francesco2
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domenica 7 novembre 2010
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sogno o son desto?entrambi..........
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La simbiosi tra sogno e realtà, argomento che sotto vari aspetti richiede coraggio,ormai non è neanche nuovissima per l'ambito cinematografico. E' del resto difficile e troppo facile andare oltre un film come "Matrix", da leggere a piacimento come l'inizio o la fine di tutte le teorie sulla realtà come maschera di un
cosiddetto mondo "Autentico".
Gli esperimenti di Nolan hanno, qualunque sia la valutazione che se ne dà, delle caratteristiche diverse. Almeno se ci soffermiamo su "Memento" e sul film di cui stiamo per parlare. Entrambi focalizzano la loro attenzione sul punto di vista dell'individuo in bilico tra realtà e onirismo(Non tra realtà e finzione: a pensarci bene, non è la stessa cosa).
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La simbiosi tra sogno e realtà, argomento che sotto vari aspetti richiede coraggio,ormai non è neanche nuovissima per l'ambito cinematografico. E' del resto difficile e troppo facile andare oltre un film come "Matrix", da leggere a piacimento come l'inizio o la fine di tutte le teorie sulla realtà come maschera di un
cosiddetto mondo "Autentico".
Gli esperimenti di Nolan hanno, qualunque sia la valutazione che se ne dà, delle caratteristiche diverse. Almeno se ci soffermiamo su "Memento" e sul film di cui stiamo per parlare. Entrambi focalizzano la loro attenzione sul punto di vista dell'individuo in bilico tra realtà e onirismo(Non tra realtà e finzione: a pensarci bene, non è la stessa cosa). La donna è sempre alter-ego del protagonista maschile, sia o meno la sua una funzione di "Dark-lady" o di vittima delle circostanze( O di sé stessa?).
La caratteristica fondamentale di "Inception" è che pur immaginando il SOGNO con gli strumenti della REALTA' non bisogna mai dimenticarsi che stiamo sì sognando, ma neanche così tanto, aparte che i co-protagonisti dei "Sogni" creano guai non indifferenti, o almeno rischiano di farlo. Questa perlomeno è la mia lettura, neanche così caustica se si pensa che valuto più che sufficiente la prima parte del film: sia o meno un giocattolone, non si vive solo leggendo filosofia, e poi un "Giocattolone" puro e semplice non ha la capacità di entrare nell'ingegno dell'essere umano, e di coglierne i paradossi generati dal contrasto tra la dimensione inconscia e quella razionale.
Ove però gli elogi ricevuti mi suonano veramente esagerati, come quelli per "Memento", è quando Nolan nella seconda parte pretende di puntare, insieme, troppo in basso e troppo in alto. Intanto, è opinione personale, gli Incastri" tra realtà e sogno non funzionano così tanto, il gioco è più "Bello senz'anima", e forse neanche più così bello. E poi, allo stesso tempo, pretende più che nella prima parte di puntare sule implicazioni sentimentali del protagonista, mette in scena i contrasti interiori(?) tra presente e passato, reale e virtuale. Ma il risultato rischia di rasentare quello
dell'ultimo Coppola e del peggiore Kenneth Branagh, un sentimentalismo camuffato da ricerca interiore sull'uomo, sul senso dela vita e quello dell'amore, sul passato che non cambierà più. Si aggiunga poi la storia un pò melensa in partenza dell'uuomo anziano, con la società, i figli "Ereditieri"_Mi pare- e chi più ne ha, più ne metta. "Matrix2 non faceva questo, non credo, ma paradossalmente era più profondo: ai Warchowski non sarebbe mai venuta in mente la storia della Cotillard che muiore in quel modo, tantopiù senza gli occhi di Di Caprio.
E poi: vi è piaciuto il finale?Se l'ho capito, a me non tanto. Il lieto fine non è necessariamente stupido, ma Altman ci insegna che il cinema è coraggioso quando ha il coraggio di non essre polticamente corretto. E in questo caso non lo è stato.
