Spring Fever

Film 2009 | Drammatico 115 min.

Titolo originaleChun Feng Chen Zui De Ye Wan
Anno2009
GenereDrammatico
ProduzioneCina
Durata115 minuti
Regia diLou Ye
AttoriQin Hao, Wu Wei .
MYmonetro 2,56 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

Regia di Lou Ye. Un film con Qin Hao, Wu Wei. Titolo originale: Chun Feng Chen Zui De Ye Wan. Genere Drammatico - Cina, 2009, durata 115 minuti. - MYmonetro 2,56 su 3 recensioni tra critica, pubblico e dizionari.

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Ultimo aggiornamento lunedì 27 aprile 2009

Il film è stato premiato al Festival di Cannes,

Consigliato nì!
2,56/5
MYMOVIES 2,00
CRITICA 2,67
PUBBLICO 3,00
CONSIGLIATO NÌ
Il film sull'omosessualità di un regista 'proibito' in Cina.
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 14 maggio 2009
Recensione di Giancarlo Zappoli
giovedì 14 maggio 2009

Nanchino ai nostri giorni. La moglie di Wang Ping sospetta che lui la tradisca e ingaggia Lou Haitao perché lo pedini. Avrà le prove dell'adulterio con un giovane uomo, Jiang Cheng. Lou Haitao ha una storia con Li Jing operaia di un laboratorio in cui si contraffanno marche importanti. Mentre Wang Ping e la moglie si troveranno costretti a un chiarimento che avrà tragiche conseguenze Lou Haitao finirà con il divenire l'amante di Jiang Cheng coinvolgendo nella relazione anche Li Jing che vede il suo lavoro diventare precario.
Il film dell'anticonformista Lou Ye potrebbe essere sbrigativamente definito un 'film da festival'. Le caratteristiche le ha tutte: coproduzione internazionale, distribuzione indipendente, un regista vittima ad ogni sua opera della censura di un regime tanto liberista in economia quanto repressivo sul piano ideologico/morale. Potrebbe bastare questo per confinarlo nel limbo di una sterile cinefilia festivaliera appunto. Non è però così perché Lou Ye, individuando esplicitamente in Van Sant uno dei suoi principali modelli, va oltre la dimensione relazionale tra individui per tentare un ritratto di una società cinese che è vittima di un'ubriacatura di libertà che è tale solo in apparenza. Un film come questo (che molto probabilmente non vedrà la luce dei riflettori in patria) mostra come l'omosessualità non solo venga vissuta in Cina come una colpa ma, in sostanza, si chiude con una sorta di avvertimento: chi devia dall'eterogamia finisce con il trovarsi coinvolto in drammi che portano alla distruzione di quanto si era costruito di positivo sino ad allora. La passione divora chi si lascia tentare e le ferite, in chi sopravvive, possono essere occultate solo da un tatuaggio ma ciò vale solo per le lesioni fisiche. A quelle psicologiche non si può porre rimedio. Non è certo un caso che le due figure che mostrano una loro forza interiore e una capacità di chiamarsi fuori dal caos siano quelle femminili. In una Cina in cui la primavera non sorride agli umani e solo la letteratura (con i due romanzi citati a scandire inizio, parte centrale e fine del film) può cercare di venir loro in soccorso.

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STAMPA
RECENSIONI DELLA CRITICA
Mariuccia Ciotta
Il Manifesto

Altro regista messo all'indice, Lou Ye, un vero recidivo che inanella un film off dietro l'altro. L'ultimo, Una gioventù cinese, che mostra la repressione a piazza Tienanmen, presentato a Cannes 2006, lo ha messo al bando per cinque anni. Nessuna sala cinese proietterà i suoi film. Ma Lou Ye non si è arreso, ha trovato finanziamenti francesi e honkonghesi, e ha realizzato il suo poetico-sensuale [...] Vai alla recensione »

Silvio Danese
Quotidiano Nazionale

È vero che conosciamo la "malattia dei sentimenti", al cinema, ma il cinese Febbre di primavera di Lou Ye, nonostante le sue anticaglie formali, smonta l'immagine aurea di una Cina positiva e costruttiva che ormai, anche i mass media occidentali prendono a pacchetto chiuso pressati dall'indispensabile apertura dei mercati. A Nanchino, città d'estuario di cieli inquinati, un ristoratore tradisce la [...] Vai alla recensione »

winner
miglior scenegg.ra
Festival di Cannes
2009
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