Anno | 2011 |
Genere | Documentario |
Produzione | Italia |
Durata | 75 minuti |
Regia di | Teresa Marchesi |
Attori | Fernanda Pivano, Patti Smith, Vasco Rossi, Luciano Ligabue . |
MYmonetro | 2,25 su 1 recensioni tra critica, pubblico e dizionari. |
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Ultimo aggiornamento mercoledì 24 agosto 2011
La storia di Fernanda Pivano, raccontata nel commuovente documentario di Teresa Marchesi.
CONSIGLIATO NÌ
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La vita, le opere e le conquiste di Fernanda Pivano rievocate dalla stessa protagonista attraverso interviste recenti e contributi d'epoca ma anche ricordate da figure di spicco della musica italiana.
L'importanza di Fernanda Pivano nello scenario letterale e culturale (nel senso più lato possibile) mondiale non è in dubbio, nè tantomeno può esserlo l'attualità del suo pensiero. Eppure nonostante tanta possibile materia da presentare, tante idee su cui riflettere, letture possibili da fare o infine percorsi da battere nel rileggere vita, pensieri ed emozioni di una simile figura, Teresa Marchesi sceglie l'agiografia più smaccata, sostituendo la comprensione con l'esaltazione.
La sua Fernanda Pivano (mostrata in tarda età attraverso interviste televisive principalmente della stessa Marchesi) è un colosso da accettare in toto, un simbolo indiscutibile, un dogma di fede. Le sue associazioni Pivano-libertà, Pivano-pacifismo e Pivano-poesia non vanno più in là della loro presentazione come tali. Se qualcuno volesse trovare le radici di tutte queste verità non avrà modo di farlo.
Da Ligabue a Vasco Rossi, da Patti Smith fino a Lou Reed ed a Fabrizio De Andrè (rievocato in materiale d'epoca) tutti sono mostrati come testimonial del prodotto-Pivano. Tutti testimoniano l'influenza che questa donna e il suo lavoro hanno avuto sulla propria vita senza mai spiegarne ragioni o dettagli, senza mai offrire chiavi di lettura anche personali.
Infine Pivano blues cerca anche un'ardita riflessione sull'eredità lasciata dalla scrittrice, traduttrice e poetessa a due anni dalla scomparsa e cosa possa ritrovarsi di lei in un futuro, senza sfuggire alla trappola della retorica.
Non esiste un lavoro sulle immagini, nè sul montaggio o sulla ricerca di materiale d'epoca che calzi con il progetto del film. Alcuni contributi, come ad esempio quello con protagonista Abel Ferrara (ennesimo testimonial), sembrano addirittura fuori luogo e totalmente avulsi dall'opera.
Più che un documentario biografico un lungo coccodrillo da telegiornale.
Ho già scritto della Mostra di Venezia e di Fernanda Pivano: Teresa Marchesi presenterà il suo film Pivano Blues – Sulla strada di Nanda. Nel cast molti amici della grande scrittrice-traduttrice, come Vasco Rossi che legge “Urlo”, il canto di Ginsberg, recuperato recentemente dal film di Rob Epstein. E poi ancora Guccini e Jovanotti, che chiude il suo pezzo col rap “Nanda, Nanda, Nanda”. A Venezia arriverà anche Patti Smith, icona del rock.
A due anni dalla morte, il Festival di Venezia ricorderà Fernanda Pivano. Anzi di più, sarà una commemorazione, un giubileo, e mi si perdoni l'enfasi. Non riusciremo mai a "dare a Fernanda ciò che è di Fernanda", ha capito e agito troppo, e se mai ci riusciremo, ci vorrà del tempo. Un passo in quel senso lo compie la Mostra, che presenterà Pivano Blues – Sulla strada di Nanda, un film di Teresa Marchesi.