Il guizzo d'autore
La "Festa del cinema" è diventata il "Festival del film" e, tra vizi e virtù, ha onorato il cambiamento, così che a Roma, quest'anno, più che il grande cinema si sono visti, questo sì, alcuni bei film. A cominciare da Galantuomini di Edoardo Winspeare, nel quale il regista salentino torna nella sua terra, dopo la parentesi tarantina del Miracolo, per descrivere la sparizione dei galantuomini a beneficio dei malavitosi della Sacra Corona Unita, all'interno di un noir che racconta la passione impossibile tra il magistrato Ignazio/Fabrizio Gifuni e la dark lady Lucia/Donatella Finocchiaro. Un film che riflette il nostro paese e, per farlo, non trova specchio più veritiero del melodramma. Questa scelta di registro, appassionata e condannata in partenza, che prende nel presente il posto che fu in passato della tragedia greca, è il vero guizzo d'autore.

Guizzi di scrittura con la macchina da presa
Restando sul sentiero dei generi ci s'imbatte, poi, in Appaloosa, nel quale il veterano della recitazione Ed Harris e il poliedrico Viggo Mortensen si riuniscono, dopo il capolavoro di Cronenberg History of Violence, questa volta in veste di "pacificatori". Uno sceriffo e il suo vice cavalcano per riportare l'ordine nei paesi in subbuglio e vanno a loro volta in subbuglio per la ranchera del paese. Un western che contempla uno straordinario ruolo femminile affidato a ragione a miss Renée Zellweger, ma guizza davvero quando sono i due uomini a condividere la scena. Sull'altra riva del fiume, sul versante della commedia, Stephan Elliott, il regista dell'indimenticato Priscilla, la regina del deserto, torna sullo schermo dopo dieci anni di latitanza con Easy Virtue, eccellente operazione d'adattamento della pièce omonima del commediografo Noel Coward. Se la storia è presto detta e si risolve nel confronto tra una volitiva americana e la famiglia tradizionale inglese del novello sposo, le tinte con cui l'autore inscena tale confronto sono tra le più brillanti e sardoniche in circolazione, vero guizzo di scrittura con la macchina da presa.

Guizzanti prove di ballo
La notizia che una buona sceneggiatura è l'anima della commedia corre quindi dall'Australia alla Francia, dove Agnès Jaoui ha dato alle stampe il suo terzo lungometraggio, Parlez-moi de la pluie, nel quale interpreta una femminista da poco scesa in politica, che accetta di farsi ritrarre in un documentario sulle donne di successo da una regista di provincia, amico del figlio della sua vecchia domestica. Il guizzo, qui, porta il nome di Jean-Pierre Bacri, co-autore, corpo comico perennemente fuori posto, motore di una risata più amara e autentica che mai.
Ma che red carpet sarebbe senza la giusta colonna sonora? Nei giorni del festival Roma ha ballato sotto la pioggia con High School Musical 3, il musical Disney che ha debuttato sul grande schermo dopo aver passato a pieni voti l'esame televisivo. Cento minuti di puro intrattenimento al ritmo delle guizzanti prove di ballo degli ormai celebri protagonisti, Zac Efron e Vanessa Anne Hudgens.
L'ultimo guizzo della festa si associa all'ultimo step della lavorazione del film, il montaggio. Con Rocknrolla Guy Ritchie torna alla formula del cinema che gli ha dato il successo e cioè all'affresco della malavita londinese dei criminali feroci e dei gangster da strapazzo. Un montaggio agile e virtuoso, da videoclip d'autore, impreziosce una storia dai risvolti paradossali che non ci lascia senza happy-end.