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nicoladc89
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domenica 30 aprile 2017
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inception, la rottura della quarta parete e oltre
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CONTIENE SPOILER
Inception fa parte di una sorta di trilogia sulle alterazioni mentali: Memento, Insomnia e per l'appunto Inception. Un tema a quanto pare caro a Christopher Nolan. Se in Memento, Nolan riesce in modo magistrale a far provare al pubblico cosa si prova a non ricordare cosa si è fatto cinque minuti prima e in Insomnia riesce meno magistralmente a far provare al pubblico cosa si prova a non dormire per un lungo periodo, per lungo tempo ho pensato che con Inception non c'era riuscito.
Tutto il film si basa su due cose: il sogno condiviso (che Nolan sfrutta per esplorare l'inconscio) e l'innesto di una idea (da cui deriva l'alterazione mentale), inconscio e alterazione dell'inconscio.
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CONTIENE SPOILER
Inception fa parte di una sorta di trilogia sulle alterazioni mentali: Memento, Insomnia e per l'appunto Inception. Un tema a quanto pare caro a Christopher Nolan. Se in Memento, Nolan riesce in modo magistrale a far provare al pubblico cosa si prova a non ricordare cosa si è fatto cinque minuti prima e in Insomnia riesce meno magistralmente a far provare al pubblico cosa si prova a non dormire per un lungo periodo, per lungo tempo ho pensato che con Inception non c'era riuscito.
Tutto il film si basa su due cose: il sogno condiviso (che Nolan sfrutta per esplorare l'inconscio) e l'innesto di una idea (da cui deriva l'alterazione mentale), inconscio e alterazione dell'inconscio. Il sogno condiviso, la sensazione del sogno che sembra reale ma ha qualcosa di troppo irreale per essere reale, ce la racconta benissimo, i paradossi, le persone che sembrano tutte uguali, i luoghi che sono simili ma non uguali a quelli reali ecc...
Ma l'innesto? Ci racconta la storia di Cobb e di sua moglie, di come l'innesto dell'idea abbia distrutto la sua vita, ci racconta l'operazione per innestare nella testa di Fischer l'idea di frantumare l'impero di suo padre, ma non provi quella sensazione di avere innestata nella testa una idea, l'idea di pensare di vivere in un mondo finto, l'idea di frantumare l'impero del padre sono troppo distanti dal pubblico perché le possano comprendere, le possano sentire.
Ed era questo il motivo per cui mi dicevo, boh, sto giro Nolan non c'è riuscito.
Poi qualche tempo fa ho riguardato il film ed è cambiato tutto.
Cobb torna a casa, fa ruotare la trottola sul tavolo e finisce il film, prima che la trottola smetta di girare. Se ci si pensa è un dettaglio da poco, Cobb torna a casa, vede il volto dei figli che nel sogno non vede mai, tutto a posto. Ma poi mostra la trottola che gira e taglia. Ed ecco che cominciano i dubbi, è sogno o realtà, la trottola cade o continua a girare, ma perché quando incontra sua moglie poco prima della fine Cobb sposta lo sguardo per non vedere il volto dei suoi figli, perché i bambini sono nella stessa posizione in cui lui li sogna ecc...? Mal glielo dice, sicuro che non stai sognando? Sembra solo una mossa per farlo impazzire, prima della scena finale.
Una semplice, piccola idea che avrebbe cambiato tutto.
Ecco l'innesto, 10 secondi di film e un taglio, alla fine, a giochi fatti. Ora ognuno di coloro che hanno visto il film si è fatto una sua idea e non lo convincerai mai a cambiarla, negli anni sono nate enormi discussioni, sì cade, no non cade, è nel sogno di Miles ecc... e nessuno gli farà cambiare idea.
Nolan non ha rotto solo la quarta parete, ha rotto anche le altre tre, ha innestato nella testolina di milioni di persone tante piccole idee diverse nei dettagli, ma riconducibili a due: sogno o realtà. Quel che è successo Mal. E tutto senza che ce ne accorgessimo. UN GENIO.
Note finali, 4 stelle perché i film da 5 stelle sono pochi. Ma il film è tanta roba, effetti speciali bellissimi, un cast che funziona alla perfezione con il solito impeccabile Leonardo DiCaprio, una colonna sonora straordinaria, un'ottima regia, una buonissima fotografia e delle scenografie straordinarie, anche il sonoro è tanta roba, insomma un film tecnicamente impeccabile. Nolan riesce a fare blockbuster cult tecnicamente sublimi e pure con una certa genialità cinematografica, i grandi registi sono riusciti a fare questo 1 o 2 volte, Kubrick 3 o 4, lui 8. Chapeau.
