Habemus Papam |
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Un film di Nanni Moretti.
Con Michel Piccoli, Jerzy Stuhr, Renato Scarpa, Franco Graziosi, Camillo Milli.
continua»
Commedia,
durata 104 min.
- Italia, Francia 2011.
- 01 Distribution
uscita venerdì 15 aprile 2011.
MYMONETRO
Habemus Papam
valutazione media:
3,73
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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L'intoccabiledi sirioFeedback: 277 | altri commenti e recensioni di sirio |
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domenica 1 maggio 2011 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
"Nanni Moretti ha prodotto un nuovo film. Guai a chi non grida all'evento, non ne auspica la Palma d'Oro a Cannes, l'Oscar per il miglior film straniero, la gloria eterna al suo Regista." E' questo quanto ho pensato alla fine della visione del film, niente altro. L'ho guardato senza tener conto del "nomen omen", semplicemente nella sua interezza di film. E devo dire che oltre a diversi sbadigli "in diretta", l'ho trovato squinternato e di cattivo gusto, se non malamente sceneggiato. Vuoi fare una satira bruciante? Non si fa paragonando i cardinali nel conclave a degli studentelli che si copiano l'un l'altro, o a dei ragazzotti che giocano a scopone (ma Don Camillo non giocava a scopone con Peppone?). Per non dire di quella sequenza assolutamente assurda della partita di pallavolo, a mio parere senza alcun senso. Il Bunuel del "Fantasma della libertà" e della "Via Lattea", la sfilata di pianete di Fellini di "Roma", quelle si che sono satira sferzante. La satira corrosiva e caustica non c'è. Allora si vuol fare un florilegio della vecchiaia... Il viaggio del neo-papa nella città è frammentario, non un viaggio di Siddharta alla scoperta del dolore né tanto meno la ricerca di un vecchio prete alle prese con un incarico più grande di lui alla scoperta del popolo che avrebbe dovuto guidare, ma un brancolare di un depresso alla ricerca di non si sa bene che cosa. Ricordiamoci di "Umberto D."... Il florilegio della vecchiaia non c'è. E poi la sequenza di personaggi allucinanti e frammentati, che vorrebbero urlare allo sceneggiatore di essere uccisi o di essere sviluppati; dalla terribile psicanalista(cameo orribile!)che risolve tutto con la tiritera del "deficit di accudimento" all'attore delirante che sveglia tutti nell'albergo declamando Cechov (per un TSO ci vuole ben altro!), dal cardinale che prende il sonnifero (perché, è un peccato?) all'altro cardinale che spiega le regole dello scopone (ma Don Camillo già Monsignore - ma non troppo... - non mangia a quattro palmenti e gioca a carte con gli amici del borgo?)sono tutti personaggi appena abbozzati. Ma anche la sceneggiatura fa decisamente acqua: questo neo-papa che accetta l'elezione senza comunicare il proprio nuovo nome; nel Conclave è presente un elettore non di confessione cattolica; il neo-papa che entra liberamente in un teatro durante le prove, viene accolto da una compagnia teatrale come uno di loro, senza che nessuno gli chieda chi sia o da dove venga, e poi va a cena con tutta la troupe; la mancanza di qualsiasi rito religioso (esiste sempre un preciso ufficio delle ore, figuriamoci durante il Conclave); il non spiegare perché organizzare un torneo di pallavolo tra cardinali, nel quale peraltro le suore fanno il tifo(!); gli accenni - perché di accenni e basta si tratta - alla fatica di vivere; le reazioni inconsulte del protagonista, che a volte si lascia andare a scatti d'ira anche con persone mai viste né conosciute prima; la sequenza in cui tutti i cardinali negli abiti da cerimonia e le guardie svizzere sempre in alta uniforme entrano in teatro per applaudire... solo per dirne alcune, sono delle sequenze monche, senza né capo né coda, un delirio farraginoso e sconnesso. Se fosse stata un' "Ultima tentazione del Papa" (Scorsese docet) in cui il neo-Papa, scappato nella Sistina per raccogliersi in se stesso, si fosse addormentato ed avesse sognato, allora sarebbe stata una cosa splendida, ma Moretti non si abbassa a tanto. O non può abbassarsi a tanto.
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