Anno | 2020 |
Genere | Documentario, |
Produzione | Norvegia, Iran, Svizzera |
Durata | 80 minuti |
Regia di | Firouzeh Khosrovani |
Uscita | mercoledì 9 marzo 2022 |
Tag | Da vedere 2020 |
Distribuzione | ZaLab |
Rating | Consigli per la visione di bambini e ragazzi: |
MYmonetro | 3,75 su 11 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 3 marzo 2022
Una storia d'amore, due modi di intendere la vita e la fede, una figlia divisa tra un padre laico e una madre religiosa praticante negli anni che hanno cambiato la storia dell'Iran. In Italia al Box Office Radiograph of a Family ha incassato 6,6 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Hossein, iraniano occidentalizzato, sposa Tayl, una donna del suo Paese che non ha mai lasciato la famiglia di origine. Insieme si trasferiranno in Svizzera, conducendo una vita lontana anni luce da quella che avrebbero vissuto in Iran, anche se il rapporto fra marito e moglie mostra qualche segno di disparità anche in terra straniera. Quando la coppia tornerà a Teheran le tradizioni avranno tuttavia il sopravvento e le difficoltà per Tayl aumenteranno: la sua casa diventerà una prigione dorata per sottrarsi alla quale, e per recuperare la propria identità e indipendenza, la donna si unirà ai movimenti fondamentalisti che hanno preso piede nel suo ritrovato Paese.
Radiograph of a family è la storia dei genitori della regista iraniana Firouzeh Khosrovani, anche autrice della sceneggiatura, che narra la loro vicenda in prima persona (anche se nell'originale è doppiata dalla montatrice Farahnaz Sharifi) e la ricostruisce attraverso fotografie e home movies.
Anche ai genitori della regista viene restituita una voce, poiché entrambi recitano dialoghi che la loro figlia può soltanto immaginare. Un leit motif visivo ricorda inoltre La famiglia di Ettore Scola: l'interno di una casa, quella iraniana della famiglia Khosrovani, dentro la quale la cinepresa avanza con il procedere della storia raccontata.
Radiograph of a family ricrea le difficoltà di una donna mediorientale calata in due culture diverse ma in qualche misura discriminatorie nei confronti del genere femminile, e soprattutto apre uno squarcio su una realtà poco conosciuta in occidente: la militarizzazione delle donne nell'esercito della Rivoluzione iraniana del 1979, e il modo in cui il loro attivismo politico e religioso abbia concesso a quelle combattenti un'autorevolezza e una misura di libertà opposta a quella che sarebbe stata poi negata dallo stesso regime fondamentalista. Un passaggio che si rivela utile anche per spiegare la radicalizzazione di molti combattenti islamici contemporanei che hanno trovato nella militanza una ragione di vita e un modo per non sentirsi gli ultimi della terra.
La documentazione filmica e cinematografica fornita da Khosrovani sulla partecipazione militare delle donne nella Rivoluzione del '79 è impressionate e rivelatrice, oltre che inedita. La regista contestualizza i documenti personali lasciati dai suoi genitori con filmati d'archivio e Radiograph of a family compie un viaggio nella memoria famigliare ma anche nella Storia, ricostruendo quelle dinamiche esplosive che ancora oggi sfociano in violenza e ribellione, sia all'interno del nucleo domestico che sui campi di battaglia.
«Sono il prodotto dell’insanabile contrapposizione tipicamente iraniana tra laicismo e ideologia islamica», dice la regista Firouzeh Khosrovani, figlia di padre laico e madre musulmana praticante. Nella sua famiglia, come in tante altre, gli effetti della rivoluzione islamica hanno influito su ogni aspetto della vita quotidiana. Mentre il padre continuava ad ascoltare Bach, la madre si dedicava all’attivismo religioso. In casa niente carte gioco o foto di donne senza hijab. Una famiglia divisa, una figlia combattuta. Attraverso fotografie, lettere e voci, la regista racconta la sua giovinezza. La sua storia privata assurge a metafora dei cambiamenti della società iraniana negli ultimi quarant’anni.