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gianmarco.diroma
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mercoledì 29 settembre 2010
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la piega e il barocco
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Sarebbe bello poter trovare una spiegazione filosofica dietro la scelta del regista e sceneggiatore di Inception, Christopher Nolan, di far piegare su sé stessa la città di Parigi: perché attraverso questa legittimazione filosofica (per cui sarebbe utile la lettura del saggio La piega - Leibniz e il Barrocco) si potrebbe capire se Inception possa o meno essere definita un'opera barocca, dove per barocco si intende una storia piuttosto semplice (la storia di un innesto nella mente di un uomo) resa cinematograficamente attraverso uno stile che, seppur privo di un ricorso massiccio agli effetti speciali, si dipana nel mondo del sogno, su tre diversi livelli di profondità, offrendoci una dilatazione del tempo che rimanda lo spettatore allo stesso senso del tempo cinematografico, dove il tempo assume un valore del tutto diverso, detto cinematografico appunto, che deve andare a braccetto col ritmo di una sceneggiatura e con il suo impianto drammaturgico.
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Sarebbe bello poter trovare una spiegazione filosofica dietro la scelta del regista e sceneggiatore di Inception, Christopher Nolan, di far piegare su sé stessa la città di Parigi: perché attraverso questa legittimazione filosofica (per cui sarebbe utile la lettura del saggio La piega - Leibniz e il Barrocco) si potrebbe capire se Inception possa o meno essere definita un'opera barocca, dove per barocco si intende una storia piuttosto semplice (la storia di un innesto nella mente di un uomo) resa cinematograficamente attraverso uno stile che, seppur privo di un ricorso massiccio agli effetti speciali, si dipana nel mondo del sogno, su tre diversi livelli di profondità, offrendoci una dilatazione del tempo che rimanda lo spettatore allo stesso senso del tempo cinematografico, dove il tempo assume un valore del tutto diverso, detto cinematografico appunto, che deve andare a braccetto col ritmo di una sceneggiatura e con il suo impianto drammaturgico. Non è un caso infatti che il lieto fine del film non risulti irritante. Anzi: come una matassa che finalmente si è riusciti a sbrogliare, vedere il personaggio interpretato da Leonardo Di Caprio (il cui debito nei confronti di Martin Scorsese credo debba considerarsi immenso, nonostante la figura del padre infelice con moglie suicida stia diventando una costante delle sue interpretazioni come in Revolutionary Road o in Shutter Island) abbandonare sul fondo del proprio subconscio Mal, sua moglie, con la quale é stato in grado di costruirsi una vita parallela nel mondo dei sogni lunga 50 anni, fa improvvisamente cambiare il ritmo del film, anche se solo negli ultimi 5 minuti. Risultano lontane, perse nel ricordo, come se si fossero solo sognate, le immagini di un furgone che ci mette quasi 20 minuti a cadere da un ponte in acqua, o la lotto contro il tempo del fidato collaboratore di Cobb/Di Caprio, Arthur, che in 2 minuti (nel film) ma molto di più mentre lo si guarda, cerca, in assenza di gravità, di provocare il "calcio" necessario affinché i suoi compagni si sveglino dal terzo livello di sogno.
Da un punto di vista olistico quindi, guardando il film dall'alto, nel suo insieme, il film vince proprio nella costruzione globale del ritmo del racconto: lo stesso ritmo diventa elemento drammaturgico (dilatato all'inverosimile nel sogno, estremamente fluido e quasi prevedibile nella vita reale), dispositivo narrativo attraverso il quale Christopher Nolan continua la sua ricerca sul tempo, iniziata con Memento.
