Bomber

Alistair ha tanti anni e un senso di colpa che lo tormenta dal 1943. Ex pilota della Raf, per sfuggire agli aerei tedeschi si liberò delle bombe sopra a un villaggio della Germania e lì vuole tornare ad espiare. Lo accompagnano la moglie Valerie, da sempre in cerca di attenzioni e considerazione da parte del consorte, e il figlio Ross, trentenne sensibile che sogna un futuro con una fidanzata esigente. Nel viaggio che dall'Inghilterra li condurrà in Germania lungo strade secondarie, Alistair, Valerie e Ross affronteranno e confronteranno emozioni irrisolte, dicendosi, ciascuno a suo modo, il mai detto. Tra regole, crisi di nervi e liste dei 'desiderata', madre, padre e figlio, devieranno dal percorso e andranno più lontano.
È un cinema umanista quello di Paul Cotter interessato alle persone vere e alle storie comuni, alle nevrosi e alle tragedie personali nelle quali è facile riconoscersi. Perché la vita è il prodotto di gesti scelti per sciogliere i nodi che ne fanno un intreccio tragicomico. Opera prima del regista inglese, Bomber mette in viaggio una famiglia perché ritrovi l'abitudine al movimento, al confronto, alla crescita. Brillante in superficie, la commedia cerca e trova 'vertiginose' profondità, liberando come un buon vino sapori densi e penetranti.
Con sincerità e sensibilità Cotter coglie e porta a commoventi ebollizioni comiche la forza con la quale i congiunti si legano attraverso relazioni di affetto e cinismo, ciascuno compreso nel proprio ruolo e ossessionato dalla propria destinazione: un piccolo paese tedesco per Alistair, un negozio di scarpe polacche per Valerie, la casa inglese della fidanzata per Ross. Mete geografiche che nascondono propositi e promesse a cui i protagonisti non riescono a sottrarsi e che trasformano l'altro da sé in un ostacolo seccante con cui scontrarsi e dissentire senza tregua. Infilata la strada per la Germania ed evolvendo nel viaggio, i protagonisti si responsabilizzeranno respirando ciascuno le insofferenze, i dubbi e i dolori dell'altro.
Privilegiando le strade secondarie alla maniera di Alistair, Cotter getta bombe ideali ed emotive deflagrando un gruppo di famiglia in un interno (mobile) e lasciando sul campo le emozioni, quelle introverse, quelle dichiarate, quelle esaltate. A urlarle al telefono a una fidanzata pretenziosa è Ross, che il padre considera un fallimento, un uomo in balia dei sentimenti che non sa che direzione prendere. A enumerarle a un marito sordo è Valerie, che amabile e appassionata chiede il conto alla vita e una deviazione per ammirare i rododendri e comprarsi magari un paio di scarpe. A tacitarle è Alistair che, impegnato a non farsi schiacciare dal senso di colpa per gli orrori incontrati in guerra, chiede scusa per una bomba precipitata sessantacinque anni prima e non si avvede di quelle lanciate ogni giorno contro i propri cari.
Bomber è allora la storia di una scoperta, la messa in scena di uno sguardo assuefatto, declinato per tre, che reimpara chilometro dopo chilometro a vedere oltre la consuetudine e l'egoismo. Cinema da camera on the road, la commedia familiare di Cotter si muove sullo sfondo di un paesaggio naturale e quasi disabitato che si offre come impianto narrativo importante a inscenare una microfisica dei sentimenti tutta risolta nei gesti, nei movimenti del corpo, nella riconquistata capacità di 'toccarsi', di osservarsi, di ritrovarsi.
Prodotto indipendente costato soltanto venticinquemila euro, Bomber aggira le trappole del ricatto emotivo e procede per campi e controcampi il più possibile oggettivi, lasciando che siano gli attori, tutti ugualmente sorprendenti, a far affiorare sullo schermo l'autenticità dei sentimenti e delle emozioni. Lontani dal rassicurante vialetto di casa, i 'nostri' proveranno a farcela e Varsavia sarà la diversità di cui ha bisogno la loro normalità. 