Titolo originale | Prey |
Anno | 2011 |
Genere | Drammatico, |
Produzione | Filippine, Francia, Germania, Gran Bretagna |
Durata | 120 minuti |
Regia di | Brillante Mendoza |
Attori | Isabelle Huppert, Katherine Mulville, Marc Zanetta, Rustica Carpio, Ronnie Lazaro Maria Isabel Lopez, Angel Aquino, Sid Lucero, Raymond Bagatsing, Timothy Mabalot, Mercedes Cabral, Joel Torre, Kristoffer King, Bernard Palanca, Evelyn Vargas, Madeleine Nicolas, Baron Geisler. |
Uscita | giovedì 21 febbraio 2013 |
Tag | Da vedere 2011 |
Distribuzione | Nomad Film |
MYmonetro | 3,29 su 4 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento giovedì 6 novembre 2014
Il regista filippino Brillante Mendoza ha scelto, come protagonista del suo film drammatico, l'attrice francese Isabelle Huppert.
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2001, quindici residenti nell'hotel di un'isola dell'arcipelago filippino sono catturati e rapiti da un commando appartenente al gruppo musulmano di Abu Sayyaf. L'intento è ricattare le nazioni di appartenenza e il governo filippino per ottenere denaro e controparti politiche. Le trattative si arenano quasi subito però e i prigionieri saranno tenuti per più di un anno, costantemente in movimento (a piedi), nella giungla filippina prima di essere liberati dall'esercito.
A partire da eventi realmente accaduti Brillante Mendoza gira il suo primo film in cui il realismo dello stile si accompagna a quello di una trama ispirata alla cronaca. E nel disegnare i fatti veri il regista filippino sceglie subito la barricata dietro la quale schierarsi.
Captive è la storia di quindici prigionieri e quasi altrettanti carcerieri, la storia di un continuo movimento lungo la giungla come gli animali che li circondano, senza un tetto e senza provviste, uno spostarsi continuo fatto di pasti saziati da quel che si trova e ferite curate con le erbe masticate, di un gruppo di uomini che sviluppa vicendevolmente un rapporto di affezione e comprensione.
Senza fare sconti alla durezza e intransigenza dei rapitori ma non cedendo nemmeno un passo davanti all'ancora maggiore inamovibilità dei governi (cui non è riservata nemmeno un'inquadratura, solo qualche flebile voce dall'altra parte del telefono), Mendoza inserisce i suoi attori professionisti e non (accanto a Isabelle Huppert c'è un cast in cui spiccano volti che non possono di certo essere habitué della macchina da presa) in una giungla affollata di piante e altri esseri viventi. Come già in altri film (specie in Lola) il regista filippino sembra infatti tenere all'ambiente tanto quanto ai personaggi. Tra metafore esplicite (il serpente che cattura la preda e se ne ciba), un parto durante una sparatoria filmato realmente (il sangue finto dei morti montato accanto a quello vero del neonato) e un insperato anelito di libertà portato da un coloratissimo uccello fatto al computer, Captive sembra guardare a L'alba della libertà di Werner Herzog, per il modo in cui il tragitto della foresta è pericoloso e metaforico, aspro e comprensivo.
L'impressione finale è che il film più ambizioso (e dispendioso!) del regista mostri anche qualcos'altro, ovvero come la sua vena, fino ad ora espressa nell'intimismo, abbia molto da dire anche in quel cinema che affronta la morte da vicino, che alterna ai più classici momenti di stasi altri caratterizzati da un ritmo serrato e dall'ansia della violenza imminente.
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Ambivalenza di stile ed ambiguità di contenuti caratterizzano questo film del 2012 di Brillante Mendoza, che risulta, al contempo, una cronaca dei tragici fatti realmente accaduti dieci anni prima nelle Filippine, efficace quanto un reportage girato in prima persona da un giornalista al seguito dei rapitori, ed un’opera ad alto contenuto drammatico e simbolico, di cui è protagonist [...] Vai alla recensione »
il realismo del film è giustificato dalla drammatica esperienza vissuta dai protagonisti rapiti; alcune scene molto crude sono comunque sopportabili. Isabelle Huppert è brava come la conosciamo ma darei una menzione agli attori filippini per essersi calati in ruoli non facili. Bravo Mendoza!
film crudo quanto surreale,dalla storia ne escono tutti quanti sconfitti,rapitori e sopratutto esercito filippino, che sparando a tutto e a tutti dimostra un totale menefreghismo nel salvare le persone rapite pur di imporre la propria forza e i propri ideali. Comunque nella pellicola si avvede come le persone anche se appartenenti a popoli e religioni dieversi,costrette [...] Vai alla recensione »
Un film delle Filippine. Lo firma Brillante Mendoza, un noto autore del cinema di quel Paese, premiato spesso nei Festival internazionali, come Locarno e Cannes, avendo potuto presentare, in quest'ultimo, un film alla Quinzaine des Réalisataurs, "John John" e, subito dopo, nella sezione in concorso, "Kinatay", premiato per la miglior regia. Oggi, con "Captive" affronta un tema purtroppo all'ordine [...] Vai alla recensione »
Palawan, Filippine, maggio 2001. Gruppo armato di separatisti islamici sequestra 20 persone tra cui turisti e volontari occidentali inneggiando a un certo Osama. Segue odissea destinata a durare più di un anno, con estenuanti spostamenti via mare o via terra, fra i mille pericoli di una natura ostile e di un gruppo di ribelli interessati solo al riscatto.
Un hotel in riva al mare, nelle Filippine, è preso d'assalto da un gruppo di terroristi musulmani che rapiscono una ventina di turisti e operatori umanitari, tra cui Thérèse Bourgoine, interpretata da Isabelle Huppert, personaggio importante ma non onnipresente. Si mescola con gli altri ostaggi. Questa prigionia mette tutti sullo stesso piano. Panico, crisi, confusione.