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Ultimo aggiornamento mercoledì 6 marzo 2019
La lotta di un onesto ferroviere per riavere indietro un suo vecchio orologio, insieme alla sua dignità. In Italia al Box Office Glory - Non c'è tempo per gli onesti ha incassato 40,9 mila euro .
CONSIGLIATO SÌ
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Tsanko Petrov lavora alla manutenzione dei binari ferriovari in uno stato di quasi indigenza. Un giorno trova sui binari del treno un'ingente somma di denaro. Anziché intascarselo, Tsanko chiama la polizia e le consegna il denaro, divenendo una sorte di eroe per la stampa nazionale. Come premio il Ministero dei Trasporti, nel frattempo al centro di un'indagine sulla corruzione, gli consegna un orologio. Solo che l'orologio nuovo non funziona e quello vecchio, regalato a Tsanko dal padre, viene smarrito dalla PR del ministro, Julia Staikova.
Molti hanno conosciuto il cinema bulgaro attraverso il talento di Kristina Grozeva e Petar Valchanov e al loro The Lesson - Scuola di vita, distribuito in sala anche in Italia e mietitore di consensi nei vari festival in cui è stato presentato. La mano dei due autori si riconosce anche in Glory, ma è come se il dosaggio degli ingredienti fosse state alterato da un sabotatore.
L'intento è ancora una volta quello di mettere in luce contraddizioni e storture di una società piagata dalla corruzione e dall'inquità, una macchina che sembra avere come unico scopo quello di stritolare lo Tsanko Petrov di turno, vittima predestinata delle prevaricazioni altrui. E puntualmente Tsanko Petrov - goffo, ingenuo e ignorante - sbaglia tutti i passi possibili per affrancarsi dal proprio disagio, finendo solo per stringere sempre più il cappio attorno al proprio collo.
L'accento è posto sul lato più grottesco e umoristico delle vicende di Tsanko e in parallelo, e per contrasto, di Julia Staikova, donna in carriera che pone il lavoro sopra ogni cosa e non nasconde il proprio disprezzo nei confronti dei suoi sottoposti. L'incontro improbabile tra i due, determinato da un fato beffardo, mette a nudo la profonda ingiustizia insita nella società bulgara, in cui un atto altruista come quello di Tsanko rappresenta un'anomalia imprevista e ingestibile per un sistema corrotto fino al midollo.
La pochade procede ricorrendo a gag clownesche, con una marcata componente di fisicità: lo scambio dei pantaloni e poi delle camicie, lo scambio degli orologi, la balbuzie di Tsanko e la sua incompatibilità con le esigenze dei media, la sua capacità di essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato. Umorismo che si tinge sempre più di nero, palesando i limiti della sceneggiatura nella gestione dei cambi di registro e nella risoluzione della vicenda. Ben presto il grottesco si fa rozzo e la critica sociale si fa ovvia.
Lo stile di Grozeva e Valchanov, un misto di sarcasmo e realismo con scrittura alla Jaoui-Bacri e macchina a mano alla maniera di Mungiu e Dardenne, si smarrisce in una parabola scontata negli esiti e nello svolgimento.
GLORY - NON C'È TEMPO PER GLI ONESTI disponibile in DVD o BluRay |
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“Selezionatori d’anime giocano con il bisturi, maggioranze boriose cercano furbi e stupidi, sobillano i malvagi, aizzano i violenti (…) Cerco le qualità che non rendono in questa razza umana che adora gli orologi ma non conosce il tempo, cerco le qualità che non valgono in questa età di mezzo…” & [...] Vai alla recensione »
C’ERA UNA VOLTA UN BULGARO, UN GRECO, UN … SLAVA Glory 3 agosto 2016 C’era una volta un bulgaro, un greco, un polacco e un francese. Come nelle barzellette. Solo che qui si tratta dell’apertura del Film Festival di Locarno dove, interessanti pellicole dell’Europa dell’est in concorso, si sono distinte sin all’ape [...] Vai alla recensione »
"Glory - Non c'è Tempo per gli Onesti" è un film duro e purtroppo quanto mai realistico per ciò che concerne la sua storia. In seguito al fatto che un operaio delle ferrovie dello Stato, balbuziente ed in condizioni economiche assai precarie, consegna un'ingente quantitativo di banconote trovate una mattina da lui sparse per i binari, si innesca [...] Vai alla recensione »
Glory è la marca di un orologio, niente di speciale ma per Tsanko rappresenta molto, gliel'ha regalato suo padre con dedica incisa sulla cassa. Tsanko è un uomo semplice bersagliato dalla sfortuna di non riuscire a spiegarsi come vorrebbe, è questo che lo tiene probabilmente lontano dalle compagnie dei colleghi operai delle ferrovie.
