Bella addormentata |
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Un film di Marco Bellocchio.
Con Toni Servillo, Isabelle Huppert, Alba Rohrwacher, Michele Riondino, Maya Sansa.
continua»
Drammatico,
durata 110 min.
- Italia 2012.
- 01 Distribution
uscita giovedì 6 settembre 2012.
MYMONETRO
Bella addormentata
valutazione media:
3,54
su
-1
recensioni di critica, pubblico e dizionari.
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eutanasia e risveglidi pepito1948Feedback: 125 | altri commenti e recensioni di pepito1948 |
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lunedì 17 settembre 2012 | |||||||||||||||||||||||||||||||||||||
Perché questo titolo, tratto dalla favolistica tradizionale? Conoscendo le ascendenze formative di Bellocchio, la bella addormentata sembra riferirsi a tutte le persone sprofondate temporaneamente in un sonno, anche interiore, reversibile, in attesa che uno slancio affettivo esterno possa risvegliarle. Se invece il sonno è irreversibile, non c’è risveglio e a nulla vale ogni tentativo in tal senso, che diventa controproducente od autodistruttivo. La vita (umana)non c'è più, a meno che per vita si intenda un corpo inerte con un cuore che batte grazie a sofisticate apparecchiature sanitarie. Prendendo spunto dalla vicenda di Eluana Englaro nonchè del padre e della sua tenace volontà di mettere fine ad un dramma senza sbocchi, contro una distorta e poco laica concezione della vita umana, Bellocchio ne trasfonde la problematica in una serie di storie in cui proprio il risveglio –od il suo mancato realizzarsi- è il motivo conduttore. Storie di finzione, che si snodano negli ultimi giorni che precedono la morte di Eluana , nella società civile e parallelamente nel Parlamento in cui si sta con un colpo di mano cercando di varare un decreto legge per impedire che qualcuno stacchi la spina. Quattro storie che si innestano come un puzzle su una vicenda che ha diviso le coscienze degli italiani con la virulenza di altre occasioni storiche, come il divorzio e l’aborto, mostrando davanti alla fatidica alternativa del sì o no alla morte (vista come uccisione o come liberazione) comportamenti disparati se non contrapposti, tra cui non sono mancate ipocrisie, pregiudizi, chiusure religiose e squallide proposizioni. Sullo sfondo dello stillicidio delle notizie fornite dalla televisione –unico aggancio alla realtà storica di quei giorni- in una sorta di conto alla rovescia, Bellocchio esprime la propria posizione di parte entrando nelle singole vicende con garbo e con rispetto, dando il giusto risalto alle differenti argomentazioni dei personaggi coinvolti senza per questo lasciare dubbi su quale tesi sostenere. Ci sono risvegli come ripensamenti etici indotti dal caso Englaro e favoriti da quella formidabile spinta che è l’amore (padre onorevole e figlia ultracattolica), non c’è risveglio in chi non esiste più perché irrimediabilmente privato di funzioni vitali e soprattutto del pensiero come non c’è in chi (sua madre ex nota attrice)si rifiuta di accettare la realtà crudele trincerandosi nella fede senza porsi domande e dare risposte ai familiari. Ma è soprattutto nell’episodio di Rossa, aspirante suicida, che Bellocchio puntualizza e riassume al meglio il suo pensiero: Rossa sembra morta dentro, si è annichilita ma il suo sonno aspetta che qualcuno le dia il calore che agisca da antidoto agli effetti del veleno ; il giovane medico/principe azzurro bacia la bella addormentata che svegliandosi si riprende la vita ed accetta con gratitudine il salvataggio. Bellocchio ha saputo impostare intelligentemente un film difficile, evitando condanne con l'accetta ma amalgamando bene l’intreccio di storie disparate senza mai venir meno all’idea di fondo: in questo tipo di drammi –che possiamo riassumere con il nome ancora aborrito di eutanasia- la morte indotta quando non c’è più vita “umana” è un atto d’amore, non meno di quello che anima chi, respingendo l’idea di staccare la spina anzitempo, decide di dedicare la propria vita residua all’attesa di un evento impossibile (o creduto possibile per via di fede). Ottimo il cast (su tutti la grande Huppert)
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