Advertisement
Improvvisamente...Viale del tramonto

In nome dell'audience la televisione commette un delitto perenne. Di Pino Farinotti.
di Pino Farinotti

In foto William Holden, Gloria Swanson e Erich von Stroheim, protagonisti del film Viale del tramonto
Gloria Swanson (Gloria May Josephine Svensson) 27 marzo 1899, Chicago (Illinois - USA) - 4 Aprile 1983, New York City (New York - USA). Interpreta Norma Desmond nel film di Billy Wilder Viale del tramonto.

giovedì 3 febbraio 2011 - Focus

La cifra della comunicazione generale del piccolo schermo, la conosciamo. Un tempo c'era un palinsesto film esteso e importante, poi i responsabili si sono accorti che i titoli di qualità, molto costosi, erano antieconomici. Un talk in studio, oppure una serie fiction erano più redditizi, con un rapporto investimento-audience decisamente migliore. Fino a qualche anno fa quasi tutte le emittenti proponevano un film, o più di uno, durante la giornata. Adesso i grandi titoli occupano qualche prima serata, ma è l'eccezione, non la regola. Molti film, diciamo buoni, rimangono fuori dai network, non hanno più quella distribuzione, vivono la loro vita, breve, nelle sale e poi vengono acquisiti dalle emittenti a pagamento. Ma c'è di peggio, i grandi classici, le opere che fanno parte dell'evasione e dell'educazione sentimentale più bella, non trovano quasi più cittadinanza nelle programmazioni. Finiscono a loro volta nelle pay Tv. Un talk sul calcio, che presenta un cast di finti giornalisti, finti esperti, di avventizi con quindici parole di vocabolario, che urlano come venditori al mercato, porta più pubblico di un ottimo film e costa un decimo. Un risultato irresistibile.

Degrado
Poi naturalmente c'è il degrado. Certo, il discorso è vasto e conosciuto. In nome dell'audience la televisione commette un delitto perenne. Questa premessa è forse un po' arbitraria e ingenerosa, perché non tutto è degrado, naturalmente. C'è impegno e sforzo da parte di alcuni, ma il contenitore generale del piccolo schermo, il momento sociale e la cultura "obbligata" dalle vicende, genera una proposta generalmente triste e portatrice di angosce. Il peggio è sotto gli occhi di tutti, non voglio far nomi, non è necessario: conduttori di tg grotteschi, titolari di programmi faziosi con dolo, pomeriggi festivi di gossip mortale e di pensiero ben più che debole, decomposto.
E poi gli spazi della politica, più disastrosi delle politica stessa. Sappiamo.

Bianco e nero
Ma ieri, a un certo punto, col telecomando, ho scovato una scena davvero estranea. In un bianco e nero felice, un'anomalia per una proposta in diretta e non acquisita da pay o da Dvd. L'occhio era quasi disabituato, il pensiero di getto è stato "ma che succede, cosa c'entra?" Poi memoria e cultura hanno subito collocato quell'anomalia. La sequenza mostrava Willam Holden che cammina in un giardino abbandonato, sale lungo una scala imponente, distrutta, si trova di fronte a una grande porta. L'inquadratura allarga sulla vecchia villa che un tempo era stata sfavillante, frequentata da semidei. Era Viale del tramonto naturalmente. Anni cinquanta, cinema di vertice, quella musica che accompagna la vicenda e che già annuncia il destino. E poi gli attori, Stroheim che suona Bach, la Swanson col suo sogno impossibile, Holden a sua volta col suo sogno. E quella voce narrante che viaggia con la storia. Non è dramma, non è fantasy, non è thriller, non è niente e proprio per questo, per non essere definibile, misurabile, prevedibile, Viale del tramonto rimane quello che è sempre stato, un'opera fra le cinque più alte, adesso come allora.

Contemporaneo
Conosco il presente, il cinema, e il resto. E da sempre dico "meglio i classici del contemporaneo". Ma ho rispetto delle discrezionalità. L'ho detto molte volte, niente è più discrezionale del cinema. E questi anni hanno i prodotti che possono produrre. Ma l'impatto di quel bianco e nero ha agito troppo in fretta, l'eventuale pregiudizio non ha avuto il tempo di caricarsi. Stavo vedendo il "resto" e improvvisamente ecco quell'estetica. Un processo, una percezione istantanea e sicura come l'esattezza di una formula chimica. Succede quando entri nella sala di un museo dove ci sono opere "normali", come tante, magari figlie degeneri di Bacon, ma il Bacon vero lo vedi subito, così come vedi subito un Piero della Francesca in mezzo ad altri contemporanei imitatori. È la qualità che si fa riconoscere, che resiste all'inquinamento, al lavoro ai fianchi da parte dei mediocri.

Fonte
A questo punto è doverosa la citazione della fonte. È La7, che di pomeriggio, non so per quale anomalia di marketing, riesce ancora a trasmettere dei classici. Tutta l'inerzia che circonda un momento come Viale del tramonto, forse non gli consente una share apprezzabile, ma basta sapere che di tanto in tanto quell'anomalia arriva a soccorrere. E quello di Billy Wilder finisce per non essere nemmeno un film, è un incanto lontano che si palesa con un po' di disagio. E forse, nel contesto generale di tutto, dico forse, sarebbe persino opportuno che non si mostrasse. Come quando vediamo una vecchia fotografia dove eravamo più belli e avevamo più forze.

Gallery


{{PaginaCaricata()}}

Home | Cinema | Database | Film | Calendario Uscite | MYMOVIESLIVE | Dvd | Tv | Box Office | Prossimamente | Trailer | Colonne sonore | MYmovies Club
Copyright© 2000 - 2024 MYmovies.it® - Mo-Net s.r.l. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione anche parziale. P.IVA: 05056400483
Licenza Siae n. 2792/I/2742 - Credits | Contatti | Normativa sulla privacy | Termini e condizioni d'uso | Accedi | Registrati