L'enfant prodige cinese Bi Gan fa di memoria spazio e lussureggiante pianosequenza in 3D: cinema oltre la storia, un affronto di gusto e sostanza. Da vedere
di Federico Pontiggia La Rivista del Cinematografo
Mettete due titoli, uno cinese, Diqiu zuihou de yewan, ovvero Last Evenings on Earth, che è tratto da una novella di Roberto Bolaño, e l'altro internazionale, Long Day's Journey Into Night, che è il nome di una pièce di Eugene O'Neill.
Mettete una poetica, e uno stile, che introietta Wong Kar-wai, Diao Yinan (The Wild Goose Lake), David Lynch (Mulholland Drive), Alfred Hitchcock (Vertigo), Andrei Tarkovskij (Stalker), nonché, rivendica il regista, La fiamma del peccato, Chagall e Modiano.
Mettete un film che sono due, una prima parte che è deleuziana immagine-tempo e l'altra, un lussureggiante e "antico" e "vero" lungo pianosequenza in 3D, che è immagine-movimento. [...]
di Federico Pontiggia, articolo completo (3210 caratteri spazi inclusi) su La Rivista del Cinematografo 27 luglio 2020