stefano capasso
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sabato 17 ottobre 2015
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l'amore che fa la differenza
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Marco Bellocchio ricostruisce gli ultimi giorni della vicenda di Eluana Englaro, caratterizzati dall’acuirsi del conflitto tra i sostenitori del diritto alla vita e quelli della libertà di scelta, conflitto vissuto nelle strade dai diversi movimenti di idee e nelle stanze del parlamento tra le fazioni politiche.
La vicenda Englaro diviene lo sfondo e il filo conduttore del racconto in parallelo di diverse storie di persone che conoscono, perché vivono personalmente, i risvolti drammatici di questo conflitto.
Bellocchio costruisce una scenografia ricca e molto articolata fatta di flashback che si alternano al presente, e mette in scene con grande ricchezza espressiva e simbolica il conflitto, ne rende partecipi, emoziona, alternando momenti di rabbia ad altri di grande delicatezza.
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Marco Bellocchio ricostruisce gli ultimi giorni della vicenda di Eluana Englaro, caratterizzati dall’acuirsi del conflitto tra i sostenitori del diritto alla vita e quelli della libertà di scelta, conflitto vissuto nelle strade dai diversi movimenti di idee e nelle stanze del parlamento tra le fazioni politiche.
La vicenda Englaro diviene lo sfondo e il filo conduttore del racconto in parallelo di diverse storie di persone che conoscono, perché vivono personalmente, i risvolti drammatici di questo conflitto.
Bellocchio costruisce una scenografia ricca e molto articolata fatta di flashback che si alternano al presente, e mette in scene con grande ricchezza espressiva e simbolica il conflitto, ne rende partecipi, emoziona, alternando momenti di rabbia ad altri di grande delicatezza.
Quello che emerge alla fine e che fa la differenza è la distanza tra chi partecipa alla discussione con amore e chi per interesse, la distanza tra le persone che vivono casi simili e la politica che vuole decidere senza partecipazione emotiva
Tutti i protagonisti coinvolti sono spinti da una grande forza d’amore, che siano favorevoli o contrari alla libertà di scelta risultano essere nel giusto, la loro esperienza, il grande coinvolgimento emotivo che vivono nelle loro drammatiche esperienze personali li rendono immuni dal giudizio. Hanno ragione. Nelle stanze della politica le scelte vengono prese seguendo altri criteri e risultano invece distanti e criticabili. E’ l’amore che rende possibile la comprensione reciproca profonda e che può cambiare veramente le sorti degli individui.
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sorella luna
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venerdì 18 settembre 2015
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il contrario di sconclusionato?
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Quando uscì nel 2012 non andai a vederlo, forse mi lasciai influenzare da amici... però, dopo la delusione di "Sangue del mio sangue", un film decisamente sconclusionato, mi sono incuriosita e l'ho visto! Allora, questo film mi è piaciuto molto! Ben strutturato e coerente...Tante storie che hanno una loro evoluzione ben delineata e che trattano lo stesso tema senza incontrarsi o sovrapporsi. Un film profondo, complesso ma "ordinato"...cosa che per me conta parecchio...ma poi è soprattutto un film a lieto fine se mi si consente l'espressione...dal momento che, essendo essenzialmente un film drammatico, ti aspetti che possa avere risvolti tragici.
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Quando uscì nel 2012 non andai a vederlo, forse mi lasciai influenzare da amici... però, dopo la delusione di "Sangue del mio sangue", un film decisamente sconclusionato, mi sono incuriosita e l'ho visto! Allora, questo film mi è piaciuto molto! Ben strutturato e coerente...Tante storie che hanno una loro evoluzione ben delineata e che trattano lo stesso tema senza incontrarsi o sovrapporsi. Un film profondo, complesso ma "ordinato"...cosa che per me conta parecchio...ma poi è soprattutto un film a lieto fine se mi si consente l'espressione...dal momento che, essendo essenzialmente un film drammatico, ti aspetti che possa avere risvolti tragici...invece Maya Sansa, aspirante suicida, apre la finestra e... Non rivelo niente per chi dovesse ancora vederlo. Mi è piaciuto, mi ha sorpresa...in effetti ero un po' prevenuta! Attori bravi per un tema delicatissimo trattato con intelligenza e umanità.