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tommy55
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giovedì 18 agosto 2011
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l'unica pecca
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E' certamente un titolo di grande effetto, ha una trama intricata, uno svolgimento mai noioso, e ha cura per i particolari. I temi affrontati possono sbalordire se non si è abituati a quel genere di film, ma se guardiamo in profondità, l'unica pecca stà nel fatto che la dinamica principale , e cioè la connessione al mondo dei sogni, avviene attraveso situazioni molto riconducibili ad altri Film Come ad esempio e soprattutto Matrix oppure, Apri gli Occhi (originale di Vanilla Sky). Il motivo per cui quando finisce il film non si avverte la senzazione di aver assistito ad un capolavoro, è (per restare in linea con il film), che inconsciamente si avvertela la mancanza di un modo nuovo di descrivere la realtà parallela.
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E' certamente un titolo di grande effetto, ha una trama intricata, uno svolgimento mai noioso, e ha cura per i particolari. I temi affrontati possono sbalordire se non si è abituati a quel genere di film, ma se guardiamo in profondità, l'unica pecca stà nel fatto che la dinamica principale , e cioè la connessione al mondo dei sogni, avviene attraveso situazioni molto riconducibili ad altri Film Come ad esempio e soprattutto Matrix oppure, Apri gli Occhi (originale di Vanilla Sky). Il motivo per cui quando finisce il film non si avverte la senzazione di aver assistito ad un capolavoro, è (per restare in linea con il film), che inconsciamente si avvertela la mancanza di un modo nuovo di descrivere la realtà parallela. Esempi: 1La scena di ingresso della ragazza come architetto, è molto simile a quella di Matrix in cui Morpheus, presenta il programma di caricamento per descrivere la Matrice. dice " Questa è Struttura", 2 le domande sono spesso simili, "Possiamo sovvertire le regole(in questo mondo)" Morpheus risponde certe regole si possono infrangere, altre no. . 3 La condizione del tempo è diversa, Morpheus dice: "Neo Stai Osservando un mondo senza Tempo" 4 Esiste una connessione della morte nel sogno con la morte reale. 5 I giochi di gravità all'interno delle strutture sembrano simili (ma è il male minore). 6 In Apri gli occhi Il tema fondamentale è la ricerca da parte del protagonista di un epilogo diverso alla sua tragica storia d'amore, rivivendola in un sogno durante l'ibernzìazione, non accetta la realtà e quindi si inventa un mondo migliore nel sogno.
Con questo non voglio assolutamente sostenere che il regista non abbia fatto degli sforzi. Ma sostengo con forza che alcune regole di Base non sono farina del suo sacco.
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jacopo b98
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venerdì 27 settembre 2013
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un capolavoro di grande profondità
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Dom Cobb (DiCaprio) è il migliore nella sottile arte dell’estrazione; rubare informazioni dalla mente delle persone mentre esse dormono. Un giorno Saito (Watanabe), il dirigente di una potente multinazionale, gli chiede di fare l’operazione all’inverso: ovvero di fare un Innesto, impiantare un idea nella mente di una persona. Ma durante le pericolose operazioni pian piano viene fuori l’oscuro passato di Cobb che rischia di compromettere qualsiasi operazione della squadra. Settimo film dell’inglese Nolan, qui regista, sceneggiatore e anche produttore con la moglie Emma Thomas. È un vero capolavoro, da tutti i punti di vista. Partiamo dalla storia: la sceneggiatura ha richiesto dieci anni di stesura e ci si rende benissimo conto del perché.
