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El Nuevo Cine Mexicano: le ultime produzioni del cinema messicano

Il trio Iñárritu, Cuarón e del Toro apre la strada a una nuova generazione di produttori.
di Tirza Bonifazi Tognazzi

Il cinema messicano è risorto agli occhi del mondo nel 2007
Alejandro G. Iñárritu (Alejandro Gonzalez Inarritu) (60 anni) 15 agosto 1963, Città del Messico (Messico) - Leone.

martedì 4 agosto 2009 - Approfondimenti

Il cinema messicano è risorto agli occhi del mondo nel 2007
La notte del 25 febbraio 2007 il cinema messicano veniva ufficialmente riconosciuto da Hollywood e dal mondo intero con ben dieci esponenti candidati all'Oscar: l'attrice Adriana Barraza, lo sceneggiatore Guillermo Arriaga, i registi Alejandro González Iñárritu, Alfonso Cuarón e Guillermo del Toro, i direttori della fotografia Guillermo Navarro ed Emmanuel Lubezki, lo scenografo Eugenio Caballero, il montatore Alex Rodríguez e il tecnico del suono Fernando Cámara. Tra questi spiccavano Iñárritu, Cuarón e del Toro. Il primo, forte delle sue nomination all'Oscar con Babel – che già aveva vinto il Prix de la mise en scène a Cannes e il Golden Globe come Miglior film drammatico – vedeva assegnare l'ambito premio all'argentino Gustavo Santaolalla (Migliore colonna sonora); il secondo si beava delle sue tre candidature ricevute per I figli degli uomini; il terzo, con il fiabesco e allo stesso tempo storico Il labirinto del fauno, si aggiudicava tre delle otto statuette d'oro per le quali era stato candidato. Non pago di tanta popolarità, appena un mese dopo la Notte degli Oscar il trio di registi presentava al presidente messicano Felipe Calderón una serie di proposte per migliorare le condizioni dell'industria cinematografica del paese. Già da qualche tempo Iñárritu, Cuarón e del Toro avevano fondato la casa di produzione cinematografica Cha Cha Cha Films (una compagnia "virtuale" associata alla Focus Features e alla Universal Pictures) per sostenere e promuovere il nuovo cinema messicano e non solo. Il primo progetto prodotto dai tres amigos – il dramedy Rudo y Cursi – usciva in Messico nel dicembre 2008 e vedeva esordire in lungo il fratello di Alfonso, Carlos Cuarón.
Cha Cha Cha Films presenta Rudi y Cursi
È il primo progetto lanciato dalla casa di produzione cinematografica dei tres amigos. I Rudo y Cursi del titolo interpretati da Gael García Bernal e Diego Luna (che tornano a duettare sul grande schermo a otto anni da Y Tu Mamá También) sono i protagonisti di una storia messicana tinteggiata dai toni della commedia agrodolce sulla rivalità tra due fratelli, la povertà e l'ambizione. A incoraggiare Carlos a darsi alla regia è stato Guillermo del Toro. Dieci anni prima, durante una cena, il regista de Il labirinto del fauno aveva notato che l'amico era piuttosto giù di morale e gliene aveva chiesto spiegazioni. "Gli risposi che continuavo a scrivere sceneggiature che nessuno mai realizzava e che mi sembrava di dare alla luce figli morti", ha rivelato il più giovane dei fratelli Cuarón. "Da saggio uomo qual è mi ha detto: 'non essere stupido, girali tu, maledizione!' ed è così che tutto ha avuto inizio". Ambientato nel mondo del calcio, l'esordio in lungo di Carlos Cuarón è basato su una sceneggiatura scritta a quattro mani insieme al fratello Alfonso. Si può dunque parlare di una vera e propria produzione familiare che ha alle spalle non solo la società dei tres amigos, ma anche la Canana Films – fondata nel 2003 da Pablo Cruz – cui produttori esecutivi sono proprio García Bernal e Luna. E se la Cha Cha Cha ha in cantiere cinque film che vedranno alternarsi dietro la macchina da presa Guillermo del Toro, Alfonso Cuarón e Alejandro González Iñárritu, la Canana Films vanta già un palmarès di tutto rispetto.
