Il cineasta di Maidan ha ripreso per due anni la quotidianità del suo Paese sotto attacco russo, applicando l'abituale struttura del suo apparato a simmetrie interne. CANNES77. Séances Spéciales
di Sergio Sozzo Sentieri Selvaggi
Come nelle strisce dei Peanuts, le voci degli "adulti" in questo nuovo documentario di Loznitsa restano a lungo tempo, o completamente, degli acusmi senza volto, ne ascoltiamo le litanie e i discorsi riecheggiare per le stanze o per la città ma queste figure, queste Istituzioni, queste immagini del potere, sono destinate a non entrare mai nel quadro, o semmai ad apparire solo dopo molto tempo: accade alle voci dei sacerdoti che officiano funerali e cerimonie, alla voce delle maestre che indottrinano i giovani alunni a riconoscere il nemico, alla voce di Zelensky che tiene discorsi in piazza, alla voce degli annunci di raid aereo o bombardamento in arrivo - The invasion viene ufficialmente presentato come il seguito ideale di Maidan, il film che fece conoscere il "metodo Loznitsa" nell'ambiente internazionale, ed è il risultato di due anni di riprese in giro per l'Ucraina, terra madre del regista, per raccontare il paese sotto invasione russa. [...]
di Sergio Sozzo, articolo completo (3620 caratteri spazi inclusi) su Sentieri Selvaggi 19 maggio 2024