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Dom Cobb (DiCaprio) è il migliore nella sottile arte dell’estrazione; rubare informazioni dalla mente delle persone mentre esse dormono. Un giorno Saito (Watanabe), il dirigente di una potente multinazionale, gli chiede di fare l’operazione all’inverso: ovvero di fare un Innesto, impiantare un idea nella mente di una persona. Ma durante le pericolose operazioni pian piano viene fuori l’oscuro passato di Cobb che rischia di compromettere qualsiasi operazione della squadra. Settimo film dell’inglese Nolan, qui regista, sceneggiatore e anche produttore con la moglie Emma Thomas. È un vero capolavoro, da tutti i punti di vista. Partiamo dalla storia: la sceneggiatura ha richiesto dieci anni di stesura e ci si rende benissimo conto del perché. La vicenda è organizzata in vari livelli narrativi, corrispondenti ai vari livelli di sogno. E Nolan, come ci aveva già più volte dimostrato, si riconferma costruttore di mondi di incredibile talento e fantasia. È un’opera imperfetta questo Inception, ma che non poteva essere più perfetta di così: Nolan ipotizza e inventa e, con modestia, non afferma mai. Qual è il parassita più resistente? Un’idea! Come si può non riconoscersi nella profondità e nella perfezione (e nell’imperfezione) di questo film, a cui è impossibile affibbiare una definizione netta di genere. Perché è una fusione di genere, un’alchimia di cinema: un melò infuocato, un thriller vertiginoso, un film di fantascienza coraggioso… È un film complesso, ma decifrabile. Nolan vuole che lo spettatore si perda attraverso il film, che ha, come i sogni, la struttura di un labirinto su più piani. Ma vuole anche che colui che vede il film riesca ad uscirne e, per trovare la via, basta tenere gli occhi ben aperti e il cervello acceso, non perdersi nemmeno un’inquadratura, non un particolare, anche minimo. Altra cosa interessante è il personaggio di Mal (Cotillard), conturbante, folle e violento che compare nei sogni nei momenti sbagliati, proprio come un incubo che ci perseguita. Nolan è un metaforico e Inception è una matafora della vita e di un sogno ad occhi aperti, un capolavoro all’altezza della sua fama. Inoltre Nolan sfrutta il film d’azione-thriller-melò per andare a fondo su temi gravi: perdizione, violenza, amore, odio e senso di colpa. Perfetto dal punto di vista tecnico (fotografia: Wally Pfister, scenografie: Guy Hendrix Dyas), magnifico nello sfruttamento degli effetti speciali (memorabile quello di Parigi che si accartoccia su se stessa). Ottima colonna sonora musicale di Hans Zimmer. Attori bravissimi: spiccano DiCaprio, che a trentacinque anni ci ha regalato un’interpretazione magistrale, e la Cotillard, lanciata in un interpretazione complessa e magnifica. Otto nomination agli Oscar (incluso miglior film ma non miglior regia) e solo quattro statuette: miglior fotografia, sonoro, montaggio sonoro ed effetti speciali. L’Academy ha preferito, come al solito, premiare un bel film, ma puramente accademico, come Il Discorso del Re invece di un lavoro sperimentale, coraggioso ed imperfetto (ma vicino alla perfezione) come Inception: il miglior film dell’anno.
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spike
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sabato 25 settembre 2010
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la "tesi di laurea" di nolan
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Hollywood ha una nuova star di talento dietro la macchina da presa.Un film da vedere più volte per capirne gli intricati meccanismi. Alcuni particolari sono fondamentali per la logica della trama. Regia ottima (alcune scene sono travolgenti) come le interpretazioni, meccanismi della trama molto buoni così come sceneggiatura e fotografia, ma alla fine della proiezione mi è sembrato mancasse qualcosa, il finale forse è stato un pò troppo affrettato. Certo è un film che rimarrà nella storia del cinema, sconsigliato a chi in sala cerca un facile divertimento qui c'è da usare il cervello, perdere un tassello della trama significa buttare via il tempo rimanente della proiezione. Con Nolan Hollywood può guardare il futuro con più ottimismo.
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galaxyofbubbles.blogspot.com
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domenica 26 settembre 2010
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christopher nolan naviga nei sogni
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Christopher Nolan questa volta esplora il dominio della mente umana e ovviamente lo fà in modo tutto suo immaginandosi un gruppo di 'viaggiatori dei sogni' capitanati da Dom Cobb (Leonardo Di Caprio) la cui specialità è di infiltrarsi nelle menti assopite dei soggetti bersaglio e rubarne le idee sotto commissione. Il lavoro della vita arriva quando il potentissimo imprenditore Saito commissiona a Cobb e compagni l'innesto, invece che il furto, di un'idea nella mente di un soggetto..un compito, a detta di alcuni, impossibile. Mosso principalmente dalla volontà di ricongiungersi con i suoi figli negli Stati Uniti, una possibilità che solo il potere di Saito può far realizzare, Cobb accetta l'ardua missione.