Le nuove leve del cinema messicano
Amici sin dall'infanzia, Gael García Bernal e Diego Luna incarnano la nuova generazione di attori che, oltre a prestare corpo e volto al grande schermo in ruoli sempre (o quasi) convincenti, sono interessati a far fiorire il cinema messicano e a esportarlo nel mondo. A legarli a Pablo Cruz – tornato di recente in patria dopo aver studiato arte in Europa e lavorato al fianco di Ken Loach – non è solo la Canana ma anche il festival di documentari itinerante, Ambulante, che alla sua terza edizione, nel 2008, ha iniziato a farsi un nome anche a livello internazionale. Quanto alla Canana, i primi film prodotti dalla società finiscono tutti nel cartellone di qualche festival.
Drama/Mex di Gerardo Naranjo è presentato alla Settimana Internazionale della Critica di Cannes nel 2006; il documentario JC Chávez di Diego Luna sulla vita del leggendario pugile è proiettato in anteprima mondiale al Tribeca Film Festival nel 2007; Déficit, l'esordio in lungo di García Bernal che narra di alcuni ragazzi provenienti da due classi sociali ben distinte riuniti in una villa in Messico, finisce tra le Proiezioni speciali della Settimana Internazionale della Critica di Cannes nel 2007. Nello stesso anno in cui il cinema messicano risorgeva agli occhi del mondo, l'opera prima di Israel Cardenas e Amelia Guzmán, Cochochi – storia di due fratellini sullo sfondo di un Messico rurale e povero – viene presentata nella sezione Orizzonti della Mostra Internazionale del Cinema di Venezia. Solo sette mesi prima El Bufalo de la Noche di Jorge Hernandez Aldana, basato sul romanzo di Guillermo Arriaga (co-produttore del film insieme a Diego Luna), e Sólo Dios Sabe di Carlos Bolado facevano la loro apparizione nel cartellone del Sundance Film Festival.
Il futuro prossimo del cinema messicano
Mentre la Cha Cha Cha è al lavoro sul suo secondo progetto dopo Rudo y Cursi (diretto da Alejandro González Iñárritu s'intitola Biutiful e ha Javier Bardem come protagonista), la Canana – dopo aver prodotto Sólo quiero caminar di Agustin Diaz e Sin Nombre di Cary Fukunaga – è impegnata con la realizzazione del documentario di John Malkovich, Triple Crossing, in cui l'attore/regista statunitense mette sotto la luce dei riflettori la tragedia dei bambini che ogni giorno rischiano la vita oltrepassando il confine messicano per cercare miglior vita in America. Tra gli altri film in cantiere ci sono Jean Gentil, l'opera seconda di Israel Cardenas e Amelia Guzmán, Pedro Páramo, basato sul racconto breve di Juan Rulfo e diretto da Mateo Gil, Cefalopodo di Rubén Imaz e In the Playground di David Alcalde. "C'è un'aria di grande fermento tra gli autori del nuovo cinema messicano" ha dichiarato di recente García Bernal. "Le idee, il genio e la creatività non mancano, semmai a mancare sono i fondi. C'è perfino un pubblico attento che sembra apprezzare quei pochi film realizzati in economia – ma non per questo da meno rispetto alle produzioni ad alto budget – che parlano delle nostre vite con voce originale". "Il Messico è la nostra cultura e la nostra culla" ha aggiunto Luna. "Rimanendo nel nostro paese possiamo aiutare cineasti di talento, giovani o meno giovani, a realizzare le loro visioni. Se non ci fossero persone intraprendenti, con una rete internazionale di conoscenze tra produttori e finanziatori, staremmo freschi!".

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