Paradise: Hope

Film 2013 | Drammatico 100 min.

Regia di Ulrich Seidl. Un film Da vedere 2013 con Melanie Lenz, Verena Lehbauer, Joseph Lorenz, Michael Thomas (II), Viviane Bartsch. Cast completo Titolo originale: Paradies: Hoffnung. Genere Drammatico - Austria, Francia, Germania, 2013, durata 100 minuti. - MYmonetro 3,50 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 3 giugno 2013

La tredicenne Melanie trascorre le vacanze in un rigoroso centro dietetico per adolescenti soprappeso, dove si innamora di un medico che ha quarant'anni più di lei. Al Box Office Usa Paradise: Hope ha incassato 5,9 mila dollari .

Consigliato sì!
3,50/5
MYMOVIES 4,00
CRITICA
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO SÌ
Il capitolo conclusivo si apre all'umorismo trovando il senso agli elementi mostrati in precedenza.
Recensione di Gabriele Niola
sabato 9 febbraio 2013
Recensione di Gabriele Niola
sabato 9 febbraio 2013

In un campo estivo per preadolescenti sovrappeso un gruppo di ragazze è vittima dei blandi tentativi di farle dimagrire mentre attraverso confessioni, spiate e primi approcci una di loro prova a scoprire la propria sessualità con il dottore del campo.
La terza componente della famiglia che già aveva visto un membro andare in Africa a "comprare" amore (in Paradise: Love) e un altro andare in Austria a distribuire fede (in Paradise: Faith), viaggia verso una colonia estiva con la speranza di aprirsi all'amore che hanno tutte le ragazze di 13 anni, in cerca d'amore nella maniera più canonica e innocente possibile.
Seidl continua ad indagare le ambiguità e l'illusorietà dei percorsi che dovrebbero portare ad un qualche paradiso, e che invece regolarmente svelano i compromessi indispensabili per la soddisfazione dei propri desideri. Il terzo e conclusivo capitolo però preme il pedale sul grottesco, sfruttando l'umorismo senza rinunciare alla passione del regista per i corpi dalle forme inconsuete e all'ossessione che i personaggi hanno per tali forme.
Anche stavolta la protagonista (e le amiche) sono sovrappeso, il loro fisico è continuamente esibito ma senza mai indugiare nella morbosità, anzi sono guardate con la curiosità dell'elemento perturbante. Seidl mette in bocca considerazioni, imposta azioni e mette in scena eventi che non tengono conto dei corpi che li abiteranno o pronunceranno e che, proprio perchè inseriti in un contesto in cui nessuna persona ha una fisicità che il cinema ci impone di considerare "normale", subiscono uno scarto di senso.
Infine con un movimento claustrofobico ben accoppiato alla stazza dei personaggi, quasi tutto il film è chiuso negli squallidi e spogli interni di un campo estivo in cui ragazzi ingombranti corrono in circolo dentro piccole palestre invece che spostarsi all'aperto, nuotano in fila indiana dentro una piscina invece che nel lago e dormono in piccoli lettini a castello. Tra quelle mura si accumula la tensione della speranza di una protagonista che sente le proprie coetanee parlare delle esperienze che sogna, ma poi è negli spazi finalmente aperti che il film cerca tirare le proprie fila.

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