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Christopher Nolan questa volta esplora il dominio della mente umana e ovviamente lo fà in modo tutto suo immaginandosi un gruppo di 'viaggiatori dei sogni' capitanati da Dom Cobb (Leonardo Di Caprio) la cui specialità è di infiltrarsi nelle menti assopite dei soggetti bersaglio e rubarne le idee sotto commissione. Il lavoro della vita arriva quando il potentissimo imprenditore Saito commissiona a Cobb e compagni l'innesto, invece che il furto, di un'idea nella mente di un soggetto..un compito, a detta di alcuni, impossibile. Mosso principalmente dalla volontà di ricongiungersi con i suoi figli negli Stati Uniti, una possibilità che solo il potere di Saito può far realizzare, Cobb accetta l'ardua missione. Come di consueto nelle pellicole di Nolan, ricordiamo ad esempio i capolavori Memento e The Prestige, ciò che maggiormente colpisce per l'incredibile genialità è la trama ed il suo sviluppo..per nulla lineare e costituita da svariate situazioni che si assemblano in modo impeccabile, richiede senza dubbio una costante attenzione dello spettatore, che ne verrà poi adeguatamente ricompensato a tempo debito. Questo mirabile intreccio non oscura però gli altri ottimi aspetti del film come le eccellenti interpretazioni dell'intero cast..Di Caprio è credibilissimo nei panni del tormentato 'agente segreto dei sogni' Dom Cobb, così come Ken Watanabe nel personaggio di Saito, l'autorevole committente dell'incarico. Davvero, davvero notevole inoltre il lavoro del reparto degli effetti speciali, particolarmente memorabili le scene della lotta a gravità-zero che vedono come protagonista Arthur (Joseph Gordon Levitt), un socio di Cobb, nei corridoi di un'hotel-sogno o le artistiche sequenze in slow motion..pura poesia visiva. Concludo dicendo che se film come questo o The Prestige o Memento sono ciò che dovremo aspettarci con continuità da Christopher Nolan una volta terminata la saga di Batman, non possiamo che gioirne. Inception è uno spettacolo di portata epocale, per ora certamente la miglior pellicola del 2010 e ad essere sincero, non ne ho viste altre che possano pensare di spodestarlo.
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elenaflauto
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lunedì 27 settembre 2010
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cinema , la macchina dei sogni.
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Dopo MATRIX, dopo MULLHOLLAND DRIVE e LOST, il tempo narrativo più interessante non è quello lineare, ma il labirintico succedersi di avvenimenti, in spazi temporali più complessi.
Come negli esempi citati , anche in INCEPTION, Nolan ci accompagna in un tortuoso viaggio nell’inconscio dei sogni , tenendoci per mano e spiegandoci ogni passaggio. Così non ci perdiamo nel complesso avvicendarsi della storia che si svolge parallelamente su più piani del sogno.
Nolan si conferma un regista PER CUI VALE LA PENA DI ANDARE ANCORA AL CINEMA!! Si perché sono d’accordo con Bertolucci, con Il Cajer du Cinema e con il New York Times, oggi le serie tv americane sono molto più interessanti e coinvolgenti e fanno molto più cinema di quello che si vede nelle sale cinematografiche.
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Dopo MATRIX, dopo MULLHOLLAND DRIVE e LOST, il tempo narrativo più interessante non è quello lineare, ma il labirintico succedersi di avvenimenti, in spazi temporali più complessi.
Come negli esempi citati , anche in INCEPTION, Nolan ci accompagna in un tortuoso viaggio nell’inconscio dei sogni , tenendoci per mano e spiegandoci ogni passaggio. Così non ci perdiamo nel complesso avvicendarsi della storia che si svolge parallelamente su più piani del sogno.
Nolan si conferma un regista PER CUI VALE LA PENA DI ANDARE ANCORA AL CINEMA!! Si perché sono d’accordo con Bertolucci, con Il Cajer du Cinema e con il New York Times, oggi le serie tv americane sono molto più interessanti e coinvolgenti e fanno molto più cinema di quello che si vede nelle sale cinematografiche.
