mollyado
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mercoledì 11 agosto 2010
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adorabili amabili resti
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non capisco le recensione negative su questo film. molte secondo me sono state scritte da persone che neanche lo hanno visto.
E' un bel film, innegabilmente. Parte già in modo molto diverso dai soliti thriller a cui siamo abituati: conosciamo la protagonista, ci affezioniamo a lei ma sappiamo già che morirà e conosciamo il volto del suo assassino. la parte onirica che non a tutti è piaciuta è invece molto interessante, soprattutto per l'ambiente che cambia in funzione degli stati d'animo della protagonista.
a me personalmente è piaciuto molto e lo consiglio vivamente a tutti. con un consiglio però: dimenticatevi di chi è il regista e non pensate di trovarvi di fronte a un altro "Signore degli anelli".
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non capisco le recensione negative su questo film. molte secondo me sono state scritte da persone che neanche lo hanno visto.
E' un bel film, innegabilmente. Parte già in modo molto diverso dai soliti thriller a cui siamo abituati: conosciamo la protagonista, ci affezioniamo a lei ma sappiamo già che morirà e conosciamo il volto del suo assassino. la parte onirica che non a tutti è piaciuta è invece molto interessante, soprattutto per l'ambiente che cambia in funzione degli stati d'animo della protagonista.
a me personalmente è piaciuto molto e lo consiglio vivamente a tutti. con un consiglio però: dimenticatevi di chi è il regista e non pensate di trovarvi di fronte a un altro "Signore degli anelli"....
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debby92
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martedì 3 agosto 2010
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amabili resti, un film molto commovente
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A me è piaciuto moltissimo. nn posso fare paragoni cn il libro perchè nn l'ho letto ma penso che sia un film capace di esprimerti un sacco di emozioni! gli attori sn tutti eccezionali, soprattutto Stanley Tucci, adattissimo per il suo personaggio perchè capace di esprimere una freddezza incredibile; bravissimi anche Susan Sarandon, Mark Wahlberg e Rachel Weisz. una parte che mi è piaciuta tantissimo è quando la sorella entra in casa dell'assassino: bellissimo quando sfoglia l'album di foto e vede sua sorella e poi quando lui la scopre.... ti lascia cn il fiato sospeso!!
anke quando susan è nel limbo mi piace, soprattutto quando vede le bottiglie nel mare rompersi!
film davvero bello!!
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darkangel ita
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venerdì 30 luglio 2010
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mediocre
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Classico film ne' carne ne' pesce. L'inizio e' interessante, poi il nulla, 2 ore di lenta attesa per non vedere nulla.
La parte onirica e' pessima. Guardate altro
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francesca72
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mercoledì 21 luglio 2010
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film in 2 fasi: prima ottima, seconda mediocre
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Straordinario Stanley Tucci.
Il primo tempo è pregno di suspance e la versatilità dell'attrice che fa Susie è incredibile.
Dopo la morte di Susie il film si perde in vari meandri fantastici in stile Tim Burton ma senza senso.
La pur bravissima Susan Sarandon non salva la pochezza del resto del film.
Con un finale che lascia delusi.
Ottime premesse, pessima fine
Primo tempo: 4 stelle
Secondo tempo: 2 stelle..
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marlenebarrett
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martedì 20 luglio 2010
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se solo fosse stato...
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“Amabili Resti” avrebbe potuto essere un bel thriller. Ma proprio un signor thriller.
Questo film aveva le potenzialità per montar su l’inquietudine di illustri antenati, giocando con le inquadrature, con i tempi e con l’espressività di Stanley Tucci. Questa pellicola avrebbe potuto introdurci nell’universo claustrofobico dell’intimità di un assassino seriale. Avrebbe potuto lasciarci vivere la disperazione senza via d’uscita della famiglia. Avrebbe potuto farci sperare nelle indagini.
Oppure, Amabili Resti avrebbe potuto essere un bel film onirico, almeno per gli amanti del genere, sfoderando i migliori effetti speciali e cavalcando gli svarioni più comuni sul fantomatico aldilà.
Sfortunatamente, però, il film non riesce ad essere né l’una né l’altra cosa, giocando costantemente su uno spiazzante shift di registro che, piuttosto che colpire ed ammaliare, infastidisce, tanto più che cerca di mettere d’accordo due modelli di spettatori pressoché antitetici.
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“Amabili Resti” avrebbe potuto essere un bel thriller. Ma proprio un signor thriller.
Questo film aveva le potenzialità per montar su l’inquietudine di illustri antenati, giocando con le inquadrature, con i tempi e con l’espressività di Stanley Tucci. Questa pellicola avrebbe potuto introdurci nell’universo claustrofobico dell’intimità di un assassino seriale. Avrebbe potuto lasciarci vivere la disperazione senza via d’uscita della famiglia. Avrebbe potuto farci sperare nelle indagini.