Un film a dir poco eccezionale. Raccontare l'evoluzione della società iraniana attraverso l'evoluzione di una donna -la madre della regista in relazione al suo rapporto con la Storia. Abituati come siamo alle semplificazioni delle narrazioni storiche, il fatto che sia una donna a smontare dall'interno le velleità occidentali di una famiglia dell'alta borghesia iraniana è davvero sorprendente.
Quando Moussio chiede in sposa Tayi, lui vive a Ginevra, studia per specializzarsi alla facoltà di medicina e lavora in ospedale. Lei, invece, è appena maggiorenne e accetta di sposarsi in assenza del marito per poterlo raggiungere subito in Europa. In Svizzera l'ambiente è molto diverso da quello di Tehran e la giovane ne è felice e spaventata al tempo stesso.
«La mamma sposò la fotografia di papà». Con una voce fuori campo, la regista Firouzeh Khosrovani ci introduce nella casa e nella memoria della sua famiglia. Potrebbe sembrare una metafora - come a dire che i due non si conoscevano - e invece l'inquadratura successiva rivela la forza poetica dell'immagine: sua madre Tayi si era davvero sposata con una foto di Moussio, assente dalla cerimonia in Iran [...] Vai alla recensione »
Una storia famigliare, struggente e drammatica, che ripercorre anni cruciali per la rivoluzione islamica in Iran osservata da un punto di vista insolito. In Radiograph of a Family la regista Firouzeh Khosrovani svoglia l'album fotografico del genitori, padre laico che ha studiato e lavorato in Svizzera, e madre musulmana praticante. Dopo alcuni anni trascorsi a Ginevra la coppia, per volere della madre [...] Vai alla recensione »
"Radiografia di una famiglia". Quella della regista iraniana Firouzeh Khosrovani, dal primo incontro tra i suoi genitori - a Teheran, negli anni 60, lui radiologo laico espatriato a Ginevra lei musulmana praticante e poi combattente religiosa - fino al presente, in un montaggio di fotografie e home movies rianimato dalle voci di una coppia di attori.
«Mamma sposò la foto di papà» racconta la voce fuori campo narrante, che è quella della regista, sulla fotografia in bianco e nero della giovanissima donna con l'abito bianco e il sorriso delle grandi occasioni che dice «sì» al ritratto di un uomo racchiuso in una cornice. Ma questo matrimonio «a distanza» era il solo modo che i due avevano per stare insieme: Moussio, l'uomo, si era innamorato di Tayi, [...] Vai alla recensione »
Premiato come miglior lungometraggio all'Idfa di Amsterdam nel 2020, arriva in alcune sale italiane distribuito dalla meritoria ZaLab il bellissimo documentario Radiograph of a Family dell'artista, regista e giornalista iraniana Firouzeh Khosrovani che lo presenterà personalmente in varie città in quello che si può definire un breve tour (qui segnaliamo il cinema Beltrade di Milano il 9 marzo e il [...] Vai alla recensione »
Il documentario diretto dalla cineasta iraniana Firouzeh Khosrovani, da sempre attenta ai fenomeni socio-politici del suo Paese con titoli come Rough Cut e nel film corale Herfeh: Mostanadsaz, esplora con quest'opera premiata durante l'International Documentary Film Festival di Amsterdam del 2020, la storia del suo conflittuale nucleo familiare. Gli 80 minuti che compongono il film si dipanano attraverso [...] Vai alla recensione »
Molto spesso le contraddizioni che caratterizzano i propri genitori si ripercuotono inevitabilmente sulla vita dei figli e sulle loro scelte personali. Scoprire e mostrare la storia della propria famiglia è un atto di coraggio ed umiltà, che denota come l'attaccamento alle figure più importanti possa essere la spinta per dimostrare il coraggio o gli errori di chi ci ha preceduto.