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sergio dal maso
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lunedì 22 giugno 2015
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bella addormentata
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I temi etici, in particolare quelli inerenti il concepimento e la fine della vita, inevitabilmente disorientano e dividono.
Prima di tutto perché coinvolgono l’intimità di ciascuno, il vissuto personale e la coscienza di ogni individuo di fronte al dolore. Ci costringono a riflettere senza mediazioni sul senso delle nostra vita e sui legami affettivi con le persone che amiamo. L’intimità e la complessità dei temi etici non sono gli unici elementi a renderli argomenti difficili e scottanti, altri fattori, più sociali, li rendono “esplosivi” : per esempio, la strumentalizzazione politica di cui sono oggetto o la semplificazione e la banalizzazione dell’informazione televisiva.
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I temi etici, in particolare quelli inerenti il concepimento e la fine della vita, inevitabilmente disorientano e dividono.
Prima di tutto perché coinvolgono l’intimità di ciascuno, il vissuto personale e la coscienza di ogni individuo di fronte al dolore. Ci costringono a riflettere senza mediazioni sul senso delle nostra vita e sui legami affettivi con le persone che amiamo. L’intimità e la complessità dei temi etici non sono gli unici elementi a renderli argomenti difficili e scottanti, altri fattori, più sociali, li rendono “esplosivi” : per esempio, la strumentalizzazione politica di cui sono oggetto o la semplificazione e la banalizzazione dell’informazione televisiva. Per questi motivi fin dall’annuncio del regista Bellocchio, il più anticonformista dei cineasti italiani, della volontà di realizzare Bella addormentata, maldestramente anticipato dai media come “un film su Eluana Englaro”, si è creato da un lato un clima di grande attesa, dall’altro di forte ostilità da parte di alcune forze politiche e gruppi religiosi.
Anche questa volta il maestro piacentino ha sorpreso e spiazzato tutti realizzando un film straordinario, per nulla scontato, provocatorio e difficile, senza dubbio bellissimo. Un film che pur avendo sullo sfondo la drammatica cronaca dei giorni conclusivi del caso mediatico che nel febbraio del 2009 ha paralizzato il nostro paese non è un film su Eluana Englaro, così come non è un film sull’eutanasia. E’ molto di più. E’ un film che parla del dolore intimo e della disperazione di chi si trova di fronte a una vita-non-vissuta; parla della solitudine e della crisi di coscienza dei familiari, di una società italiana lacerata e isterica. Ma non solo, parla anche di risvegli e di speranza. Bellocchio intreccia quattro storie e una decina di protagonisti. Vicende e persone molto diverse, tutte narcotizzate dalla sofferenza, incapaci di “risvegliarsi” e di rielaborare il proprio dolore. Il regista non giudica nessuno, osserva da vicino e ci accompagna in silenzio, lasciando alla sensibilità e alla coscienza di ciascuno il giudizio etico.
Non è solo Eluana, che peraltro è solamente il filo rosso su cui si dipana il film, la bella addormentata, lo è anche la defunta moglie del senatore di centrodestra Beffardi, la cui morte è stata un trauma che il politico non ha mai superato, causa principale anche dell’incomunicabilità con la figlia Maria, fervente cattolica. Nella veglia per Eluana Maria incrocia tra i manifestanti “rivali” due fratelli, Pipino, affetto da turbe psichiche, e Roberto, di cui si innamorerà, iniziando così il suo percorso interiore di rinascita. Altra bella addormentata è Rosa, il cui stato di coma vegetativo ha sconvolto la vita della sua famiglia, soprattutto della madre, un’attrice famosa che rinuncia
alla vita artistica e sociale rinchiudendosi in casa per pregare sperando nel miracolo.
