Titolo originale | Long Day's Journey Into Night |
Anno | 2018 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Cina |
Durata | 110 minuti |
Regia di | Gan Bi |
Attori | Wei Tang, Sylvia Chang, Meng Li, Jue Huang, Yongzhong Chen Lee Hong-Chi, Feiyang Luo, Chloe Maayan, Chun-hao Tuan, Yanmin Bi, Lixun Xie, Qi Xi, Ming-Dow, Zezhi Long, Jian Jun Ding, Kailong Jiang, Kai Liang (II), Chuanren Lin, Xizhen Liu, Tongfu Long, Zhonglan Luo, Zhengfu Meng, Hongyue Pan, Shiyu Tang, Hai Wang, Jun Wen, Xiaoying Xu, Kailong Yang, Qiwen Yang, Zhongtang Yu, Shuai Zeng, Xiantian Zeng. |
Uscita | giovedì 30 luglio 2020 |
Tag | Da vedere 2018 |
Distribuzione | Movies Inspired |
MYmonetro | 3,48 su 6 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 23 luglio 2020
Luo Hongwu torna nella sua città natale dodici anni dopo aver commesso un omicidio rimasto impunito. In Italia al Box Office Un lungo viaggio nella notte ha incassato 9,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Luo Hongwu fa ritorno a Kaili, a 12 anni di distanza da una relazione che non è riuscito a dimenticare. Fa il possibile per ritrovare la donna e per ricostruire quanto è avvenuto, ma i suoi ricordi si mescolano alla sua immaginazione. Come è fatta la memoria? Come lavorano i ricordi? Una domanda su cui si interrogano da secoli scienziati e romanzieri come Proust, senza trovare una risposta certa. Deve essersi posto lo stesso quesito Bi Gan, che in Un lungo viaggio nella notte - il titolo originale è invece traducibile con "L'ultima notte sulla Terra", a sua volta traduzione della raccolta di racconti "Chiamate telefoniche" di Roberto Bolaño - prova a dipanare la matassa di un ricordo che si confonde con un sogno e, forse, non è né l'uno né l'altro.
Una narrazione non lineare che procede avanti e indietro, in modo irregolare e mendace. Perché i ricordi "possono essere veri o falsi, ma il cinema è sempre falso".
Proprio la sala cinematografica è al centro delle scorribande notturne della mente del protagonista Luo Hongwu: lì dovrebbe eseguire un delitto che sembra fallire, lì dovrebbe attendere il momento opportuno per un appuntamento. Ma si addormenta sulla poltroncina, poi sogna e il filo logico della consequenzialità degli eventi si smarrisce irrimediabilmente. Bi rivisita tecniche e ispirazioni del suo folgorante debutto, Kaili Blues, e in un certo senso lo reinventa, con un differente budget e ambizioni incontenibili.
La città natale di Bi, Kaili, è ancora al centro della narrazione, ossia dello stream of consciousness del protagonista. Musa e dannazione dello stesso è invece Tang Wei, incarnazione della donna amata, inafferrabile, inaffidabile, irresistibile. La sua leggerezza levitante richiama, come illustra la locandina internazionale del film, gli amanti di Marc Chagall, che Bi ricrea servendosi di tre tecniche cinematografiche, audacemente fuse tra loro: piano sequenza, 3D e un drone per effettuare riprese aeree.
Il segmento più onirico del film si serve di questa combinazione per trascinare con sé lo spettatore. Se questo si offre come complice al regista, il viaggio diviene una indimenticabile evasione gravitazionale: "se il mio corpo è di idrogeno, allora i miei ricordi sono di pietra", sentenzia la voce over nell'incipit del film.
A intervalli regolari ritornerà a suggerire indizi che lo spettatore ritroverà lungo la strada - le torce per scacciare le api, i capelli rossi, gli uomini tristi intenti a divorare mele - per cercare di ricomporre un puzzle che, forse, non ha soluzione. E che ha radici più profonde di quelle che Hongwu preferisca ammettere, con una figura materna - interpretata dalla straordinaria Sylvia Chang - che si confonde e si duplica, anche cromaticamente, nella donna amata.
Forse è il film che più si avvicina alla visualizzazione dei meccanismi dell'inconscio; forse è solo uno splendido viaggio nel cinema e nella sua menzogna, fatto di frammenti di noir che paiono gocce di sangue rappreso, a cui nessuno può credere fino in fondo. Transitorio, come un fuoco d'artificio scoppiettante e destinato a spegnersi in men che non si dica.
lentezza esasperante,racconto confuso,lunghezza infinita,questi film orientali che dir si voglia,giapponesi/cinesi/coreani ecc. sono di una noia mortale,seguiranno la loro cultura ma noi occidentali abbiamo bisogno di ritmo e di trame chiare e concise. 2 ore e più di noia soporifera.
Presentato al Certain regard di Cannes nel 2018, all'uscita nei cinema cinesi Un lungo viaggio nella notte è diventato contro ogni aspettativa, grazie a una campagna pubblicitaria che lo presentava come un film romantico, un campione d'incassi. Un vero e proprio caso, per un film - l'opera seconda del suo regista, all'epoca nemmeno trentenne - che in due ore e un quarto conduce nei luoghi, nei pensieri, [...] Vai alla recensione »
Tra i film più superbi - nel doppio senso della parola - visti negli ultimi anni (dopo la presentazione due anni fa al Certain regard di Cannes), c'è l'opera seconda del cinese Gan Bi, molto atteso, visto l'interesse suscitato dal suo Kali Blues (2016). Superbo dal punto di vista visivo, tra i più potenti in assoluto se guardiamo alla fascinazione prodotta dalle sue immagini, alla costruzione dell'inquadra [...] Vai alla recensione »
Un amore perduto nel corso del tempo, ma non dimenticato. Perché alcuni ricordi faticano a sfumare e la malinconia dei giorni andati è il segno della loro persistenza. Il killer Luo Hon vive nel passato. Come il cinema, sembra dire Bi Gan, che già in apertura, con quella voce off "letteraria", crea i toni e gli umori del mondo poetico di questo suo secondo film, aggrappato disperatamente alle mitografie [...] Vai alla recensione »
Mettete due titoli, uno cinese, Diqiu zuihou de yewan, ovvero Last Evenings on Earth, che è tratto da una novella di Roberto Bolaño, e l'altro internazionale, Long Day's Journey Into Night, che è il nome di una pièce di Eugene O'Neill. Mettete una poetica, e uno stile, che introietta Wong Kar-wai, Diao Yinan (The Wild Goose Lake), David Lynch (Mulholland Drive), Alfred Hitchcock (Vertigo), Andrei [...] Vai alla recensione »
Potrebbe essere un po' azzardato affermarlo, ma forse non poteva esserci periodo migliore di questo per vedere Un lungo viaggio nella notte. La struttura del film, la sua forma e la scelta distributiva italiana sembrano essere accomunate da una caratteristica ben precisa. Ci vuole infatti coraggio, relativamente al nostro mercato, per portare sugli schermi italiani un film cinese.