Titolo originale | Otac |
Anno | 2020 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Serbia, Francia, Germania, Croazia, Slovenia, Bosnia-Herzegovina |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Srdan Golubovic |
Attori | Goran Bogdan, Boris Isakovic, Nikola Rakocevic, Nada Sargin, Ljubomir Bandovic Jovo Maksic, Mirko Vlahovic, Milica Janevski, Vahid Dzankovic, Ajla Santic. |
Tag | Da vedere 2020 |
MYmonetro | 4,21 su 5 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento sabato 23 gennaio 2021
Un padre cerca di riprendersi i figli dopo che i servizi sociali li hanno portati via. Il film ha ottenuto 1 candidatura agli European Film Awards,
ASSOLUTAMENTE SÌ
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Dopo un evento che ha scosso il nucleo familiare Nikola, un uomo che ha perso il lavoro e vive di prestazioni occasionali, si vede portare via i suoi due figli dai servizi sociali. Visto inutile ogni tentativo di protesta decide di recarsi a Belgrado per presentare un'istanza direttamente al ministro competente. Non avendo denaro percorre a piedi i 300 chilometri che separano il suo paese dalla capitale.
Sdran Golubovic ha letto tempo fa su un giornale la notizia di un padre che stazionava dinanzi al Ministero del Lavoro nel tentativo di farsi riconsegnare i figli dati dallo stato in affido a una famiglia. Entrato in contatto con l'uomo è rimasto colpito dalla profonda umanità ma anche dall'irrazionalità di quella protesta e da cittadino doc (è nato e cresciuto a Belgrado) ha deciso di andare a conoscere la campagna con le sue bellezze naturali ma anche con i complessi rapporti che si instaurano tra le persone per raccontare questo viaggio della speranza.
Grazie all'immedesimazione totale del suo protagonista Goran Bogdan con questo padre che non vuole rinunciare, per nessun motivo, ai propri figli ci racconta un microcosmo sociale in cui la corruzione e la prevaricazione possono lasciare il posto a un formalismo di facciata.
Nikola è un uomo che, attraversando la terra che gli dovrebbe essere patria (cioè terra del padre secondo l'etimologia latina), scopre che può trovare aiuto vero solo in chi, come lui, condivide vessazioni.
In una società in cui l'avere denaro è l'unico comune denominatore in grado di dare un (falso) valore alle persone e in cui non importano i metodi o le azioni con cui lo si ottiene, chi non ne ha non conta nulla. I suoi diritti vengono disattesi con pretesti, dilazioni e minacce. Non resta allora che camminare e, passo dopo passo, sperare in una risposta da chi dovrebbe rappresentare il popolo e curarne gli interessi. Il regista e lo sceneggiatore seguono il suo percorso con empatia, senza però sovrapporsi a Nikola ma lasciando allo spettatore il compito di accompagnarlo e di chiedersi se quella speranza sia o meno ben riposta.
Premetto che è parte di un articolo che pubblicherò su WSIMagazine alla fine del 32mo Trieste Film Festival - Lucia Evangelisti Visibile on line dal 24 al 28 gennaio Father,di Srdan Golubovic, (Serbia, Francia, Germania, Croazia, Slovenia, Bosnia-Herzegovina, 2020 ), già proiettato a Berlino nel 2020, e ora scelto dal 32mo Trieste Film Festival, è di grande [...] Vai alla recensione »
Basterebbe quel momento di ritrovata intesa in ospedale, con il protagonista di ritorno da Belgrado nuovamente mano nella mano con la moglie ancora ricoverata. Basterebbe il silenzio dignitosissimo e l'enorme rispetto con cui i vicini di casa, poveri e disperati quanto lui, non certo ladri di professione, gli restituiscono pezzo per pezzo tutto ciò che avevano trafugato dalla sua casa convinti che [...] Vai alla recensione »
Essere poveri è una colpa? Essere ai margini della società è una colpa? Tutte noi persone civili, buone ed evolute saremmo pronte a dire di no. Eppure, se succede che chi non può difendersi, chi è finito ai margini resta vittima di un sopruso, noi non reagiamo, guardiamo da un'altra parte perché non vogliamo problemi, perché seguiamo tutti, in fondo, il vecchio motto: "fatti gli affari tuoi che campi [...] Vai alla recensione »
Serbia, oggi. Una famiglia di quattro persone. Madre, padre e due figli. Estrema precarietà materiale. Con un gesto lacerante e provocatorio la madre denuncia pubblicamente lo scempio inflitto dalla povertà sulla vita in famiglia. I servizi sociali rispondono "traslocando" i ragazzi. Il padre non si rassegna e tra l'altro sente puzza di corruzione. Percorre a piedi i 300 km che separano la sua tana [...] Vai alla recensione »
Uno dei più film belli della sezione Panorama è di origine serba, s'intitola Otac ovvero Padre, lo ha girato Srdan Golubovic, regista quarantottenne con alle spalle un'ancora scarna filmografia, quattro soli lungometraggi, uno ogni sei anni a partire dal 2001. A Berlino (ma anche al Sundance) c'era già stato col film precedente intitolato Circles, dove aveva raccolto nella sezione Forum il premio della [...] Vai alla recensione »