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Maradona per sempre

In un film di Marco Risi l'ascesa (e la discesa) di un eroe del pallone che ha dato lustro e prestigio alla Nazionale Argentina e a ciascuna delle società in cui ha prestato la sua "arte"
di Marzia Gandolfi

martedì 27 marzo 2007 - News
Il Maradona di Marco Risi è "un ragazzo fuori che ce l'ha fatta" a superare il destino e la dipendenza. Coerente al suo cinema civile, Risi ci racconta l'uomo Maradona: l'ascesa (e la discesa) di un eroe del pallone che ha dato lustro e prestigio alla Nazionale Argentina e a ciascuna delle società in cui ha prestato la sua "arte". Maradona, "nelle mani di Risi", diventa uno dei suoi fanciulli perduti e rigettati dalla società (calcistica). Un ragazzo sprofondato in un baratro nero per inseguire un sogno: recuperare un pallone e giocarsi la partita della vita. L'ars poetica di Maradona è tutta in quel titolo beffardo, La mano de Dios, che anticipa gli "undici" tocchi contro l'Inghilterra. Quando l'immaginazione delle giocate di Maradona era vicina all'essere divina.

Maradona ha visto il suo film?
No, purtroppo Maradona non ha visto il mio film. L'ho incontrato soltanto una volta a Napoli, a casa di Salvatore Bagni, ex calciatore del Napoli. Era il 14 luglio del 2005, la presa della Bastiglia! In compenso ho incontrato diverse volte la sua ex moglie, Claudia, che continua a occuparsi dei suoi beni. All'inizio lei era contraria a questo progetto, le ho mandato la sceneggiatura su cui ha fatto molte note. Note di cui ho tenuto conto, quando invece non ero d'accordo le ho sempre spiegato il perché. Sua figlia Dalma, invece era preoccupatissima, l'idea di girare un film sulla vita di suo padre e della sua famiglia la spaventava.

Cosa le ha detto quel giorno Maradona a casa di Bagni?
Siamo stati presentati da Minoli e poi abbiamo parlato per sei ore. Mi disse che il film non gli interessava e se volevo girarlo avrei dovuto parlare con Claudia. Se fossi riuscito a convincerla, era fatta. Io però cercavo di spiegargli che volevo capire la sua dipendenza dalla droga. Gli chiesi di venire sul set e mi accorsi che l'idea gli piaceva. Avrebbe voluto fare un intervento alla fine del film per dire qualcosa di importante alle sue figlie. Si congedò con un pensiero molto bello: "Se indossassi uno smoking o un abito bianco e mi arrivasse un palla sporca di fango, non esiterei a palleggiare".

È poi venuto sul set?
No, non è mai venuto, lo abbiamo aspettato fino all'ultima ripresa, sembrava convinto e invece non è venuto.

Se si fosse presentato sul set, il suo film sarebbe stato diverso?
Qualcosa di diverso ci sarebbe stato. L'episodio del pozzo ad esempio. Maradona quando era soltanto un ragazzino cadde in un pozzo per recuperare il pallone perso. Fu salvato dallo zio, che lo afferrò per la testa. Nel mio film invece è il padre a soccorrerlo. Avrei tanto voluto inserire lui in quella scena, il Maradona adulto che recupera il Maradona bambino. Maradona che salva se stesso.

Perché un film su Maradona?
Volevo fare un film che andasse bene! (scherza)
Me lo hanno proposto e io ho accettato. Era un progetto stimolante. Ho condensato in due ore quarant'anni di vita e naturalmente molte cose sono rimaste fuori. La vicenda con la Sinagra l'ho appena accennata, volevo evitare qualsiasi parentesi scandalistica e tutti quei pettegolezzi che non avrebbero aggiunto niente altro. C'era una scena sull'incontro tra Diego e Fidel Castro. Ma a quei tempi Maradona era biondo e un po' ridicolo e così ho deciso di tagliarla. La sceneggiatura non sembrava piacere molto alla famiglia del calciatore. A me premeva rappresentare il conflitto del personaggio con se stesso. Diego è un uomo unico e geniale, ma allo stesso tempo è fragile e vulnerabile. Incapace di vivere una vita normale. Fu proprio Claudia a dirmi che Diego non sarebbe mai stato in grado di fare una vita normale.

Diego Armando Maradona è interpretato da Marco Leonardi, un attore italiano...
Ho fatto molti provini ad attori argentini, volevo che l'attore fosse argentino, mi sembrava giusto. Ma poi Leonardi mi ha contattato e mi ha detto che dovevo scegliere lui. Perché no? Lui e Diego hanno gli stessi colori, la stessa statura, lo stesso fisico, e poi Marco è un ex calciatore, fece dei provini per giocare nel Torino. Non sono diventato amico di Diego, ma almeno lo sono diventato dell'attore che lo interpreta.

Chi è per lei Diego Armando Maradona?
Un genio, un artista. Il dottor Oliva, il medico che gli sistemò la gamba a Barcellona, mi ha detto che Diego ha la capacità di trasmissione del pensiero, dalla testa ai piedi, superiore a qualsiasi altra persona al mondo. Il ricordo che ho di lui, quando l'ho visto a Napoli è di una persona intelligente, che rideva per le cose giuste e non per piaggeria. Mi è sembrato però un uomo solo, circondato sempre da tante persone, familiari e amici, ma sempre solo. La genialità ha spesso la solitudine come diretta conseguenza. Mi piace perché dice sempre quello che pensa. Capisco che un uomo che tira di cocaina possa non essere simpatico, ma almeno Diego non aveva incarichi di governo!

Due momenti incredibili della sua carriera calcistica?
Gli undici tocchi contro l'Inghilterra a Wembley. Lui raccontò che due anni prima, sempre a Wembley, aveva tentato la stessa azione, non scartò il portiere e tirò senza successo in porta. Suo fratello, dopo la partita, gli disse che avrebbe potuto scartare anche il portiere, lui rispose che era impossibile. Due anni dopo in campo contro gli inglesi si ricordò delle parole del fratello e scartò il portiere col risultato che tutti conoscete.
L'altro momento è il gol di mano che dà il titolo al mio film. Quel gol di pugno è un fatto artistico. Una pennellata alla Picasso. Uno sberleffo. E poi è la mano di Dio, che dà e toglie, esattamente come ha fatto con Maradona.

Ha avuto delle difficoltà produttive?
Sì all'inizio, perché i produttori precedenti non erano all'altezza. Non riuscivo a capire perché non comprendessero le potenzialità di questo film, che rischia invece di essere una pellicola internazionale. Accusiamo sempre il cinema italiano di esserlo poco e poi...

Perché la dedica finale?
Mi sembrava doveroso far capire il rispetto col quale questo film è stato fatto. Il rispetto per l'uomo.

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