Anno | 2024 |
Genere | Documentario |
Produzione | Ucraina, Paesi Bassi, Francia, USA |
Durata | 145 minuti |
Regia di | Sergei Loznitsa |
Tag | Da vedere 2024 |
MYmonetro | 3,38 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 18 maggio 2024
Due anni di guerra in Ucraina raccontati attraverso le vite di uomini, donne e bambini.
CONSIGLIATO SÌ
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A partire dai funerali di alcuni soldati morti nella guerra di resistenza contro la Russia si snoda una serie di episodi che vanno da un matrimonio a battesimi di adulti nell'acqua ghiacciata fino a una lezione in una scuola elementare con l'incubo dell'allarme bombardamenti.
Con l'impegno produttivo di piccole troupe che, nel corso di due anni a partire dal febbraio 2022, si sono recate in diversi luoghi del territorio ucraino, il regista ha assemblato tessere di durata abbastanza simile l'una con l'altra perché alla fine ci venisse offerto un mosaico originale di un popolo in guerra. Ciò che emerge (ma ce lo aveva detto già con Maidan è la realtà di uomini e donne ben lontani dall'etichetta di 'nazisti' che il Cremlino di Putin cerca di applicare loro.
Ci sono indubbiamente delle entità come la Brigata Azov che questa qualificazione se la sono costruita addosso ma non rappresentano certo lo spirito di una popolazione che sta dalla parte dei propri soldati (vedasi la nonna fuori campo che li chiama eroi) perché li vede come difensori impegnati nella riconquista di una normalità che non può più esserci e non come rappresentanti di un'ideologia. Assistiamo a un matrimonio, a una nascita, a battesimi di adulti e una consegna di doni natalizi ma c'è sempre l'attesa di un allarme o il possibile suono di un'esplosione in lontananza. Le camere dei vari inviati sanno anche inseguire un cane lupo che sembra abbandonato così come sanno cogliere le domande che una giovane donna si pone sul ritorno del proprio compagno: se tornasse sconvolto nell'animo da ciò che ha vissuto con che cuore potrebbe separarsene? Siamo presenti alle fisioterapie a cui vengono sottoposti gli amputati degli arti così come vediamo bambini di una scuola elementare seguire prima una lezione patriottica per poi dover andare nel rifugio in seguito a un allarme di attacco aereo. La sequenza degli sminatori poi ci ricorda come, anche quando la guerra sarà terminata, le mine continueranno a costituire un pericolo per molti anni a venire.
L'immagine che però più colpisce e commuove, nel senso meno retorico del termine, è quella di una sequenza che ha inizio in modo molto marziale. Un plotone di soldati rende gli onori militari al Presidente Zelenski in visita con la consorte nella zona. Mentre lui parla, al di qua delle transenne che sta sorvegliando, un soldato chiacchiera con una ragazza. È la vita che manifesta le sue leggi nonostante tutto e tutti.
"Ho realizzato questo film con un profondo dolore nel mio cuore e con un grande amore per il mio Paese. Questo film è nato dalla compassione", dichiara il documentarista ucraino Sergei Loznitsa nelle note di regia. È marzo 2022 quando Fabrice Puchault di Arte Tv lo contatta per chiedergli di documentare l'invasione russa dell'Ucraina. Loznitsa accetta, nella consapevolezza di non poter restare in silenzio, [...] Vai alla recensione »
Come nelle strisce dei Peanuts, le voci degli "adulti" in questo nuovo documentario di Loznitsa restano a lungo tempo, o completamente, degli acusmi senza volto, ne ascoltiamo le litanie e i discorsi riecheggiare per le stanze o per la città ma queste figure, queste Istituzioni, queste immagini del potere, sono destinate a non entrare mai nel quadro, o semmai ad apparire solo dopo molto tempo: accade [...] Vai alla recensione »
La cerimonia funebre di qualche soldato, una libreria dove vengono portati testi della letteratura russa destinati poi al macero, un matrimonio, alcuni adulti che si battezzano immergendosi nelle acque gelide, il reparto maternità di un ospedale, una scuola elementare, un pronto soccorso, una donna che si esercita con il fucile in una cava. Dal 2022 a oggi la vita è andata avanti in Ucraina, lo ha [...] Vai alla recensione »
Con rigore e metodo, un po' alla Wiseman, Sergei Loznitsa procede nel suo percorso di osservazione della Storia - di ieri, di oggi, persino di domani. Che sia un lavoro documentario, d'archivio o una fiction, la sostanza non cambia e tutto è connesso, discorsivo, coerente. Con L'Invasion siamo nell'Ucraina di oggi, in una nazione attraversata a tutti i livelli dalla guerra, dalla propaganda, dalla [...] Vai alla recensione »