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Il noir di Hong Kong: una tradizione che non muore mai

Due film con protagonista Jackie Chan.
di Emanuele Sacchi

L'ultimo Shinjuku Incident
Jackie Chan (Kong-Sang Chan) (70 anni) 7 aprile 1954, Hong Kong (Hong Kong) - Ariete. Interpreta Steelhead nel film di Tung-Shing Yee La vendetta del dragone.

lunedì 9 novembre 2009 - News

L'ultimo Shinjuku Incident
Vi sarete fatti una certa idea su questa rubrica, tipo che si parli solo di cinema orientale. Osservazione plausibile, anche se le cose non stanno (o comunque non staranno) proprio così: essendo quella dell'Estremo Oriente una produzione quantitativamente e qualitativamente elevata, nonché quasi totalmente ignorata dalla distribuzione italiana, è normale che ci occuperemo molto più di Giappone, Cina, Corea e Hong Kong che di altre nazioni, ma non mancherà lo spazio per produzioni americane e non solo che non hanno goduto di una distribuzione italiana.
Questa volta abbandoniamo il Giappone per concentrarci su Hong Kong e su una delle sue icone più note internazionalmente: Jackie Chan. Corpo cinematografico action tuttora senza eguali, protagonista di pellicole che hanno fatto la storia di Hong Kong e non solo - qualche titolo? Drunken Master, Project A, Young Master - Jackie incarna da ormai più di trent'anni uno stile di cinema di arti marziali in cui non esistono (le sue) controfigure, tutto ruota attorno all'eroe senza macchia e senza paura e la violenza è ridotta al minimo indispensabile. Botte tante, ma morti pochi, un po' come da noi – fatte tutte le debite distinzioni del caso – con Bud Spencer e Terence Hill. Negli ultimi anni Jackie aveva già dato prova di smarcarsi da un copione abbondantemente consolidato, flirtando sempre più con la commedia o con una forma di noir più estrema e violenta che in passato. Ma senza mai arrivare ai livelli dell'ultimo Shinjuku Incident in cui, a parte il fatto di rimanere, più o meno in fondo, "il buono", pare quasi irriconoscibile per quanto sia incline a sporcarsi le mani nella sua scalata al mondo del crimine. La messa in scena di questo nuovo Jackie Chan è affidata alla direzione esperta di Derek Yee, un nome a cui ormai si guarda con il rispetto che qualche anno fa si tributava agli Alan Mak e Wilson Yip del caso.
Se lo spazio è davvero esiguo per approfondire su Jackie Chan, si può ben spendere qualche parola su Derek Yee. Fratellastro di David Chiang, superstar dell'era-Shaw e in particolare dei film di Chang Cheh, e attore anch'egli, Derek passa alla regia nell'86 con The Lunatics. La notorietà comincia ad arrivare con Viva Erotica del 1996, commedia sui film Categoria III – qualcosa di analogo al Rated R o al nostro VM 18 – con l'indimenticato Leslie Cheung e la bellissima Shu Qi, da poco uscita dal giro hardcore. La credibilità autoriale assoluta però deve attendere il 2003, quando esce lo struggente Lost in Time, fulgido esempio di come Hong Kong sappia ancora confezionare melò di impareggiabile semplicità e forza delle emozioni, senza ricorrere mai alla retorica strappalacrime e commuovendo con sincerità. Segue a ruota nel 2004 il durissimo capolavoro noir One Night in Mongkok e nel 2007 l'epopea gangster di Protégé, enorme successo al botteghino. Ormai uno dei più solidi autori dell'ex-colonia, non può che essere Derek Yee a farsi carico della difficile trasformazione di un'icona come Jackie Chan.

Un classico recente come A New Police Story
Seppur in un contesto completamente diverso – là mafioso in Giappone, qui poliziotto a Hong Kong – è in New Police Story (2004) che il personaggio dell'ultimo Jackie Chan comincia a prendere forma. Complice una gang di criminali efferati che si diverte a sterminare poliziotti, il tasso di violenza è piuttosto elevato e Jackie non può certo tirarsi indietro in questa escalation pur di avere la meglio sui temibili villain. In seguito ai primi insuccessi assistiamo alla crisi del protagonista, un crollo psico-fisico in cui il senso di colpa per i compagni morti rischia di dilaniarlo; ma è attraverso un processo così doloroso che il personaggio mostra un lato più umano e più vulnerabile. Alcolismo, amore, istinto paterno, tratti che trasformano quella che per anni è stata una "maschera" (e come tale immutabile, cristallizzata in quello che il pubblico le chiedeva di essere) in un essere umano a tutto tondo, tanto nei pregi che (soprattutto) nei difetti. Qualcosa più di una premessa per lo choc che avrà luogo in Shinjuku Incident.

Chiudiamo con la consueta panoramica sulle ultime uscite. Rimanendo a Hong Kong, è doveroso accennare all'uscita di Written By (2009), ultima fatica di Wai Ka-fai, strettissimo collaboratore di Johnnie To che molto raramente en solitaire è riuscito a raggiungere i livelli delle sue co-regie con To. Come spesso capita, una volta lontano da To, Wai Ka-fai si occupa di generi che col noir non c'entrano nulla e Written By non fa eccezione, storia di fantasmi ma soprattutto di un fantasma che non perseguita nessuno, ma incombe su una famiglia che non riesce ad elaborarne il lutto. Il marito-padre-fantasma non poteva che essere interpretato da Lau Ching-wan, da sempre alter-ego di Ka-fai nonché tuttora una delle star più duttili in circolazione.
Invece è del 1986 Born of Fire di Jamil Dehlavi, horror-thriller che giaceva dimenticato nella memoria dei pochi fortunati che lo videro, ma che gode di un'insperata riscoperta ad opera della Mondo Macabro che ne pubblica il DVD a ben 23 anni di distanza. La storia è quella di un astronomo che osserva un disturbo sulla superficie del sole e finisce per collegarlo a degli eventi catastrofici che si stanno verificando sulla Terra, ma più che il filo logico dell'intreccio, a farsi ricordare è la visionarietà dello stile del regista anglo-indiano, sospinto, pur tra diverse ingenuità, generosamente dalle ali della fantasia. La sua sincerità e la sua voglia di osare senza remore portano a esiti onirici sempre più rari nella prevedibilità del fantastico di oggidì.
Mentre manca ancora una distribuzione italiana, in qualsivoglia formato, di Achilles and the Tortoise (2008) di Kitano Takeshi. A dir poco scandaloso, ma state certi che ci torneremo su.

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