Bella addormentata si può considerare anche Rossa, una tossicodipendente che tenta ripetutamente il suicidio, trattata con fastidio e disprezzo dai medici ma “salvata” dal dottor Pallido, l’unico in grado di relazionarsi con affetto e rispetto. Nella conferenza stampa della Mostra del Cinema di Venezia, dove il film incredibilmente non è stato premiato pur avendo ricevuto grandi applausi dalla critica, Bellocchio ha dato un’altra possibile interpretazione del titolo : bella addormentata è la coscienza civile del nostro paese, cinico e rassegnato, incapace di uno slancio morale e di un sentire comune, in balia di una telecrazia mediatica (nel film l’invadenza dei notiziari televisivi è ossessiva) e di una classe politica grottesca e tragicomica. Esilarante e cinematograficamente strepitosa è la scena dei senatori, a mollo in sauna come gli antichi romani, che discutono del voto parlamentare in corso. Il senatore-psichiatra (il formidabile Roberto Herlitzka) regala una serie di battute sulla classe politica davvero memorabili.
Come nei suoi precedenti capolavori anche i personaggi di bella addormentata, complessi e folli quanto pieni di umanità, offrono molte chiavi di lettura e spunti di riflessione, riprendendo e rielaborando alcuni dei temi più cari al cineasta emiliano come la conflittualità nei rapporti familiari, il cinismo e l’arroganza del potere, la dissacrazione della religione. Dal punto di vista tecnico il film è straordinario, a partire dalla regia. Le numerosi ambientazioni chiuse e claustrofobiche, spesso teatrali, sono rese in modo eccellente dalla fredda e cupa fotografia di Daniele Ciprì. Di altissimo livello anche il cast di attori, praticamente il meglio dell’attuale cinema italiano (e non solo); su tutti, a mio avviso, il solito impeccabile Toni Servillo, da scuola di recitazione il monologo-confessione del senatore Beffardi. I pregiudizi e le polemiche che ne hanno accompagnato la realizzazione si sono dissolti all’uscita del film nelle sale, riscuotendo giudizi positivi anche dalle istituzioni ecclesiastiche.
Le parole più gradite da Bellocchio, però, sono state quelle di Beppino Englaro : “non è stato facile per me guardare questo film, è stato micidiale ma mi sono emozionato tantissimo… grazie per questa splendida creazione artistica”.
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great steven
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lunedì 13 aprile 2015
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vivere soffrendo o troncare il male in ritardo?
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BELLA ADDORMENTATA (IT/FR, 2012) diretto da MARCO BELLOCCHIO. Interpretato da TONI SERVILLO, ALBA ROHRWACHER, MICHELE RIONDINO, FABRIZIO FALCO, MAYA SANSA, PIER GIORGIO BELLOCCHIO, ISABELLE HUPPERT, GIANMARCO TOGNAZZI, BRENNO PLACIDO, ROBERTO HERLITZKA, GIGIO MORRA, FEDERICA FRACASSI
Tre livelli narrativi che non s’intrecciano ma che sono accomunati da un unico tema che include al suo interno un’oggettivazione che funge anche da molteplice sfaccettatura: la ricerca della vita e la speranza che la anima. 1.) Un senatore di Forza Italia decide di votare contro una legge sull’alimentazione dei malati terminali, andando contro i consigli di un collega che gli vuol bene, in quanto ha per moglie una donna costretta in un letto a cui preferisce somministrare una morte indolore piuttosto che continuare a vederla soffrire senza uno scopo, pur continuando al contempo a nutrire affetto per la figlia che tiene seminari religiosi, canta canzoni ecclesiastiche per la strada in favore delle persone in coma irreversibile e si innamora di un ragazzo intelligente che ha per fratello un individuo particolarmente irrequieto e nervoso.
