissimo a Jessica Chastain". Ed io ho sorriso".

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