Anno | 2015 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 56 minuti |
Regia di | Massimo Coppola |
Attori | Massimo Coppola, Valerio Mastandrea, Mary Monrovich, Hasib Omerovich, Nino Smith . |
MYmonetro | 3,00 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento venerdì 7 agosto 2015
Massimo Coppola, dopo aver diretto il film di finzione Hai paura del buio, affronta ora la regia di un documentario. Romeo e Giulietta è stato selezionato Fuori Concorso al Festival del film Locarno 2015.
CONSIGLIATO SÌ
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Nel campo nomadi di Tor de' Cenci Massimo Coppola vuole realizzare un film sulla tragedia shakespeariana facendolo recitare ai Rom. I due giovani che vengono selezionati dopo un accurato casting sono i sedicenni Nino e Mary. C'è però un problema: i due appartengono a famiglie rivali che non vogliono che recitino insieme.
In tempi di magliette con la riproduzione di ruspe pronte a radere al suolo i campi nomadi, muoversi nella deandreiana direzione 'ostinata e contraria' non è semplice. Anche perché diversi zingari non fanno molto perché venga tolta loro di dosso l'etichetta di ladri. Coppola realizza un documentario che sembra avere la forma del backstage ma che in realtà è molto di più, evitando l'agiografia, ma raccontando attraverso l'arte la vita. Non mitizza cioè i Rom rischiando l'effetto boomerang ma li racconta o, meglio, lascia che siano loro stessi a raccontarsi anche attraverso le parole, lette più o meno stentatamente, ma poi fatte proprie, del Bardo. Vediamo così illuminarsi lo sguardo di chi pensava di non riuscire a farcela, così come entriamo nel mondo del campo nomadi grazie alla telecamera-umana installata sul corpo del più vivace tra i ragazzini.
I casting, le prove, le ripetizioni di una singola battuta fanno emergere una condizione umana che da fuori è facile catalogare in modo semplicistico e razzista ma che invece, vista da dentro, mostra una molteplicità di sfaccettature. Poco importa se non ci sarà lo sfarzoso abito da sposa per la scena del matrimonio (come una madre vorrebbe). Ciò che conta è il processo che vediamo svilupparsi e che conduce a una scena finale che consente alla finzione e alla realtà di andare oltre i limiti dello schermo lasciandoci la consapevolezza di aver conosciuto e compreso qualcosa di più degli 'altri'. Grazie anche a una colonna sonora che ci ricorda che la musica è davvero immortale quando dal passato riesce ancora ad esprimere i sentimenti dell'oggi.
Fuori concorso a Locarno, nella gionata di apertura, stupisce il salernitano Massimo Coppola, autore, regista e direttore di Rolling Stone, confermando come l’approccio della regia e di attori campani, sia sempre più interessante del resto del mondo: da Sorrentino a Garrone, da Servillo [...] Vai alla recensione »