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BELLA ADDORMENTATA (IT/FR, 2012) diretto da MARCO BELLOCCHIO. Interpretato da TONI SERVILLO, ALBA ROHRWACHER, MICHELE RIONDINO, FABRIZIO FALCO, MAYA SANSA, PIER GIORGIO BELLOCCHIO, ISABELLE HUPPERT, GIANMARCO TOGNAZZI, BRENNO PLACIDO, ROBERTO HERLITZKA, GIGIO MORRA, FEDERICA FRACASSI
Tre livelli narrativi che non s’intrecciano ma che sono accomunati da un unico tema che include al suo interno un’oggettivazione che funge anche da molteplice sfaccettatura: la ricerca della vita e la speranza che la anima. 1.) Un senatore di Forza Italia decide di votare contro una legge sull’alimentazione dei malati terminali, andando contro i consigli di un collega che gli vuol bene, in quanto ha per moglie una donna costretta in un letto a cui preferisce somministrare una morte indolore piuttosto che continuare a vederla soffrire senza uno scopo, pur continuando al contempo a nutrire affetto per la figlia che tiene seminari religiosi, canta canzoni ecclesiastiche per la strada in favore delle persone in coma irreversibile e si innamora di un ragazzo intelligente che ha per fratello un individuo particolarmente irrequieto e nervoso. 2.) Un’attrice cinquantenne con molta esperienza alle spalle si allontana emotivamente dal marito e dal figlio, anche lui aspirante attore dal talento emergente, per via della figlia, malata terminale che non si muove più da un letto, provando sentimenti contrastanti di isolamento e solitudine. 3.) Una ladra tossicodipendente tenta di suicidarsi dopo aver cercato di rapinare un primario ospedaliero, ma è salvata proprio da quest’ultimo che si impegna, assistendola nella convalescenza, affinché la donna eviti di procurarsi la morte. Sullo sfondo di questa tetra e cupa storia c’è la vicenda, ufficialmente documentata, di Eluana Englaro, che rimase in coma per diciassette anni e fu trasferita, nel febbraio 2009, per volere del padre Beppe, in una clinica di Udine dove trascorse i suoi ultimi giorni di vita, quando neppure l’alimentazione artificiale e le altre cure mediche riuscirono a salvarla dalla morte. M. Bellocchio sceglie consapevolmente di accantonare i toni epici e celebrativi che lo videro dirigere due sue precedenti opere ( Nel nome del padre., 1972, e Vincere, 2009, che nonostante le apparenze condividono molte aspirazioni col film in questione), ma non mette da parte la storia, seppure convertendola con indiscutibile abilità con la cronaca giornaliera che accompagnò le tristi e inesorabili tappe della scomparsa di una donna che mancò all’affetto dei suoi cari dopo una lunghissima situazione che la vide barcamenarsi tra il mondo dei viventi e una realtà che il regista non tenta minimamente di spiegare, ma che intravede, come con una camera oscura fotografica, quale dimensione da evitare perché non apporta soluzioni ai problemi di una vita umana, sia pure l’esistenza squallida, monotona e insoddisfacente che i personaggi di quest’opera conducono, volenti o nolenti ma comunque obbligati da un flusso di circostanze non arginabili. Interessante è anche il discorso che si aggancia alla politica, il quale dimostra la relativa inutilità degli emendamenti che non riescono mai ad evitare il danno prima che accada, ma cercano sempre di correre a perdifiato ai ripari quando il male ha ormai ultimato il suo corso, e sostanzialmente quando i rimedi si rivelano infruttuosi e immancabilmente tardivi. In questo senso è esemplare la riscossa personale che il senatore Uliano Beffardi (interpretato da un Servillo strepitoso per il fatto che recita sempre sommessamente e sotto le righe) intraprende contro il partito che lo ha fatto eleggere, rinnegando le ideologie che tuttavia gli hanno giovato in precedenza. Tra le altre interpretazioni, spicca la Rohrwacher (che si conferma comunque come una delle migliori promesse femminili della sua generazione) con la sua ragazza disincantata e moderatamente passionale che sa dividersi fra numerosi amori (carnale, filiale-paterno e per la giustizia umana), e la Huppert per la sua Divina Madre che opta per un’emarginazione volontaria che la fa circondare da un convento di suore sempre intente a mugugnare preghiere e le impedisce un’elaborazione del lutto tranquilla e pacifica. Nel reparto maschile, si distinguono un Riondino efficace e controllato, Bellocchio figlio con il suo medico perseverante e coerente e, una rivelazione, il giovane F. Falco. Presentato alla Mostra del Cinema di Venezia 2012, dove ha conquistato un paio di premi, e poi ha fatto la sua comparsa anche al Toronto Film Festival. David di Donatello 2013 a M. Sansa (migliore attrice non protagonista) e Nastro d’Argento 2013 speciale a T. Servillo.
