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Viaggio ad Hogwarts

La visita sul set dell'ultimo doppio capitolo di Harry Potter.
di Gabriele Niola

Harry, Hermoine e Ron a Londra dopo essere scappati dall'attaco dei DeathEater (Mangiamorte) a casa Weasley.
Daniel Radcliffe (Daniel Jacob Radcliffe) (35 anni) 23 luglio 1989, Londra (Gran Bretagna) - Leone. Interpreta Harry Potter nel film di David Yates Harry Potter e i doni della morte - Parte I.

giovedì 11 novembre 2010 - Making Of

Quando si arriva ad Hogwarts, intendo la vera Hogwarts, una zona al nord di Londra una volta adibita a fabbrica e hangar per aerei Rolls Royce e da dieci anni diventata Harrypotterlandia, il senso è quello di un mondo in progressivo abbandono. Sebbene la visita sul set abbia coinciso con una delle ultime giornate di riprese dell'ultimo capitolo di Harry Potter (i film sono due ma le riprese sono state effettuate tutte insieme), dunque con un momento di attività, lo stesso non si poteva non notare come l'immensa struttura fosse in progressivo smantellamento.
Dieci anni fa la Warner Bros prese quest'area da tempo dismessa dalla casa di aeroplani per costruire gli interni e gli esterni del primo film della saga, non sapendo che poi ci sarebbero stati altri film: "L'avessimo saputo dall'inizio avremmo costruito tutto per bene una volta sola, già pensando alla grande battaglia finale!" dice con un certo rimorso Stuart Craig, caposcenografo della grande saga, l'uomo che ha ideato e costruito tutto e che spiega come in dieci lunghi anni di permanenza abbiano potuto davvero costruire pezzo per pezzo un piccolo mondo finto.
E così, passaggiando nel grande hangar diviso in zone, si passa da punti in cui sembra di essere in un grande magazzino (scaffali su scaffali con vestiti, bacchette, teste finte, ma anche oggetti più funzionali come corde, carrelli, viti...) e altri in cui si è dentro il film. Giri l'angolo e c'è la porta dello studio di Silente, tutto minuziosamente costruito anche in dettagli che nei film non si sono mai visti (i libri in libreria hanno tutti un titolo in linea con il film anche se dentro le pagine sono bianche), imbocchi un corridoio e sei nel Ministero della Magia (che in un angolo contiene degli ascensori finti dove il regista di seconda unità sta girando delle scene in cui alcune persone simulano una turbolenza improvvisa), poi apri una porta e c'è la zona pranzo, ti siedi a mangiare e con vassoio in mano passa Robbie Coltrane, in perfetto costume da Rubeus Hagrid, che parla al cellulare.

Un verde perenne
Nella vera (finta) Hogwarts le zone sono tutte rigorosamente separate da portoni insonorizzati, guardati da qualcuno dello staff. Il motivo è che per girare serve il silenzio, dunque si può entrare e uscire solo nei momenti tra un ciak e l'altro. Il giorno della visita era quello in cui si girava una scena all'interno della scuola semi-distrutta, da quel che si vedeva nella sequenza Harry corre e parla con qualcosa in aria. Dico "qualcosa in aria" perchè si trattava palesemente di una scena con effetti visivi da aggiungere in post-produzione. Daniel Radcliffe parlava da un balcone al vuoto, o meglio ad una palla da tennis posta in cima ad un alto palo tenuto in mano da un attrezzista, un referente che dovrebbe simulare ciò che sarà poi aggiunto in digitale. Un trucco per facilitare l'attore ma anche il regista nel concepire la ripresa.
In tutta la zona il colore dominante ovviamente è il verde dei diversi onnipresenti greenscreen, quelle pareti monocolore a cui poi si sostituiscono gli sfondi computerizzati, per il resto però le colonne e molte delle strutture della scuola sono state costruite davvero. Stupisce infatti, nonostante la grande presenza di verde, quanto sia vero ed effettivamente costruito in Harry Potter, sebbene a macchia di leopardo. La costruzione è infatti funzionale alle riprese, così capita che in un corridoio lungo solo alcune parti siano davvero complete e altre invece hanno una parete imbiancata con poca cura, probabilmente perchè solo in quel punto si è girata una scena.
Anche all'esterno dell'hangar la zona è verdeggiante (sia in senso naturalistico che di greenscreen) e gode del privilegio di un panorama "clean", come dicono qui, ovvero completamente libero da segni di civiltà. Ovunque si guardi non c'è altro che natura, niente strade, palazzi o altro. Ancora in piedi è la casa dei Weasley, il set per il matrimonio che vedremo nel primo dei due episodi finali e altre piccole zone all'aperto. Casa Weasley è contornata da un recinto di greenscreen ma è perfettamente costruita, sebbene forse un po' più piccola di quel che sembri. Ovviamente non si può entrare, gli interni si girano negli hangar.

Il salone principale
Di tutti gli ambienti però il più impressionante è di certo il grande salone della scuola, quello in cui si fanno i discorsi, si celebrano le feste e in cui solitamente vediamo gli studenti mangiare. L'area è immensa e ricostruita a grandezza naturale, nessun trucco. L'illuminazione è artificiale ma i portacandele di forme mostruose recano i segni del fumo, il che significa che sono davvero stati usati durante le riprese. Al momento della visita l'ambiente era totalmente vuoto, visto che ci avevano girato le scene della battaglia finale, tuttavia si potevano ancora vedere elementi che hanno fatto la storia della saga, come i contenitori di polvere colorata che contengono i punteggi attribuiti alle quattro Case.
Le pareti laterali racchiudono ad intervalli regolari delle porte invisibili, cioè aperture che se chiuse si integrano perfettamente con il disegno della parete diventando invisibili, queste danno su ambienti minuscoli, grandi quanto un sgabuzzino e possono contenere al massimo una persona. Vengono utilizzate dagli attrezzisti per nascondersi durante le riprese. La stanza è infatti talmente grande che non avrebbe senso correre avanti e indietro per modificare magari la posizione di un piatto o una candela, dunque gli attrezzisti lavorano sulla scena e quando si batte il ciak si nascondono nella stanza a scomparsa.
Che ne sarà di tutto questo ora che la saga è finita è un mistero. La zona è talmente grande che è difficile immaginare un altro utilizzo e del resto la Warner non l'ha comprata ma affittata, il che significa che la lascerà a riprese finite, non a caso molte cose sono già smontate e altre impacchettate. Gli stessi attori che per certi periodi vivono in un albergo qui vicino in modo da arrivare al lavoro in fretta, sentono il luogo come una seconda casa, un posto in cui sono andati quasi tutti i giorni per dieci anni.

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