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Ultimo aggiornamento venerdì 1 marzo 2019
Una giovane donna cinica che non crede nell'amore scopre di essere finita intrappolata dentro una commedia romantica. Al Box Office Usa Non è romantico? ha incassato nelle prime 6 settimane di programmazione 48,1 milioni di dollari e 20,5 milioni di dollari nel primo weekend.
CONSIGLIATO SÌ
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Natalie fa l'architetto in uno studio di New York e vive sola in un appartamento insieme al suo cane. Il suo lavoro le piace, anche se a volte si sente invisibile, e di certo non le serve un uomo "per completarsi". Un giorno, però, Natalie finisce all'ospedale dopo aver resistito a un tentativo di scippo. E quando si riprende dal trauma, qualcosa intorno a lei è cambiato: gli uomini la guardano, il mondo profuma di fiori e lavanda, la gente si comporta in modo strano. A quanto pare è finita in una commedia romantica, e la cosa non le piace affatto.
La vita non è una commedia romantica. Non ne ha i tempi: le battute non arrivano al momento giusto, le cose non succedono quando devono succedere.
Non segue un copione: le persone non sono quello che sembrano, i luoghi non sono in sintonia con chi li abita, essere goffi non è una virtù e sentire voci fuori campo - nel mondo vero - è un chiaro sintomo di schizofrenia. Ma soprattutto la vita, con le commedie romantiche, non condivide i protagonisti: la bellezza, caratteristica primaria degli attori da rom-com, nel mondo reale è una dote rara che appartiene a pochi, fortunati, selezionatissimi esseri umani (di cui Julia Roberts, apprendiamo nella prima sequenza del film, è alfiere supremo). È sulla base di questa pur banale verità che Todd Strauss-Schulson costruisce quel che la protagonista Natalie definisce brillantemente un "Matrix per le persone sole": un paradiso artificiale, scaturito come in sogno da un trauma cranico conseguenza di uno scippo, in cui il mondo intero, o meglio New York, si trasforma nel set di una commedia romantica tradizionale. Un'idea semplice che la scrittura intelligente del film (sceneggiato da tre donne: l'attrice Erin Carillo, la veterana delle commedie romantiche Dana Fox e la sceneggiatrice di Come far perdere la testa al capo, Katie Silberman) sostiene con battute fulminanti e consapevole ironia (con rari, e azzeccati, momenti di humor demenziale), inanellando senza sosta tutti i cliché di un genere su cui Hollywood, e non solo, ha costruito un impero.
Una satira benevolente che distrugge passo dopo passo il feel good movie, smascherandolo per quello che è: una rappresentazione "tossica" delle relazioni umane, distorta e fraudolenta quanto le pubblicità che ammiccano sui cartelloni proponendo modelli - di corpi, di donne, di vita - ai limiti dell'impossibile. Un lavoro davvero gustoso sul linguaggio del genere, ricchissimo di citazioni (a partire da quelle musicali: il film si apre audacemente con "Pretty Woman" di Roy Orbison e si chiude, passando per "No More I Love You's" di Annie Lennox e "I Wanna Dance with Somebody" di Whitney Houston, con "Express Yourself" di Madonna), di topos narrativi (la sequenza musical; la corsa al ralenti sul finale; il montaggio make over con la prova vestiti) e personaggi-macchietta ricorrenti. Ecco allora l'onnipresente amico gay (l'ottimo Brandon Scott Jones), "della cui vita non ci importa nulla", capace di apparire e scomparire secondo necessità, con la battuta pronta e una buona idea di outfit sempre a disposizione; il "figo a livelli di teen movie", ricchissimo, bellissimo ed egoista; la collega dell'ufficio con cui nasce una spontanea, e del tutto immotivata, competizione; e ancora la bellissima rivale, qui interpretata da Priyanka Chopra, che prima della carriera americana fu star di commedie romantiche a Bollywood. Troneggiano, al centro di un cast perfettamente in parte, la protagonista Rebel Wilson e il suo partner Adam DeVine, magnifici interpreti troppo spesso relegati, proprio per questioni di "canone", a ruoli secondari che non rendono giustizia al loro brillante talento. Ma la vita non è una commedia romantica, e per una volta, a quanto pare, anche il cinema se ne è reso conto.
Il film parte con una premessa assolutamente interessante: ci suggerisce un punto di vista inedito da cui osservare le dinamiche della commedia romantica. E lo fa, inizialmente, con una impostazione più che adeguata; divertente, ironica ed incisiva. Purtroppo, però, quello che voleva essere un film che ironizzava sui cliché cerca di toccare troppi punti tutti insieme.
Un film che ironizza i films romantici e ormai noiosamente prevedibili di una Hollywood diventata ormai un "sepolcro imbiancato" di evangelica memoria. L'ho visto spinto dalla simpatia nei confronti della protagonista che in altri simpatici films (la trilogia di "Pitch perfect" per esempio) ha un ruolo da spalla comica che funziona magnificamente e che nella quasi totalità [...] Vai alla recensione »
Un grazie veramente a questo film....mi sono crepata dalle risate e nel frattempo la morale è assolutamente vera! Alcune cose le penso anche io ed è questo che mi ha supito di più ma soprattutto la fantastica idea di realizzare una commedia al contrario. Complimenti davvero a questo film anche se forse non sarà mai da oscar ma in questi me lo rivedo sicuro perchè [...] Vai alla recensione »
Lo spunto (ragazza in gamba ma fuori dai canoni di bellezza si sveglia, dopo una botta in testa, in una versione alterata della realtà) e la morale (l'importante è amare se stessi) sono i medesimi di Come ti divento bella, ma qui la fantasia che intrappola Rebel Wilson (star australiana di Pitch Perfect e Le amiche della sposa, all'esordio come produttrice) è un universo parallelo dove tutto pare uscito [...] Vai alla recensione »