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joker 91
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venerdì 7 novembre 2014
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il solto cinema italiano
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Bellocchio è un grande regista,forse uno dei più grandi degli ultimi 20 anni. Un cast superbo con l'attore di punto del cinema italiano di oggi nel mondo-TONI SERVILLO. Un film che usa il coma come pretesto per parlare attraverso questo della nostra società depressa e malata alla radice,una radice intaccata da un sistema chiamato-BERLUSCONi,la critica sociale è forte e non risparmia nessuna-dai giovane ben interpretati da Rohrwacher e colleghi sino ai vecchi lupi dirigenti ben rappresentati da Riondino e Servillo che vorrebbe liberarsi dal sistema politico cialtrone Berlusconiano rimettendoci cosi la carriera. Viene rappresentata una classe dirigente sorda,muta,privilegiata e dall'altro capo un popolo problematico malato e depresso figlio di un sistema sbagliato(per parlare del nostro sistema e stato utilizzato come pretesto la vicenda Englaro).
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Bellocchio è un grande regista,forse uno dei più grandi degli ultimi 20 anni. Un cast superbo con l'attore di punto del cinema italiano di oggi nel mondo-TONI SERVILLO. Un film che usa il coma come pretesto per parlare attraverso questo della nostra società depressa e malata alla radice,una radice intaccata da un sistema chiamato-BERLUSCONi,la critica sociale è forte e non risparmia nessuna-dai giovane ben interpretati da Rohrwacher e colleghi sino ai vecchi lupi dirigenti ben rappresentati da Riondino e Servillo che vorrebbe liberarsi dal sistema politico cialtrone Berlusconiano rimettendoci cosi la carriera. Viene rappresentata una classe dirigente sorda,muta,privilegiata e dall'altro capo un popolo problematico malato e depresso figlio di un sistema sbagliato(per parlare del nostro sistema e stato utilizzato come pretesto la vicenda Englaro). Un cinema Italiano di qualità,per pochi e senza brio,fa pensare ma stanca allo stesso tempo e non può di certo arrivare al cuore di un paese cosi insomarito. Il cinema Italiano oltre a questa tipologia di cinema d'autore deve essere in grado di utilizzare questi attori per film d'azione,noir,gialli,thriller,horror... non è possibile produrre solo cinema d'autore e commedie per straccioni. Un buon film ma lento e poco emozionante,Bellocchio ha fatto di meglio
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stefano bruzzone
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martedì 10 dicembre 2013
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superficiale
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Bellocchio affronta un tema delicatissimo con una leggerezza ed una superficialità disarmante.racconta i giorni del trasferimento della englaro dall'ospedale alla casa di cura disposta a "staccare la spina" attraverso le decisioni difficili di un parlamentare, servillo, e di sua figlia, attivista in merito,i quali anni prima hanno deciso di staccare la spina della madre morente. tutto il resto sono comparse e situazioni che altro non fanno che rendere confusionario il film e allontanare lo spettatore dal caso di eluana. a parte servillo e la Rohrwacher che sempre forniscono prestazioni all'altezza, il resto del cast è troppo giovane e in stile fiction il che rende la pellicola superficiale e poco a fuoco con un argomento spinoso che meriterebbe più profondità.