Un uomo umile,con problematiche nel linguaggio molto serie,avvolto in un mondo tutto suo,felice a suo modo e soddisfatto del suo lavoro altrettanto umile,amante delle sue cose in special modo dell'orologio che il padre gli regalò,ripetitivo nelle varie fasi delle giornata,non chiede niente a nessuno e soprattutto non si confronta con il modo che lo circonda.
Non si può certo dire che dalla Bulgaria ci arrivino di frequente dei film e neppure che si sappia molto qui da noi della produzione cinematografica di una nazione che non è poi così lontana dall'Italia.
Se si consultano i pochi dati presenti in rete si desume che nel 2016 siano stati prodotti 6 film (di cui 2 in coproduzione) mentre nel 2017 la quota si ferma a 4 (di cui 3 in coproduzione).
Se poi si approfondisce e si vanno ad analizzare le tematiche affrontate si scopre quanto segue. A fronte di un lungometraggio di animazione rivolto ad un pubblico infantile (Dragon Troubles), di una commedia (The Late Bloomer) e di un film a sfondo storico (The Singing Shoes, sul periodo successivo alla caduta del Muro e su quanto accaduto in precedenza) le altre opere guardano al presente e si focalizzano sullo stato della società. Il quale non è dei migliori a giudicare da quanto visto in film come Godless vincitore del Pardo d'oro a Locarno nel 2016 in cui un'infermiera rivende al mercato nero le carte d'identità di pazienti affetti da demenza oppure in Shame in cui un adolescente che salta le lezioni per andare a lavorare deve anche vergognarsi della madre portinaia perché la sua ragazza ne disprezza l'umile lavoro.
Commedia postcomunista con retrogusto drammatico di Kristina Grozeva e Petar Vakhanov, il cui humour si svela a cominciare dal titolo, Glory (Slava, nell'originale). La gloria di un paese, di un uomo, la gloria di un popolo antico? No, è la marca dell'orologio che il padre regalò con una dedica al figlio Tzanko Petrov (Stefan Denolyubov), ora cantoniere di una certa età, che lui, da bravo ferroviere [...] Vai alla recensione »
Che belle sorpresa. Anche se resta da vedere quanti correranno nelle sale per un film bulgaro. Dunque, l'operaio delle ferrovie Tsanko Petrov, un omino balbuziente di mezza età, nel sotto giro di manutenzione, trova tra i binari una paccata di milioni. Avverte la polizia, diventando un eroe. Non sa in che inferno si è cacciato. Una commedia grottesca, intrisa di humour nero, che sbeffeggia una society [...] Vai alla recensione »
Sappiamo poco o niente della produzione bulgara attuale, ma a giudicare da Glory. Non c'è tempo per gli onesti verrebbe da pensare che a Sofia si fa un cinema di livello. Ben recitato, solidamente scritto, il film della coppia Kristina Grozeva/Petar Valchanov, anche sceneggiatori, disegna il quadro tragicomico di un paese postcomunista dove le manovre di potere di un élite in carriera desiderosa di [...] Vai alla recensione »
Addetto balbuziente al controllo dei binari trova ingente somma di denaro sparsa sui cavi di rame della sua ferrovia. Decide di restituire tutti i soldi (o quasi: trattiene solo 150 euro). La responsabile delle pubbliche relazioni del Ministero dei Trasporti ne vuole fare un eroe da propaganda (capita a fagiolo: bisogna insabbiare scandali e corruzione) ma senza concentrarsi troppo: d'altronde quell'individ [...] Vai alla recensione »
Un operaio di manutenzione, un mucchio di euro sui binari, un orologio scomparso, una giornalista senza scrupoli. L'eroe mite e balbuziente che avverte la polizia viene premiato, illuso e abbandonato. Circostanze e intreccio di questo apologo sulla prevaricazione di politica, informazione e burocrazia sono da scoprire in sala, perché la fragile sceneggiatura si tiene proprio grazie alle connessioni [...] Vai alla recensione »
Non è la consueta denuncia della corruzione sopravvissuta alle macerie dei regimi comunisti est europei. C'è qualcosa di più sottile, la mano è più sofisticata, il punto di vista più sconsolato e forse cinico di quanto avvenga in altri casi. Il ministro dei trasporti è messo alle strette da una campagna di stampa su uno scandalo di appalti riguardanti le vetture ferroviarie.