Una prima precisazione: il film, sequel di Blad Runner è strettamente collegato a questo. Per cui resta difficile dopo 36 anni che lo spettatore che non ha visto recentemente il primo comprenda a pieno la nuova storia già di per sé complessa. Brevemente accenniamo alla trama: nel film precedente avevamo lasciato Rich (Harrison Ford) cacciatore dei replicanti che si erano ribellati e Rachael (una splendida Sean Young che purtroppo ha avuto una carriera infelice) che è una replicante e che innamorati abbandonano insieme Los Angeles del 2019.
Nel sequel (avvertimento SPOILER) siamo sempre a L.A. nel 2049 che dopo la catastrofe avvenuta 30 anni prima è stato riorganizzata economicamente da un finanziere filantropo Wallace (Jared Leto) che ha deciso la produzione di un nuovo tipo di replicanti obbedienti e la caccia ai superstiti del precedente tipo. K (Ryan Gosling) è un replicante agente della polizia, addetto alla caccia dei superstiti alle dipendente del tenente Joshi (Robin Wright). K uccidendo un replicante che morendo gli dice "perché non credete nel miracolo", scopre delle tracce che dimostrano che una donna replicante aveva partorito nel 2021, analizzando queste tracce lasciate dal morto e che corrispondono alle memorie inserite nel suo cervello, K ritiene che suo padre sia Rick che vive nella vecchia L.A. abbandonata e che ritrova (sempre impersonato da Harrison Ford). Mi fermo qui nella trama per non rovinare la visione del finale con i suoi inevitabili colpi di scena.
Per quanto riguarda il film un'osservazione critica riguarda la sua lunghezza (quasi tre ore) e la lentezza, se il primo film era stato criticato perché lento questo presenta lungaggini ben più estese. Non è cambiata l'atmosfera meteorologica piove sempre l'unica novità è l'alternarsi con la neve, il regista (Ridley Scott è il produttore) che è Denis Villeneuve ((Arrival il suo precedente film) ha preferito una fotografia più nitida, ha abbandonato l'ambientazione lugubre e disordinata del precedente film che peraltro colpiva l'immaginazione per la novità dei temi trattati e dell'ambiente. Temi che ritornano in questo film: l'uomo può essere creatore ovvero l'anima è un qualche cosa che sfugge al suo controllo? Joshi dice a K " devi comprendere che si può vivere senza anima" ma è possibile questo? Purtuttavia il film sostanzialmente delude proprio perché è ambiguo, d'altra parte non si vede l'utilità di un sequel dopo 36 anni, sarebbe stato meglio un film che riprendesse tali tematiche, ma del tutto nuovo come sceneggiatura. L'intepretazione è molto buona per alcuni interpreti specie Ryan Gosling che fa una parte molto difficile, ottimi Robin Wright e Harrison Ford che gigioneggia in modo contenuto, mediocri gli altri come ad esempio Ama de Armas che interpreta Joi l'amante virtuale di K e che ha al suo attivo alcuni film scollacciati. Per concludere domanda Ridley Scott perché hai voluto fare un sequel,? A mio avviso non se ne vede da un punto di vista artistico l'utilità.
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