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Bellocchio affronta un tema delicatissimo con una leggerezza ed una superficialità disarmante.racconta i giorni del trasferimento della englaro dall'ospedale alla casa di cura disposta a "staccare la spina" attraverso le decisioni difficili di un parlamentare, servillo, e di sua figlia, attivista in merito,i quali anni prima hanno deciso di staccare la spina della madre morente. tutto il resto sono comparse e situazioni che altro non fanno che rendere confusionario il film e allontanare lo spettatore dal caso di eluana. a parte servillo e la Rohrwacher che sempre forniscono prestazioni all'altezza, il resto del cast è troppo giovane e in stile fiction il che rende la pellicola superficiale e poco a fuoco con un argomento spinoso che meriterebbe più profondità.
Voto: 5
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rita branca
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giovedì 3 ottobre 2013
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un dibattito senza fine
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Bella addormentata, film (2012) di Marco Bellocchio con Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Pier Giorgio Bellocchio, Maya Sansa, Michele Riondino, Fabrizio Falco, Isabelle Huppert, Gianmarco Tognazzi, Brenno Placido, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi, Antonio De Matteo
Intensissimo film in cui è facile riconoscere il consueto grande spessore di Marco Bellocchio su un tema molto dibattuto: l’accanimento terapeutico in casi di coma e il diritto di scelta individuale di eventuale interruzione della propria esistenza, vivamente messo in discussione e negato dai cattolici e da certi politici opportunisti.
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Bella addormentata, film (2012) di Marco Bellocchio con Toni Servillo, Alba Rohrwacher, Pier Giorgio Bellocchio, Maya Sansa, Michele Riondino, Fabrizio Falco, Isabelle Huppert, Gianmarco Tognazzi, Brenno Placido, Roberto Herlitzka, Gigio Morra, Federica Fracassi, Antonio De Matteo
Intensissimo film in cui è facile riconoscere il consueto grande spessore di Marco Bellocchio su un tema molto dibattuto: l’accanimento terapeutico in casi di coma e il diritto di scelta individuale di eventuale interruzione della propria esistenza, vivamente messo in discussione e negato dai cattolici e da certi politici opportunisti.
Pregevoli le interpretazioni di tutti i protagonisti che davvero emozionano lo spettatore obbligandolo a porsi il problema che tormenta un impensabile numero di persone.
Nel film sono contemplati non solo il clamoroso caso di Eluana Englaro, ma anche quello di chi, vinto dalla droga, non vuole più accettare di vivere una vita miserabile, ma che cambia idea, per l’ostinata amorevole opposizione di un medico, stupendamente convinto dei doveri insiti nella sua professione.
Ritornano anche i temi dei diversi e dei bigotti cari a Bellocchio.
Splendide anche la fotografia e la colonna sonora.
Rita Branca
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hulk1
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mercoledì 21 agosto 2013
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lasciatela in pace
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Bellocchio si aggira da decenni come uno zombie nell'ormai cadaverico cinema italiaco. Affamato di morte, incapace di andare oltre la visione del suo ex amico Fagioli, rimesta sempre le proprie ossessioni, vittima dell'analisi psicoanalitica infinita. Il collegio, il manicomio, le donne madri, compagne, mogli castranti, la religione. Anche in questa ultima fatica 'Per lo spettatore' sono presenti solo figurine, delle statuine grezze, superficiali male assortite, mal dirette 'Lui non sa dirigire gli attori', lascia che si coportino con 'Naturalezza' ed imbastisce l'ennesimo polpettone dove vicende tragiche, che meriterebbero un minimo di silenzio, dopo lo sciacallaggio, di una ben precisa parte politica dalle lacrime di Sacconi 'l'hanno uccisa', al ridicolo Quagliariello, fino all 'abominevole condannato per evasione fiscale, in arte caimano.