Ma con Nolan il divertimento è magistrale e la scena in cui il gruppo di esperti , tra cui Di Caprio , studia come inserire un'idea che si radichi nella mente di Robert Fischer Jr, lavorando sul suo inconscio, sulla sua ferita e sul suo desiderio, è da manuale per aspiranti sceneggiatori . In fondo si tratta di muovere un personaggio attraverso una messa in scena , prevedendone le mosse in base al suo quadro psicologico.
Tutti gli elementi autoriali di Nolan sono qui presenti: il senso di colpa per la morte della moglie ( MEMENTO) , il sonno/sogno ( INSOMNIA) , l’ossessione di un’idea (THE PRESTIGE) , l’azione ( BATMANS BEGIN) ….
Però dopo l'entusiasmo suscitato a caldo , mi viene da rimpiangere il Nolan di questi altri film , per le molteplici chiavi di lettura esistenziali , che qui mancano, e per i personaggi molto più interessanti che metteva in scena. E rimpiango anche l'abilità di Lynch con le sue storie , di scendere nel profondo dell'inconscio tanto da segnarti per giorni.
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the_end
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giovedì 30 settembre 2010
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fantascienza molto verosimile sull'inconscio
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Sia Christopher Nolan, dopo Memento, sia Leonardo Di Caprio, dopo Shutter Island, tornano ad occuparsi della mente umana. Il film è fantascientifico e si svolge prevalentemente in mondi onirici: la storia è comunque solida e molto curata per cui il film ottempera al generale bisogno di verosimiglianza dello spettatore. Certo, sarebbe interessante il parere di uno psicologo sulla plausibilità teorica delle rappresentazioni dell’inconscio, ma per chi ne ha soltanto un’infarinatura il film è squisitamente coeso. Si tratta, comunque, di una pellicola da seguire con attenzione: risulterà, così, scorrevole e chiara.
Cercherò di fornire solo gli elementi principali della trama per favorire la comprensione del film, senza rivelarne i rispetti o le fasi finali a coloro i quali non l’abbiano visto.
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Sia Christopher Nolan, dopo Memento, sia Leonardo Di Caprio, dopo Shutter Island, tornano ad occuparsi della mente umana. Il film è fantascientifico e si svolge prevalentemente in mondi onirici: la storia è comunque solida e molto curata per cui il film ottempera al generale bisogno di verosimiglianza dello spettatore. Certo, sarebbe interessante il parere di uno psicologo sulla plausibilità teorica delle rappresentazioni dell’inconscio, ma per chi ne ha soltanto un’infarinatura il film è squisitamente coeso. Si tratta, comunque, di una pellicola da seguire con attenzione: risulterà, così, scorrevole e chiara.
Cercherò di fornire solo gli elementi principali della trama per favorire la comprensione del film, senza rivelarne i rispetti o le fasi finali a coloro i quali non l’abbiano visto.
Dom Cobb/Leonardo Di Caprio è un ladro, ruba informazioni; queste informazioni, però, vengono estratte direttamente dalla testa delle persone: quando queste dormono è possibile introdursi nel loro inconscio e prelevare le informazioni da una cassaforte. Il film inizia con una scena che scopriremo essere centrale e che produce un flashback lungo quasi l’intero film. Dom e la sua squadra tentano un’estrazione ai danni di Saito, un imprenditore giapponese molto potente, che decide di commissionare un innesto nella mente di un concorrente di mercato al nostro protagonista. L’innesto è un’operazione molto complessa ed è inversa all’estrazione: un informazione va inserita nell’inconscio del soggetto affinché, come un seme (o un cancro), vi si radichi e cresca. Dom, che sa come effettuare un innesto, decide di accettare perché Saito gli offre la possibilità di tornare negli Stati Uniti: il nostro ladro, essendo accusato di aver ucciso la moglie, è dovuto fuggire ed il suo più grande desiderio è proprio quello di ritornare in patria per rivedere i suoi figli. Per portare a termine con successo il lavoro, Dom riunisce una squadra della massima competenza: un falsario che si camuffi nei sogni; un anestesista; una giovane e promettente studentessa per la progettazione dell’architettura. Per innestare l’idea dovranno penetrare l’inconscio in profondità, scendendo di tre livelli (un sogno in un sogno a sua volta in un sogno) e sconfiggere le proiezioni (difese naturali del sognatore). Dom è inoltre perseguitato dal ricordo di sua moglie e ciò provoca la sua comparsa negli universi onirici, mettendo in pericolo la stabilità del sogno.
