Titolo internazionale | The Last Hammer Blow |
Anno | 2014 |
Genere | Drammatico |
Produzione | Francia |
Durata | 82 minuti |
Regia di | Alix Delaporte |
Attori | Clotilde Hesme, Candela Peña, Grégory Gadebois, Romain Paul, Tristán Ulloa Farida Rahouadj, Farid Bendali, Mireia Vilapuig, Víctor Sánchez (II), Maria Machado, Daniel Rossignol, Naïa Bousquet, Stéphane Varupenne, Cédric Chatelain, Eric Chabot, Ludivine Lanez, Marion Préïté, Habiba Heragmi, Jean-Baptiste Durand, Antoine Laurent, Olivier Cabassut, Julien Debray, Jean-François Domergue, Gilles Beaumian, Abdelhakim Oualid. |
Tag | Da vedere 2014 |
MYmonetro | 3,34 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento domenica 7 settembre 2014
Un giovane ragazzo che vive con la madre in una comunità della Camargue ritrova, inaspettatamente, un padre mai conosciuto. Il film è stato premiato al Festival di Venezia,
CONSIGLIATO SÌ
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Victor ha quasi 14 anni e vive in una roulotte vicino al mare con la madre Nadia. Frequenta un centro di addestramento calcistico e indossa magliette con i nomi di Zidane e Messi, ma nonostante l'allenatore lo consideri una promessa, lui fa di tutto per sottrarsi agli allenamenti. Nadia è gravemente malata e ha smesso di lottare: comincia a mettere in vendita la roulotte, pezzo per pezzo, e a organizzare il futuro del figlio senza di lei. Ma Victor rifiuta di essere allontanato, e quando scopre che suo padre, il direttore d'orchestra Samuel, che per anni ha ignorato la sua esistenza, è in città per un concerto, lo va a cercare non per trovare una via di fuga ma per chiedergli un aiuto a restare.
Questo inizio di trama, in Le dernier coup de marteau, è solo accennato, mai esplicitato, e mai in tono greve. Perché il cinema di Alix Delaporte è un cinema di aria, di luce e di spazi che i personaggi attraversano apparentemente come falene impazzite, in realtà guidati da una direzione interiore assai ben definita, che li porta a realizzare il proprio destino. Anche la trama è fatta di tanti fili sottili che la regista "tira" solo alla fine, mostrandoci il significato profondo della storia che racconta.
Dopo il magnifico debutto con Angèle e Tony, Delaporte convoca di nuovo i suoi due attori di fiducia, Clothilde Hesme e Grégory Gadebois, e chiede loro di fare da sfondo, nei panni dei genitori, alla vicenda di Victor, il cui punto di vista diventa quello della storia. Victor cammina, corre, fa l'autostop trasformandosi in un vettore e un tramite. Più la madre lo spinge via, con quieta rassegnazione, più lui trova il modo di avvicinarsi a lei, di definirsi come figlio suo, di appartenerle. Anche nel rapporto con il padre Victor è una fonte di energia che crea armonia laddove è stata interrotta, fluidità laddove è stato creato un argine, dagli eventi o dalle volontà dei singoli.
Victor ha la saggezza profonda dei giovanissimi, che anche davanti a una tragedia cercano testardamente la strada da percorrere, e si muovono d'istinto verso la ricomposizione dei pezzi sparpagliati. Così la Tragica di Mahler ritrova la sua compattezza grazie alla presenza luminosa del ragazzo e la disperazione silenziosa della madre trova nella determinazione del figlio a non lasciarla sola la sua consolazione.
Victor è un'ape che impollina i fiori che incontra: non solo padre e madre, ma anche Miguel, il figlio dei vicini di roulotte spagnoli, che acconsente di imparare la lingua di un paese in cui si sente visitatore temporaneo, e la sorella di Miguel, Luna, che percepisce l'anima grande del ragazzo con la sensibilità degli adolescenti. Armata di infinita delicatezza, Delaporte dipinge con poche e precise pennellate i suoi personaggi forti e fragili, stagliando le loro silhouette contro una natura che tutto comprende e tutto include.
Le dernier coup de marteau è un racconto in punta di piedi che, come in Angèle e Tony, fa leva sul potere irresistibile della dolcezza maschile, e riesce a parlare della malattia senza mai renderla protagonista, rispettandone i pudori e i silenzi. C'è verità profonda nel comportamento di Nadia, così come nella reazione di Victor, che reclama per sé quel contatto fisico che la madre gli nega, credendo così di risparmiarlo. Alla fine Victor avrà quello che veramente vuole: la possibilità di congedare la sorte, non potendo scongiurarla. E di negare a quella sorte l'ultima parola, "l'ultimo colpo di martello".
Riuscito ritratto dell'adolescente Victor, intento a costruire con maturità quasi da adulto la propria vita. Muovendosi con facilità ed estrema consapevolezza nel suo mondo, Victor deve fronteggiare quattro problemi di non lieve peso: ridare fiducia ad una giovane madre colpita da una malattia incurabile, impostare da zero un rapporto costruttivo con un padre che non ha mai conosciuto [...] Vai alla recensione »