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Bellocchio si aggira da decenni come uno zombie nell'ormai cadaverico cinema italiaco. Affamato di morte, incapace di andare oltre la visione del suo ex amico Fagioli, rimesta sempre le proprie ossessioni, vittima dell'analisi psicoanalitica infinita. Il collegio, il manicomio, le donne madri, compagne, mogli castranti, la religione. Anche in questa ultima fatica 'Per lo spettatore' sono presenti solo figurine, delle statuine grezze, superficiali male assortite, mal dirette 'Lui non sa dirigire gli attori', lascia che si coportino con 'Naturalezza' ed imbastisce l'ennesimo polpettone dove vicende tragiche, che meriterebbero un minimo di silenzio, dopo lo sciacallaggio, di una ben precisa parte politica dalle lacrime di Sacconi 'l'hanno uccisa', al ridicolo Quagliariello, fino all 'abominevole condannato per evasione fiscale, in arte caimano. Si intrecciano con storie di vita vissuta, dalla focolarina che si lascia trombare dal primo che passa per strada, dalla diva chiusa nella sua prigione dorata, per accudire la figlia malata terminale, all'incredibile tossica, salvata dal dottore non si capisce con quali intenzioni.
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timothyfalcodissidissegna
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venerdì 9 agosto 2013
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un film d'autore che commuove e fa pensare
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Direttamente dalla 69esima Mostra del Cinema di Venezia, arriva ai cuori degli spettatori l'ultima opera del regista Marco Bellocchio, protagonista alla Biennale con il suo film-evento ispirato al caso di Eluana Englaro, la ragazza di origine friulane che per 17 anni è rimasta in coma e la cui storia ha diviso in due l'opinione pubblica in Italia. Un viaggio profondo nella mente e nel corpo dell'essere umano, attraverso una degli eventi più drammatici che possano capitare a una persona e alla sua famiglia: l'eutanasia.
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Direttamente dalla 69esima Mostra del Cinema di Venezia, arriva ai cuori degli spettatori l'ultima opera del regista Marco Bellocchio, protagonista alla Biennale con il suo film-evento ispirato al caso di Eluana Englaro, la ragazza di origine friulane che per 17 anni è rimasta in coma e la cui storia ha diviso in due l'opinione pubblica in Italia. Un viaggio profondo nella mente e nel corpo dell'essere umano, attraverso una degli eventi più drammatici che possano capitare a una persona e alla sua famiglia: l'eutanasia.
“La belle addormentata”, questo il titolo della pellicola, è stato girato tra Udine, dove Eluana ha trascorso i suoi ultimi momenti di “non-vita” all'ospedale “La Quiete” prima della sua morte, e Roma, scenario di una politica affine solo a salvare la sua immagine, come se fosse marketing, un prodotto da vendere e nient'altro, a costo di giocare con la vita di centinaia di famiglie che hanno vissuto e vivono ancora oggi le pene patite dalla famiglia Englaro.
La storia è incentrata sulla settimana in cui Eluana giunse a Udine per mettere fine all'accanimento terapeutico che durava ormai da quasi 20 anni. Attorno a essa ruotano quattro storie parallele, ossia quella del Senatore del Pdl (Tony Servillo) che, in preda a una crisi di coscienza, decide di non votare come gli dice il partito e si dimette, e di sua figlia (Alba Rohrwacher), che lo odia a morte e che va a Udine per pregare con altri fedeli affinché la macchina che mantiene in vita, si fa per dire, la povera ragazza non venga staccata, trovando invece l'amore (Bellocchio); c'è una famiglia (Huppert-Tognazzi-Placido) che è l'opposto di quella Englaro, volendo a tutti i costi mantenere viva la speranza di un risveglio per la loro figlia, anch'essa in coma, e un medico (Morra) che in tutti i modi tenta di salvare una tossica (Sansa) da un destino a cui lei stessa sembra lasciarsi andare, odiando la vita così tanto che cerca in tutti i modi di morire. E sarà alla fine proprio lei la vera “bella addormentata”, che si farà salvare dall'uomo, più che dal dottore, a offrire una luce alla fine del tunnel nel film.
Tra squallore della politica odierna e troppo falso moralismo cattolico, Bellocchio ancora una volta da vita a un capolavoro unico nel suo genere, non a caso premiato dalla critica a Venezia, per aver trattato un caso spinoso come quello dell'eutanasia ma senza parlarne direttamente, usando a volte perfino l'ironia, ma evidenziando invece la possibilità, seppur remota, di una speranza.
