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Donne: non cambia quasi niente

Un confronto fra le tre edizioni di The Women, dagli anni Trenta ad oggi.
di Pino Farinotti

Donne, dagli anni '30 a oggi
Meg Ryan (Margaret Mary Emily Anne Hyra) (62 anni) 19 novembre 1961, Fairfield (Connecticut - USA) - Scorpione. Interpreta Mary Haines nel film di Diane English The Women.

martedì 14 ottobre 2008 - Focus

Donne, dagli anni '30 a oggi
La prima edizione, quella regina di The Women è una produzione MGM del '39, arrivata in Italia nel '47, a guerra finita. Il film diretto da George Cukor era tratto da una pièce di Claire Boothe. È la storia di Mary, un'americana ricca, per bene, intelligente, elegante, mamma e – ma questa nuova virtù emergerà alla fine- comprensiva. Insomma perfetta, lei e la famiglia. Solo che il marito Steven cade nella rete della maliardissima (siamo negli anni Trenta) Crystal Allen che naturalmente punta ai soldi e allo status. Il fatto diventa di dominio dell'entourage di Mary, le varie amiche che cercano in tutti i modi di intromettersi, combinando guai a non finire. Tanto che Mary divorzia. E Steven sposa la maliarda. Per poi pentirsi: aveva la donna migliore del mondo e ha perso la testa per una che non valeva un'unghia della... prima moglie. Naturalmente nella Hollywood degli anni Trenta il marito, alla fine, non poteva che privilegiare la moglie. La famiglia si ricompone. L'happy end degli happy end.
Nel '56 ecco una nuova versione, Sesso debole, adesso l'ultimo remake. È cambiato pochissimo. Un paio di dettagli: nella prima versione e nell'ultima non si vedono uomini. Solo donne, dovunque, nelle case, nei locali nei negozi e sui marciapiedi. Nel film di mezzo il regista David Miller è meno assolutista, presenta qualche maschio, idiota ma maschio. A cominciare dal marito Steven, quel Leslie Nielsen che avrebbe fatto fortuna da anziano con le varie "pallottole spuntate". Un comune denominatore, robusto, c'è. Ed è il benessere. Si tratta di donne che frequentano saloni di bellezza, si vestono di firme, organizzano beneficenza. Il denaro è scontato. Del resto quei sentimenti e quelle situazioni non si addicevano, e non si addicono, a orari di lavoro stressanti e alla conta dei dollari a fine settimana.

I modelli
La prima Mary era Norma Shearer, quasi brutta ma gran signora. E poi suo marito era Irving Thalberg, il gran capo della produzione della Metro. Norma era talmente potente da ottenere, un paio di stagioni prima, il ruolo di Giulietta, diventando la Giulietta più vecchia (34) di tutti i tempi. In Donne dispensa classe e dignità. Vive il tradimento del marito in silenzio, proteggendo la figlia, affrontando il pettegolezzo, gestendo la sofferenza. Signora impeccabile, appunto. Divorzia con la morte nel cuore. E quando il marito si pente, Mary perdona. Il film finisce con la donna in primo piano che tende le braccia a Steven, comunque invisibile. A Crystal, l'antagonista, dava corpo e volto Joan Crawford, la grande maliarda, modello perfetto. Donna di ferro e di ghiaccio, ambizione sfrenata, brava a simulare amore e dolcezza. Ma, specie in quelle stagioni a Hollywood, i cattivi potevano vincere, ma a termine. Arrivava il momento della resa dei conti, e la virtù prevaleva sul vizio. E alla fine Crystal-Joan veniva battuta. Giustizia era fatta. Vinceva la famiglia.

Mamma-moglie
L'edizione degli anni Cinquanta, esclusa la presenza maschile, era del tutto simile alla prima. Mary era June Allyson, mamma-moglie perfetta. Quasi omologa del primo modello. Un ruolo quasi automatico per lei, con quel suo appeal di mezzo, mai aggressivo, ma sottotono e rassicurante. Mamma anche del marito oltre che dei figli. A Reno, dov'è andata per divorziare, viene corteggiata da gigolo e da giovani aitanti. Ma non ci pensa neppure. Del resto quel cinema avrebbe tollerato il tradimento di un marito, mai e poi mai di una moglie. La sua antagonista era impegnativa, l'eterna Joan Collins, sex symbol nei decenni. Joan era un carattere più avanti di quel decennio, era già una da Sessanta e Settanta, e infatti resistette a lungo. Un esempio esclusivo di longevità sessuale. Senza contare che una classifica credibile la elesse donna più bella del mondo. Sexy e cattiva. Dunque perfetta per sottrarre mariti, ricchi, a questa o a quella.

Peccato originale
Il The Women 2008, diretto da Diane English, cerca di sradicare una vicenda che comunque nasce col peccato originale degli anni trenta, attraverso azioni e battute aggressive, magari estreme. Meg Ryan, la madre di famiglia, deve prendere le distanze dalla prime due Mary. Quando un'amica insinua che forse il marito cercava altrove qualcosa che gli mancava in casa risponde: "sono capace di succhiare i chiodi da un muro se mi ci metto". Norma e June sarebbero morte, dicendo quella battuta. MaryMeg non divorzia. I tempi favoriscono quella flessibilità, basta essere separati. Gli autori non prevedono un pan per focaccia da parte della moglie. Nell'evoluzione del linguaggio gli gigolo sarebbero diventati marchettari e gli aitanti testosteronici, tuttavia un marito lo puoi gestire col telefono ma un amante testosteronico lo devi far vedere. Dunque niente. E comunque la moglie-2008 avrebbe anche potuto permettersi una vendetta. Le amiche l'avrebbero capita, e anche il pubblico.
E poi, Sex and the City insegna, c'è dialettica fra amiche, continua e capillare. Svisceri tutto e poi nell'infelicità ti aiutano i simboli ricchi di Manhattan e del nostro tempo. Litighi meglio se sei da Sachs, grande magazzino, centro estetico e parrucchiere, se frughi in una borsa di Prada e se calzi Manolo Blahnik. Tutto... cinema in più. La terza Christal è Eva Mendes, una tigre nelle movenze, una mantide nelle intenzioni, iride scura dunque cattiva, affronta la rivale-moglie in intimo Victoria's Secret, esponendo il corpo come un'arma nucleare, mezzo del suo potere che ha asservito il marito vulnerabile. Ma la resa di una donna del nostro tempo non può essere senza condizioni. MaryMeg riaccoglierà il marito, ma adesso è un'altra donna, non più dipendente. Ha creato una linea di moda, ha avuto successo, sarà impegnata e autosufficiente. Il marito pentito ritroverà spazio nel nido, ma i confini li deciderà lei. Lui vorrebbe correre subito al seno. Si aspetterebbe un abbraccio alla Norma Shearer 1939. Invece MaryMeg, al telefono, lo fa attendere, consulta l'agenda e gli dice "sono libera mercoledì".

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