Oppure, Amabili Resti avrebbe potuto essere un bel film onirico, almeno per gli amanti del genere, sfoderando i migliori effetti speciali e cavalcando gli svarioni più comuni sul fantomatico aldilà.
Sfortunatamente, però, il film non riesce ad essere né l’una né l’altra cosa, giocando costantemente su uno spiazzante shift di registro che, piuttosto che colpire ed ammaliare, infastidisce, tanto più che cerca di mettere d’accordo due modelli di spettatori pressoché antitetici. Due ore circa, in cui hai la costante sensazione di desiderare un’evoluzione degli eventi o, più semplicemente, di ritrovare l’ispirazione che ti aveva colpita nei primi 40 minuti del film. Ma quell’ispirazione non tornerà mai più, l’inquietudine non riesce mai a completare se stessa, presa dalla periodica turnazione con le visioni bucoliche e multi-color dell’adolescente trapassata.
In altri termini, Peter Jackson sembra il cugino povero di Jonathan Demme, strafatto di Copelandia Cyanescens.
Alcune belle idee, perché no, solo che, come sempre avviene, quando si cerca di accontentare tutti si finisce col non piacere a nessuno. O, per lo meno, si rischia di non piacere a chi a un film – specialmente con un tema del genere – chiede di non essere soltanto un polpettone, un put pourrì malamente in bilico sul pathos, sospeso tra dramma e fantasy, nella piena incapacità di intrudere nell'essenza dei personaggi, senza farci né ridere, né piangere.
Stendiamo, infine, un velo pietoso su Susan Sarandon, o meglio, sul ruolo della “nonna”, che sembra inserito nel film per sbaglio, per un’ironia di cattivo gusto, magari perché nel set affianco, negli studi della Dreamworks, giravano la commedia “Ti presento mia nonna sbronza” e hanno deciso di riciclare il personaggio.
Saluti,
Marlene
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vittorio
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martedì 20 luglio 2010
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peccato!!
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I primi 30 minuti del film riescono a tenerti incollato sulla sedia, la scena dell'uccisione della bimba è un pugno allo stomaco, con le sequenze che passano dal suo omicidio a quelle della famiglia a tavola.....poi pero' il nulla, la storia diventa banale, incomprensibile, con qualche effetto speciale, ed un finale pessimo.
Peccato...
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(di mollyado)
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quack
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lunedì 12 luglio 2010
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si continua a vivere nel ricordo della gente
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L’ultimo film di Peter Jackson si interroga sul problema del ricordo dopo la morte. È la storia di Susie Salmon, uccisa brutalmente a 14 anni da un omicida seriale, George Harvey, un suo vicino di casa. Il tema fondamentale è, appunto, quello del ricordo. Susie, dopo essere stata uccisa, non si sente pronta a rompere ogni legame con i propri cari. Grazie al profondo rapporto instaurato con il padre, Susie riesce a far notare la propria presenza, e cerca di spingere Jack alla ricerca della verità. Il ricordo viene analizzato anche sotto un altro aspetto: il Sig. Harvey, dopo aver ucciso la sua vittima, può “nutrirsi del ricordo” più e più volte.
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L’ultimo film di Peter Jackson si interroga sul problema del ricordo dopo la morte. È la storia di Susie Salmon, uccisa brutalmente a 14 anni da un omicida seriale, George Harvey, un suo vicino di casa. Il tema fondamentale è, appunto, quello del ricordo. Susie, dopo essere stata uccisa, non si sente pronta a rompere ogni legame con i propri cari. Grazie al profondo rapporto instaurato con il padre, Susie riesce a far notare la propria presenza, e cerca di spingere Jack alla ricerca della verità. Il ricordo viene analizzato anche sotto un altro aspetto: il Sig. Harvey, dopo aver ucciso la sua vittima, può “nutrirsi del ricordo” più e più volte. La vita è una scia di luce in perpetuo movimento, in cui ogni evento inizia e termina in un bagliore, sfuggevole e statico, e l’unico modo che l’uomo possiede per mantenere vivo tale momento è il ricordo. L’assassino di Susie ogni volta che si siede sulla poltrona di fronte alla cassaforte in cui tiene nascosto il corpo esanime della ragazza, può rivivere, con il pensiero, le emozioni e la frenesia scaturite dall’atto omicida compiuto. Anche la protagonista trova un modo per mantenere vivi i ricordi della vita: la macchina fotografica. Molto suggestiva l’immagine finale del film, in cui Susie, la quale sembra materializzarsi nella foto di sfondo, dice di aver vissuto soltanto per un istante e augura a tutti gli spettatori di poter vivere una vita lunga e felice. Vengono messe in contrapposizione due ossessioni diverse: quella del Sig. Harvey, consiste nel costruire case delle bambole, e nel progettare e costruire le trappole per le sue vittime; quella di Jack Salmon è il modellismo, realizza le navi in bottiglia, cerca di coinvolgere anche la figlia e ritiene che sia il modo migliore per infonderle coraggio e determinazione, poiché “continui finché non ce la fai”. Entrambi costruiscono qualcosa, il primo per se stesso, il papà di