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filippo catani
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martedì 4 giugno 2013
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libertà di scelta
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Nei giorni in cui si conclude la parabola terrena della povera Eluana Englaro, si sviluppano alcune storie che hanno a che fare con questo caso più o meno indirettamente. C'è un politico che deve decidere se votare o no in favore della legge sull'alimentazione e idratazione forzata, un militante pro Beppino Englaro che si innamora di una ragazza religiosissima, un medico che cerca di salvare una tossicodipendente e una famiglia che deve convivere con una ragazza attaccata alle macchine per vivere.
Penso che siano quattro i momenti cruciali o cardine di questo bel film di Bellocchio. Il primo è quando il regista fa ascoltare ad uno dei personaggi la dichiarazione di Berlusconi secondo il quale Eluana avrebbe avuto un bell'aspetto e il ciclo mestruale onde per cui non era il caso di staccare le spina.
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Nei giorni in cui si conclude la parabola terrena della povera Eluana Englaro, si sviluppano alcune storie che hanno a che fare con questo caso più o meno indirettamente. C'è un politico che deve decidere se votare o no in favore della legge sull'alimentazione e idratazione forzata, un militante pro Beppino Englaro che si innamora di una ragazza religiosissima, un medico che cerca di salvare una tossicodipendente e una famiglia che deve convivere con una ragazza attaccata alle macchine per vivere.
Penso che siano quattro i momenti cruciali o cardine di questo bel film di Bellocchio. Il primo è quando il regista fa ascoltare ad uno dei personaggi la dichiarazione di Berlusconi secondo il quale Eluana avrebbe avuto un bell'aspetto e il ciclo mestruale onde per cui non era il caso di staccare le spina. Una dichiarazione che si commenta da sola e che fa drizzare tutti i peli della pelle. Il secondo momento è quando il padre della ragazza immobilizzata nel letto cerca di rimettere il respiratore alla figlia che le era stato tolto dal fratello in cerca di attenzioni per il suo prossimo esame all'accademia. Più precisamente nel momento in cui il padre spiega al figlio che le decisioni e specialmente quelle che toccano la sfera più personale non possono essere imposte. Nessuno sa quale sia la scelta migliore semplicemente bisogna cercare di rispettare ogni scelta e lasciare la libertà di decidere. Questo è soprattutto il punto che viene maggiormente frainteso. Chi si batte per il cosiddetto testamento biologico lo fa non certo per liberalizzare l'eutanasia ma semplicemente per lasciare libertà di scelta al singolo cittadino che liberamente o per mezzo dei propri parenti può scegliere quale trattamento desideri in base alle sue convinzioni etiche, morali, religiose o politiche che siano. Lo stato laico a mio avviso dovrebbe lasciare al proprio cittadino la massima libertà possibile su come disporre della propria vita e delle cure mediche in frangenti così delicati dove non può esistere una legge per regolare tutto ma ci sono le singole scelte di ognuno di noi. Il terzo punto focale è il discorso scritto dall'onorevole Servillo per giustificare il suo voto contrario e le sue dimissioni da senatore. Egli ha sì un debito di riconoscenza verso il suo Presidente ma allo stesso tempo le sue idee e ciò che ha fatto lui personalmente in una situazione analoga con la moglie non possono che fargli votare no. Infine molto cinico il dialogo che lo stesso senatore ha con lo psichiatra del gruppo sullo stato della politica italiana e dell'inseguire la televisione. Facendo un plauso al cast al completo dove su tutti spicca lo straordinario Servillo, veniamo all'unico lato che non ci è piaciuto del film. Si tratta della storia d'amore tra i due ragazzi delle opposte fazioni; appare troppo costruita e artificiale e non aggiunge niente di nuovo nè al film nè alla discussione (il mondo è pieno di persone felicemente sposate che politicamente la pensano in modo diverso). Ecco questa parte appare messa lì a forza e senza troppa convinzione in una pellicola che comunque resta tra le migliori di questa stagione cinematografica.
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