Ottima la regia e gli effetti speciali che sono godibili e curati. Ad ogni modo, il vero punto di forza del film è la sceneggiatura, a cui il regista ha lavorato per circa un decennio, e che può ambire senz'altro all’oscar: il materiale è così ricco da dare l’impressione che il film corra; forse poteva essere presa in considerazione l’idea di realizzarne una trilogia. I temi legati alla mente e ad universi di finzione risultano davvero interessanti, quando ben strutturati, come fu per Matrix. Considerando il punto di vista di Saito, risulta centrale anche il tema del potere che sottolinea da un lato quanto si sia disposti a fare per ragioni lucrative e dall’altro quanto la potenza economica si traduca in una onnipotenza, anche al di sopra delle leggi e della democrazia. Vale, inoltre, la pena spendere qualche parola di elogio per l’interpretazione magistrale di quello che a tutt’oggi è tra i migliori attori di Hollywood: Leonardo Di Caprio; buoni anche Tom Hardy e Marion Cotillard.
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toro sgualcito
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domenica 3 ottobre 2010
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ottimo e abbondante, ma...
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Da un punto di vista tecnico il film funziona bene. Tutti fanno la loro parte molto bene. Lo storia è abbastanza originale e movimentata e non fa pesare le quasi due ore e mezza. Il budget è stato imponente come imponenti sono i vari effetti scenici.
Da un investimento del genere probabilmente è puerile pensare anche al registro della profondità e della bellezza letteraria. Dunque siamo di fronte ad un prodotto dell’industria del cinema, ma rimango sempre stupito nel vedere una gigantesca struttura narrativa che come una piramide rovesciata si tiene in equilibrio sulla vicenda di un personaggio (Cobb – Di Caprio) assai mediocre. Il signor Cobb infatti, sebbene dotato di intelligenza e capacità combina avventati pasticci nella psiche di sua moglie con gravissime conseguenze e quindi per sfuggire alla giustizia alza il livello dei pasticci accettando l’incarico di un disonesto e ricchissimo imprenditore che con la frode vuole distruggere un suo concorrente commerciale.
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Da un punto di vista tecnico il film funziona bene. Tutti fanno la loro parte molto bene. Lo storia è abbastanza originale e movimentata e non fa pesare le quasi due ore e mezza. Il budget è stato imponente come imponenti sono i vari effetti scenici.
Da un investimento del genere probabilmente è puerile pensare anche al registro della profondità e della bellezza letteraria. Dunque siamo di fronte ad un prodotto dell’industria del cinema, ma rimango sempre stupito nel vedere una gigantesca struttura narrativa che come una piramide rovesciata si tiene in equilibrio sulla vicenda di un personaggio (Cobb – Di Caprio) assai mediocre. Il signor Cobb infatti, sebbene dotato di intelligenza e capacità combina avventati pasticci nella psiche di sua moglie con gravissime conseguenze e quindi per sfuggire alla giustizia alza il livello dei pasticci accettando l’incarico di un disonesto e ricchissimo imprenditore che con la frode vuole distruggere un suo concorrente commerciale. Cobb dunque mette insieme una squadra di specialisti senza scrupoli ai quali mente sulla grande pericolosità dell’operazione. Dopo numerose è spettacolari peripezie il signor Cobb può tornare nel suo paese impunemente dato che in seguito alla riuscita dell’operazione la giustizia è stata corrotta ad altissimi livelli e quindi il sognor Cobb può finalmente tornare ad abbracciare i suoi figlioletti felici di veder tornare a casa il loro bravo papà. Personalmente trovo stucchevole - ma per carità è ovvio nel cinema main stream americano – il ricorso al valore Famiglia per giustificare ogni cosa. Anche l'eroe nero e rassicurante al contempo mi garba poco. Ma si sa il delinquente nel cinema resta sempre un ruolo vincente a tal punto che a forza di questi inceptions negli immaginari collettivi la gente (nel mondo) poi acclama i farabutti anche nella vita reale: purché ricchi e potenti beninteso.
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