Susie per gli altri; ad entrambi la propria ossessione porta soddisfazione; sono due forme di evasione dalla realtà, con due conseguenze differenti, quasi opposte. Il Mondo di Mezzo immaginato dal regista può essere interpretato come un luogo in cui l’uomo è immerso nella realtà, ma ne vede soltanto la parte migliore. Susie sa di essere morta, ma permane in lei il ricordo del reale vissuto, che si rispecchia nel suo “personale mondo perfetto”. L’unica cosa che non riesce ad accettare totalmente è il Sig. Harvey e tutto ciò che si ricollega a lui. Quasi impercettibile la sottigliezza della scena nella quale il padre di Susie chiede ai passanti se hanno visto la sua bambina e Susie lo chiama dalla strada, nel suo nuovo Mondo, Jack si gira, ma l’immagine le viene portata via dal passaggio della macchina del proprio assassino. Un altro tema interessante è quello della distrazione, secondo la quale ognuno è perennemente distratto da qualcosa invece di cogliere la realtà nella sua totalità. Il personaggio di Susan Sarandon, la nonna Lynn, risulta, nel contesto famigliare e circostanziale, fuori posto ed estraniato. È un’esagerazione: nessuna nonna alla perdita della nipote reagirebbe in quel modo. La sua comparsa a circa metà del film serve per ravvivare la situazione, ma, a mio parere, senza grande successo. Eccessiva anche l’incarnazione di Susie nel corpo di Ruth Connors, il comportamento di Ray Singh non risulta verosimile, anche se il bacio e il “sei bellissima Susie Salmon” suscitano emozione e commozione nello spettatore. Nel complesso è un film buono, interessante per tematica, elaborato per effetti e con un cast di attori spettacolare.
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braitz
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sabato 10 luglio 2010
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amabili resti la 7 arte esiste !
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Che capolavoro...mi dispiace solo che non abbia avuto un gran successo al botteghino, ma finalmente un film intelligente... capolavoro e maestria pura dell'immaginazione e dell'immagine accompagnano lo spettatore in un turbine poetico e fantasioso come solo la mente di un'anima innocente e pura può creare.
Grazie Peter Jackson per questa perla cinematografica.
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cagliostro
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domenica 13 giugno 2010
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lontane sono le mura di gondor..
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Costretto da tempo da una passata prelazione con la Universal,Jackson dirige in fretta e furia questa storiella macabra mai capendo lui stesso se e' destinata ai bambini o agli adulti.Whalberg fuori ruolo,Susan Sarandon sprecata,unica eccezione al limbo la glaciale e naturale interpretazione del grande Stanley Tucci. Secondo me una normale battuta d'arresto del regista dopo le vette della Trilogia e King Kong..a presto Peter!
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marvelman
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venerdì 11 giugno 2010
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deludente
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Inutile dire che è il PEGGIOR film di Peter Jackson...dopo la grandiosità della saga dell'Anello il regista si è affermato come maestro ed è riuscito a riconfermarsi riportando sul grande schermo il grande Kong con un ECCEZIONALE remake...invece qua cosa troviamo? Un film asciutto dove la pallore del film non rende giustizia all'ottima regia che riesce a destreggiarsi in qualsiasi sequenza e così ci si ritrova davanti a bravi attori che interpretano una pellicola che non colpisce al cuore se non in poche sequenze (ovviamente se non sei una ragazza alquanto emotiva) e non calca il piede sul dramma della vicenda se non in poche scene (una su tutte quella della stanza bianca col killer nella vasca da bagno che si toglie l'asciugamano dal viso).
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Inutile dire che è il PEGGIOR film di Peter Jackson...dopo la grandiosità della saga dell'Anello il regista si è affermato come maestro ed è riuscito a riconfermarsi riportando sul grande schermo il grande Kong con un ECCEZIONALE remake...invece qua cosa troviamo? Un film asciutto dove la pallore del film non rende giustizia all'ottima regia che riesce a destreggiarsi in qualsiasi sequenza e così ci si ritrova davanti a bravi attori che interpretano una pellicola che non colpisce al cuore se non in poche sequenze (ovviamente se non sei una ragazza alquanto emotiva) e non calca il piede sul dramma della vicenda se non in poche scene (una su tutte quella della stanza bianca col killer nella vasca da bagno che si toglie l'asciugamano dal viso). Per il resto le scene si commentano da sè: la morte di Harvey è RIDICOLA, poi come ho già detto certe scene ben dirette non provocano un minimo di stupore apparendo FORZATE e nel complesso rimandano ad un film VUOTO, d'altra parte ad aiutare il tutto sono presenti effetti speciali da cartone animato troppo enfatizzati e VARIOPINTI e un ritmo che temporale che tiene per metà...2 stelle= una per il pessimo film e l'altra solo per il bravo regista
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